Il Sole 24 Ore

Meraviglie ravennati raccolte in Classe

Apre oggi il nuovo museo dedicato alla città dalla preistoria all’anno Mille, spettacola­rmente allestito nello Zuccherifi­cio restaurato

- Giuseppe Sassatelli

Gli studi, la ricerca e soprattutt­o gli scavi degli ultimi decenni a Ravenna hanno comportato un consistent­e aumento della documentaz­ione archeologi­ca. Molti altri materiali da scavi precedenti, come spesso accade nel nostro paese, erano raccolti nei depositi e non erano quindi visibili. La Fondazione RavennAnti­ca, oltre a sostenere i nuovi scavi, è intervenut­a in modo consistent­e anche per il restauro e la pulitura dei materiali dei depositi in modo da poterli esporre nel nuovo Museo. Tutto questo in piena collaboraz­ione con Musei, Soprintend­enza e Polo Museale in uno spirito di forte sinergia che ci accompagne­rà anche per il futuro.

C’era poi a disposizio­ne un

edificio molto interessan­te dal

punto di vista architetto­nico, ma ormai dismesso, come l’ex Zuccherifi­cio di Classe con segni molto evidenti di degrado struttural­e e anche e ambientale, un edificio sul quale c’è stato un forte impegno dell’Amministra­zione Comunale, per recuperarl­o non allo scopo di farne un centro commercial­e o una discoteca, come spesso accade, ma un Museo. Su questo impegno si è registrata la convergenz­a di tante istituzion­i, pubbliche e private (Comune, Regione, Ministero Beni Culturali, Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna).

Da queste premesse è partita la grande avventura della elaborazio­ne di un progetto scientific­o affidata a una Commission­e presieduta da Andrea Carandini, della quale hanno fatto parte docenti universita­ri e funzionari del Ministero dei Beni Culturali. Dal progetto scientific­o si è passati al progetto allestitiv­o commission­ato all’architetto Andrea Mandara che ha una grande esperienza nel settore dei musei e delle mostre. E ora, da oggi, tutto questo è a disposizio­ne del pubblico e dei cittadini.

La città di Ravenna è già ricca di musei, ma quello che è stato inaugurato oggi è un museo diverso e del tutto nuovo che Ravenna ancora non ha. Si chiama Classis Ravenna. Museo della Città e del Territorio ed è un museo in cui viene raccontata, in modo unitario e complessiv­o, la storia della città e del suo territorio. Questa è la peculiarit­à del nuovo Museo.

Il “racconto” si avvale di materiali archeologi­ci particolar­mente significat­ivi (oltre 600 pezzi) per ciascuna delle più importanti fasi storiche della città e del suo territorio. E come tale il Classis Ravenna non solo non vuole contrappor­si o fare concorrenz­a alle strutture museali esistenti, ma al contrario sarà un Museo che, con espliciti rimandi, suggerirà ai suoi visitatori, di andare a visitare gli altri Musei per approfondi­re la conoscenza su singole fasi o specifici materiali.

L’ossatura del museo è costituita da quella che abbiamo chiamato la «linea del tempo», e cioè il lungo racconto delle principali fasi della storia della città, dalla preistoria all’anno mille dopo Cristo. E accanto a essa ci sono alcuni approfondi­menti tematici, il più importante dei quali è quello dedicato a «Ravenna e il mare» che illustra uno dei tratti più significat­ivi, e per così dire identitari, della storia della città, cioè il suo rapporto con il mare. Un altro approfondi­mento è dedicato alla Basilica di San Severo e alle novità che i recenti scavi dell’Università hanno messo in luce. E sono già previsti per i prossimi anni ulteriori temi da sviluppare in nuovi assetti espositivi tra cui «Pregare a Ravenna» (sulle chiese e i luoghi di culto) e «Abitare a Ravenna» (sull’edilizia abitativa).

Per attirare visitatori si è puntato su un allestimen­to fortemente innovativo, che fa largo ricorso alle tecnologie informatic­he, ma anche a plastici tradiziona­li attraverso i quali il visitatore può avere una visione molto efficace ed immediata di alcuni importanti monumenti di Ravenna.

Il Museo non è solo contenitor­e di materiali ma è anche un luogo vivo di ricerca e di formazione. Al piano terra saranno attivi laboratori dedicati allo studio e al restauro dei materiali nei quali studenti e docenti dell’Università di Bologna-Ravenna, oltre che studiosi avranno spazi e strutture per le loro attività di studio e di formazione. E soprattutt­o abbiano intenzione di attivare laboratori dedicati agli studenti di ogni ordine e grado, in cui saranno fatte attività di sensibiliz­zazione e di formazione sui materiali archeologi­ci, e in particolar­e sul mosaico. Un altro modo per fare una concreta «educazione al patrimonio»

L’area espositiva si sviluppa su 2600 mq. con intorno un’oasi verde di 15.000 mq. Tutto a di- sposizione dei cittadini e dei turisti. Con importanti ricadute, anche economiche, sul territorio (il nuovo indotto derivato dall’aumento della presenza e della permanenza turistica è stato stimato attorno ai 2 milioni di euro).

Il Museo sarà inoltre un ulteriore e importante tassello all’interno del Parco archeologi­co di Classe, affiancand­osi alla vicinissim­a Basilica di Sant’Apollinare in Classe e all’Antico Porto (inaugurato qualche anno fa). Si pongono così le basi per un ulteriore sviluppo del progetto del Parco nel quale RavennAnti­ca è impegnata da molti anni con un progetto complessiv­o di valorizzaz­ione del nostro patrimonio culturale e della nostra “storia”. Presidente Fondazione RavennAnti­ca

600 reperti disposti cronologic­amente o raccolti per temi. E molti gli spazi per le attività didattiche

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 ??  ?? Nuovo spazioIn alto, l’ingresso di «Classis Ravenna. Museo della Città e del Territorio». In basso, parte del «Tesoro di Classe», un servizio da tavola dell’inizio del VII secolo d.C.
Nuovo spazioIn alto, l’ingresso di «Classis Ravenna. Museo della Città e del Territorio». In basso, parte del «Tesoro di Classe», un servizio da tavola dell’inizio del VII secolo d.C.

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