Il Sole 24 Ore

Kiev chiude i confini ai russi, Mosca ferma le navi ucraine

Il governo ucraino denuncia il blocco dello Stretto di Kerch: isolati i porti Fortezza Crimea: la Russia rafforza le installazi­oni militari nella penisola

- Antonella Scott

Sono a Mosca, nel carcere di Lefortovo, non a casa: i tre comandanti ucraini e i loro marinai arrestati in Crimea per aver violato le acque territoria­li russe, e di cui si chiede la liberazion­e, sono stati trasferiti nella capitale; e mentre l’accesso al Mar d’Azov resta di fatto bloccato alle navi ucraine, la legge marziale entrata in vigore in Ucraina vieta da ieri l’ingresso ai russi in età da combattime­nto, tra i 16 e i 60 anni. Passo dopo passo, la crisi tra Russia e Ucraina torna ad aggravarsi sullo sfondo di questo nuovo scenario, tra il Mar Nero e il Mar d’Azov. All’ombra della Crimea, che si avvia a diventare una fortezza, e del suo ponte sullo Stretto di Kerch.

La Verkhovna Rada, il Parlamento ucraino, l’aveva concessa al presidente Petro Poroshenko il giorno successivo all’incidente dello Stretto: legge marziale in dieci regioni di confine e costiere per 30 giorni. Poroshenko agita lo spettro di un’invasione russa, chiede navi da guerra alla Nato e parla di carri armati ammassati ai confini per spiegare il rafforzame­nto delle capacità difensive del Paese. Le nuove restrizion­i sugli ingressi riguardano anche gli stranieri, giornalist­i compresi.

In questo modo, ha dichiarato il presidente ucraino, la Russia non riuscirà a «formare squadroni di armate private che di fatto rappresent­ano le forze armate russe». Chiaro riferiment­o a quanto avvenuto nel 2014, con la Crimea annessa poi alla Federazion­e Russa e le regioni orientali ucraine di Donetsk e Luhansk tuttora parzialmen­te in mano ai separatist­i filo-russi. In teoria, la legge marziale di Kiev è in vigore anche in queste. Putin, attacca Poroshenko, vuole annettersi l’intero Paese: «Non credete alle sue bugie, rivuole il vecchio impero russo - ha detto il presidente ucraino in un’intervista alla tedesca Bild -. La Crimea, il Donbass, tutto il Paese. Si ritiene uno zar, e il suo impero non può funzionare senza l’Ucraina. Ci vede come una sua colonia».

Poroshenko - a cui molti, e non solo a Mosca, attribuisc­ono la volontà di sfruttare la situazione per migliorare il rating che lo vede solo terzo in vista delle presidenzi­ali di marzo - ha anche parlato di provvedime­nti restrittiv­i per i cittadini russi già in Ucraina. Misure che Mosca non ricambierà, ha chiarito dal ministero degli Esteri russo la portavoce Maria Zakharova. Che avverte: «L’Ucraina rischia la guerra civile», a causa «dei poteri straordina­ri e l’autorizzaz­ione all’uso della forza senza il permesso dei tribunali».

In Crimea, intanto, la Russia alza la guardia trasforman­do la penisola in una fortezza. Citando un portavoce della Flotta del Mar Nero la Tass scrive che è già stato dispiegato nella parte settentrio­nale della penisola un battaglion­e di sistemi missilisti­ci terraaria S-400, il quarto, mentre l’agenzia Interfax riferisce l’intenzione di costruire l’anno prossimo in Crimea, vicino a Sebastopol­i, una stazione radar in grado di individuar­e missili balistici e da crociera da lunga distanza.

Viene citato anche un piano per irrigidire i controlli sulla navigazion­e attorno alla penisola e al nuovissimo ponte da 3,5 miliardi di dollari costruito sullo Stretto di Kerch. Ponte che ha contribuit­o a rallentare il traffico diretto ai porti ucraini sul Mar d’Azov, Mariupol e Berdyansk, sia per le limitazion­i fisiche al tipo di navi che possono transitare sotto l’unica arcata centrale, alta 35 metri, sia per l’irrigidime­nto dei controlli di Mosca, che gestisce il traffico nello Stretto. Ora però il ministro ucraino per le Infrastrut­ture, Volodymyr Omelyan, denuncia che dal 25 novembre nessuna nave ucraina ha più potuto passare per lo Stretto: 18 mercantili stanno aspettando l’autorizzaz­ione a entrare nel Mar d’Azov, altri 17 sono bloccati a Mariupol e Berdyansk, da cui partono esportazio­ni di grano e acciaio: «L’obiettivo è semplice - ha scritto Omelyan - la Russia spera di cacciarci dal nostro stesso territorio».

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AFP L’attesa.Un soldato ucraino di guardia al porto di Mariupol, dove diversi mercantili aspettano l’autorizzaz­ione russa a partire

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