Kiev chiude i confini ai russi, Mosca ferma le navi ucraine
Il governo ucraino denuncia il blocco dello Stretto di Kerch: isolati i porti Fortezza Crimea: la Russia rafforza le installazioni militari nella penisola
Sono a Mosca, nel carcere di Lefortovo, non a casa: i tre comandanti ucraini e i loro marinai arrestati in Crimea per aver violato le acque territoriali russe, e di cui si chiede la liberazione, sono stati trasferiti nella capitale; e mentre l’accesso al Mar d’Azov resta di fatto bloccato alle navi ucraine, la legge marziale entrata in vigore in Ucraina vieta da ieri l’ingresso ai russi in età da combattimento, tra i 16 e i 60 anni. Passo dopo passo, la crisi tra Russia e Ucraina torna ad aggravarsi sullo sfondo di questo nuovo scenario, tra il Mar Nero e il Mar d’Azov. All’ombra della Crimea, che si avvia a diventare una fortezza, e del suo ponte sullo Stretto di Kerch.
La Verkhovna Rada, il Parlamento ucraino, l’aveva concessa al presidente Petro Poroshenko il giorno successivo all’incidente dello Stretto: legge marziale in dieci regioni di confine e costiere per 30 giorni. Poroshenko agita lo spettro di un’invasione russa, chiede navi da guerra alla Nato e parla di carri armati ammassati ai confini per spiegare il rafforzamento delle capacità difensive del Paese. Le nuove restrizioni sugli ingressi riguardano anche gli stranieri, giornalisti compresi.
In questo modo, ha dichiarato il presidente ucraino, la Russia non riuscirà a «formare squadroni di armate private che di fatto rappresentano le forze armate russe». Chiaro riferimento a quanto avvenuto nel 2014, con la Crimea annessa poi alla Federazione Russa e le regioni orientali ucraine di Donetsk e Luhansk tuttora parzialmente in mano ai separatisti filo-russi. In teoria, la legge marziale di Kiev è in vigore anche in queste. Putin, attacca Poroshenko, vuole annettersi l’intero Paese: «Non credete alle sue bugie, rivuole il vecchio impero russo - ha detto il presidente ucraino in un’intervista alla tedesca Bild -. La Crimea, il Donbass, tutto il Paese. Si ritiene uno zar, e il suo impero non può funzionare senza l’Ucraina. Ci vede come una sua colonia».
Poroshenko - a cui molti, e non solo a Mosca, attribuiscono la volontà di sfruttare la situazione per migliorare il rating che lo vede solo terzo in vista delle presidenziali di marzo - ha anche parlato di provvedimenti restrittivi per i cittadini russi già in Ucraina. Misure che Mosca non ricambierà, ha chiarito dal ministero degli Esteri russo la portavoce Maria Zakharova. Che avverte: «L’Ucraina rischia la guerra civile», a causa «dei poteri straordinari e l’autorizzazione all’uso della forza senza il permesso dei tribunali».
In Crimea, intanto, la Russia alza la guardia trasformando la penisola in una fortezza. Citando un portavoce della Flotta del Mar Nero la Tass scrive che è già stato dispiegato nella parte settentrionale della penisola un battaglione di sistemi missilistici terraaria S-400, il quarto, mentre l’agenzia Interfax riferisce l’intenzione di costruire l’anno prossimo in Crimea, vicino a Sebastopoli, una stazione radar in grado di individuare missili balistici e da crociera da lunga distanza.
Viene citato anche un piano per irrigidire i controlli sulla navigazione attorno alla penisola e al nuovissimo ponte da 3,5 miliardi di dollari costruito sullo Stretto di Kerch. Ponte che ha contribuito a rallentare il traffico diretto ai porti ucraini sul Mar d’Azov, Mariupol e Berdyansk, sia per le limitazioni fisiche al tipo di navi che possono transitare sotto l’unica arcata centrale, alta 35 metri, sia per l’irrigidimento dei controlli di Mosca, che gestisce il traffico nello Stretto. Ora però il ministro ucraino per le Infrastrutture, Volodymyr Omelyan, denuncia che dal 25 novembre nessuna nave ucraina ha più potuto passare per lo Stretto: 18 mercantili stanno aspettando l’autorizzazione a entrare nel Mar d’Azov, altri 17 sono bloccati a Mariupol e Berdyansk, da cui partono esportazioni di grano e acciaio: «L’obiettivo è semplice - ha scritto Omelyan - la Russia spera di cacciarci dal nostro stesso territorio».