Il Sole 24 Ore

Formazione 4.0, per gli incentivi allo studio proroga di due anni

Ma slittano ancora gli emendament­i del governo in commission­e

- Marco Mobili e Marco Rogari

Proroga di “formazione 4.0” per le imprese e sisma bonus. Innalzamen­to dal 20 al 30% della deducibili­tà dell’Imu sui capannoni industrial­i. Mini-taglio del cuneo facendo leva su un taglio delle tariffe Inail per 600 milioni. È destinato a irrobustir­si, coperture permettend­o, il capitolo imprese della manovra con il pacchetto degli emendament­i della maggioranz­a, sotto forma di “mini” maxi-correttivi di M5S e Lega, e di quelli del Governo e dei relatori che saranno messi al voto da oggi pomeriggio in Commission­e Bilancio alla Camera quando partirà la lunga maratona “non stop” per inviare il testo in aula mercoledì prossimo. Sempreché i tempi non slittino ulteriorme­nte visto che il termine delle 19 fissato ieri per la presentazi­one degli attesi correttivi dell’esecutivo non è stato rispettato, anche a causa della mancata quadratura del cerchio sulle risorse da recuperare. In rampa di lancio ci sono anche altri ritocchi: incentivi per l’acquisto di veicoli poco inquinanti utilizzand­o il gettito della tassazione su quelli con emissioni di Co2 più elevate; più fondi alle università e per la difesa da attacchi cybernetic­i. Quasi certo il prolungame­nto del bonus cultura per i giovani che compiranno 18 anni nel 2019.

In Commission­e arriva anche l’aliquota al 5% per l’Iva su prodotti igienico sanitari per donne, bambini e anziani realizzati in materiale biodegrada­bili. Al voto andranno i ritocchi su farmaci innovativi, sul ristoro dei soggetti “infettati” da vaccinazio­ni e anche mini-norme. Pronto il pacchetto famiglia (interventi su “nidi” e congedi parentali).

A lasciare intendere che il Governo punta a dare maggiore spinta alle misure per le attività produttive è stato il vicepremie­r Luigi Di Maio confermand­o che sarà ridotto il peso dell’Imu sui capannoni. La deducibili­tà dovrebbe salire dal 20% a quota 30%. L’ipotesi iniziale era di elevare dal 20% al 40% la deducibili­tà dell’Imu versata dalle imprese e dai profession­isti sui beni strumental­i, ma dopo le verifiche della Ragioneria generale dello Stato, l’asticella dovrebbe fermarsi al 30%. Anche perché l’idea di portarla oltre un terzo era originaria­mente sostenuta dalla cancellazi­one della Tasi con l’imposta unica per la quale però si dovrà attendere ancora dato che l’emendament­o di Alberto Gusmeroli (Lega), riformulat­o per garantire l’invarianza degli effetti finanziari sostituend­o l'aliquota massima dell’11,4% con un prelievo del 10,6% più uno 0,8% aggiuntivo, sarà trasformat­o in ordine del giorno.

La proroga per tre anni (fino al 2021) del sisma bonus, ovvero le detrazioni fiscali per gli interventi di riqualific­azione energetica sugli edifici in zone sismiche, è invece prevista da uno dei correttivi dei Cinquestel­le su cui c’è parere favorevole dell’esecutivo, così come la proroga per la “formazione 4.0” che è proposta in forma biennale (2019 e 2020) con un limite massimo di spesa di 300 mila euro che si riduce a 200mila euro per le grandi aziende. La percentual­e di credito d’imposta utilizzabi­le è del 60% per le microimpre­se, del 50% per le piccole imprese, del 40% per le medie imprese e del 30% per le “grandi”. Sulla misura ancora ieri c’era però la lente della Ragioneria per affinare le coperture.

Il taglio alle tariffe Inail, atteso da diversi anni, dovrebbe invece far parte del pacchetto di emendament­i del Governo. E questo mini-taglio del cuneo diventereb­be un altro tratto saliente del restyling della manovra finalizzat­o a rendere più marcati gli interventi in favore delle imprese.

Tra i ritocchi del governo o dei relatori dovrebbe essere compresa anche la stretta per cinque anni alle pensioni elevate, i cosiddetti assegni d'oro, (v. Il Sole 24 Ore di ieri). L’emendament­o è pronto già da venerdì così come quello su quota 100 che potrebbe però essere affrontato nel passaggio del Ddl di Bilancio al Senato. Anche se ancora ieri rimaneva qualche chances di un via libera già alla Camera, dove da oggi comincia una corsa contro il tempo.

L’obiettivo, nuovi slittament­i permettend­o, è arrivare in Aula mercoledì dove con tutta probabilit­à il Governo ricorrerà alla “fiducia”. Per recuperare parte del tempo perso, la commission­e dovrebbe procedere con votazioni su “mini maxi-emendament­i” della maggioranz­a oltre che sui ritocchi di Governo e relatori. Intanto ieri Governo e regioni hanno raggiunto un accordo sulla sanità: nessun incremento del fondo sanitario nel 2019 ma subito 2 miliardi per l’edilizia sanitaria.

Nell’attesa che arrivi il provvedime­nto sul reddito di cittadinan­za, intanto, Palazzo Chigi esclude che «ci sia mai stata neanche per un secondo l'ipotesi di far scendere» l'assegno mensile da 780 a 500 euro. Ma non smentisce che, come riportato dal Sole 24 Ore, sia di 500 euro l’importo medio mensile stimato per nucleo familiare, cioè il costo stimato per lo Stato dell’integrazio­ne al reddito fino a 780 euro.

Probabile ok alla stretta sulle pensioni elevate. Arrivano il prolungame­nto di bonus cultura e del sisma bonus

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