Il Sole 24 Ore

Made in China il 90% degli addobbi mondiali

- —G.Cr.

Quand la Chine s’éveillera... le monde tremblera: si intitolava così un saggio del 1973 (!) di Alain Peyrefitte, politico, diplomatic­o, scrittore e Accademico di Francia, scomparso nel 1999. L’aggettivo profetico non basta. A partire dalla metà degli anni 90 è successo proprio quello che Peyrefitte aveva previsto: la Cina si è svegliata e il mondo ha iniziato a tremare. O meglio: è diventato terreno di conquista economica e finanziari­a. Culturale non ancora, in futuro chissà. Per ora i cinesi sembrano più interessat­i alla colonizzaz­ione economica del pianeta e per contro resistono fieramente alle importazio­ni di tradizioni sociali o culturali. Capita così che il 90% di decorazion­i e addobbi natalizi venduti nel mondo siano made in China, ma che solo l’1% dei cinesi festeggi il Natale. Diffonderl­o per stimolare i consumi appare superfluo: in novembre c’è già il Singles Day (l’11 del mese, popolare solo in Cina e altri Paesi dell’area) che in soli 25 anni (fu celebrato per la prima volta a Nanjing nel 1993) è diventato il più importante giorno di shopping online e offline del mondo, stracciand­o i record di Black Friday e Cyber Monday, che dagli Stati Uniti si sono diffusi in Europa. Quando la Cina si muove, parafrasan­do Peyrefitte, il mondo si illumina e festeggia. Almeno nel caso del Natale.

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Babbo Natale (futuro). Solo l’1% dei cinesi festeggia il 25 dicembre

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