«Ora i nuovi entranti sono più guardinghi»
C’è chi compra sofferenze, ovvero i grandi fondi di investimento. E c’è chi vende, ovvero le banche. Roberto Nicastro è uno dei pochi manager che può dire di essere stato da entrambe le parti della barricata: dal 2015 al 2017, in qualità di presidente delle quattro Good banks (Marche, Etruria, Carife e Chieti), ha curato la cessione di 2,5 miliardi di Npl e poi la vendita degli istituti a Ubi e Bper; da marzo di quest’anno, invece, è senior advisor per l’Europa del fondo di private equity Cerberus, uno dei più grandi acquirenti al mondo di Npl.
Come è cambiato il mercato italiano degli Npl negli ultimi anni? È un mercato che ha fatto passi da gigante in termini di crescita delle competenze. Negli ultimi 3 o 4 anni le banche hanno riconosciuto l’esistenza di un problema, ci hanno ragionato sopra e cercato di gestire il fenomeno. Dal lato degli acquirenti, gli investitori sono aumentati e si sono dotati di piattaforme. Ma attorno si è sviluppata un’intera industry: i grandi studi legali e le società di consulenza hanno sviluppato divisioni ad hoc, i media hanno acceso i riflettori sul tema.
Il mercato degli Npl è più efficiente?
Non c’è dubbio. Anche perchè è stato fatto un gran lavoro di recupero di dati da parte delle banche relativi ai crediti e alle garanzie, un processo che pure non è ancora concluso ma che aiuta nella trasparenza. E non a caso sul mercato sono arrivati i volumi, come confermato dal picco registrato nel primo semestre 2018. Va detto però che da allora qualcosa è cambiato.
Che cosa?
Sono cambiate le prospettive macro del Paese: l’aumento del rischio italia, segnalato dall’allargamento dello spread, ha fatto sì che molti nuovi entranti si facessero più guardinghi. Il maggior rischio impatta sulle curve di recupero dei crediti, e ciò pesa sui prezzi offerti dai fondi. A questo va aggiunto come uno scenario di aumento dei tassi di interesse porti gli investitori a indebitarsi a tassi più alti e questo generi ulteriore pressione sui prezzi di acquisto.
Le operazioni di pulizia rischiano di essere più difficili?
In parte sì. Ci sono settori che comunque vediamo in crescita: come Cerberus abbiamo acquistato una società (Officine Cst, ndr) che si occupa del recupero del credito verso la Pa, un segmento che riteniamo promettente. Di sicuro il fardello delle sofferenze che ancora sono sul mercato dovrà essere alleggerito: le indicazioni della Vigilanza sono chiare e da questo non si può prescindere.