Meraviglie ravennati raccolte in Classe
Apre oggi il nuovo museo dedicato alla città dalla preistoria all’anno Mille, spettacolarmente allestito nello Zuccherificio restaurato
Gli studi, la ricerca e soprattutto gli scavi degli ultimi decenni a Ravenna hanno comportato un consistente aumento della documentazione archeologica. Molti altri materiali da scavi precedenti, come spesso accade nel nostro paese, erano raccolti nei depositi e non erano quindi visibili. La Fondazione RavennAntica, oltre a sostenere i nuovi scavi, è intervenuta in modo consistente anche per il restauro e la pulitura dei materiali dei depositi in modo da poterli esporre nel nuovo Museo. Tutto questo in piena collaborazione con Musei, Soprintendenza e Polo Museale in uno spirito di forte sinergia che ci accompagnerà anche per il futuro.
C’era poi a disposizione un
edificio molto interessante dal
punto di vista architettonico, ma ormai dismesso, come l’ex Zuccherificio di Classe con segni molto evidenti di degrado strutturale e anche e ambientale, un edificio sul quale c’è stato un forte impegno dell’Amministrazione Comunale, per recuperarlo non allo scopo di farne un centro commerciale o una discoteca, come spesso accade, ma un Museo. Su questo impegno si è registrata la convergenza di tante istituzioni, pubbliche e private (Comune, Regione, Ministero Beni Culturali, Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna).
Da queste premesse è partita la grande avventura della elaborazione di un progetto scientifico affidata a una Commissione presieduta da Andrea Carandini, della quale hanno fatto parte docenti universitari e funzionari del Ministero dei Beni Culturali. Dal progetto scientifico si è passati al progetto allestitivo commissionato all’architetto Andrea Mandara che ha una grande esperienza nel settore dei musei e delle mostre. E ora, da oggi, tutto questo è a disposizione del pubblico e dei cittadini.
La città di Ravenna è già ricca di musei, ma quello che è stato inaugurato oggi è un museo diverso e del tutto nuovo che Ravenna ancora non ha. Si chiama Classis Ravenna. Museo della Città e del Territorio ed è un museo in cui viene raccontata, in modo unitario e complessivo, la storia della città e del suo territorio. Questa è la peculiarità del nuovo Museo.
Il “racconto” si avvale di materiali archeologici particolarmente significativi (oltre 600 pezzi) per ciascuna delle più importanti fasi storiche della città e del suo territorio. E come tale il Classis Ravenna non solo non vuole contrapporsi o fare concorrenza alle strutture museali esistenti, ma al contrario sarà un Museo che, con espliciti rimandi, suggerirà ai suoi visitatori, di andare a visitare gli altri Musei per approfondire la conoscenza su singole fasi o specifici materiali.
L’ossatura del museo è costituita da quella che abbiamo chiamato la «linea del tempo», e cioè il lungo racconto delle principali fasi della storia della città, dalla preistoria all’anno mille dopo Cristo. E accanto a essa ci sono alcuni approfondimenti tematici, il più importante dei quali è quello dedicato a «Ravenna e il mare» che illustra uno dei tratti più significativi, e per così dire identitari, della storia della città, cioè il suo rapporto con il mare. Un altro approfondimento è dedicato alla Basilica di San Severo e alle novità che i recenti scavi dell’Università hanno messo in luce. E sono già previsti per i prossimi anni ulteriori temi da sviluppare in nuovi assetti espositivi tra cui «Pregare a Ravenna» (sulle chiese e i luoghi di culto) e «Abitare a Ravenna» (sull’edilizia abitativa).
Per attirare visitatori si è puntato su un allestimento fortemente innovativo, che fa largo ricorso alle tecnologie informatiche, ma anche a plastici tradizionali attraverso i quali il visitatore può avere una visione molto efficace ed immediata di alcuni importanti monumenti di Ravenna.
Il Museo non è solo contenitore di materiali ma è anche un luogo vivo di ricerca e di formazione. Al piano terra saranno attivi laboratori dedicati allo studio e al restauro dei materiali nei quali studenti e docenti dell’Università di Bologna-Ravenna, oltre che studiosi avranno spazi e strutture per le loro attività di studio e di formazione. E soprattutto abbiano intenzione di attivare laboratori dedicati agli studenti di ogni ordine e grado, in cui saranno fatte attività di sensibilizzazione e di formazione sui materiali archeologici, e in particolare sul mosaico. Un altro modo per fare una concreta «educazione al patrimonio»
L’area espositiva si sviluppa su 2600 mq. con intorno un’oasi verde di 15.000 mq. Tutto a di- sposizione dei cittadini e dei turisti. Con importanti ricadute, anche economiche, sul territorio (il nuovo indotto derivato dall’aumento della presenza e della permanenza turistica è stato stimato attorno ai 2 milioni di euro).
Il Museo sarà inoltre un ulteriore e importante tassello all’interno del Parco archeologico di Classe, affiancandosi alla vicinissima Basilica di Sant’Apollinare in Classe e all’Antico Porto (inaugurato qualche anno fa). Si pongono così le basi per un ulteriore sviluppo del progetto del Parco nel quale RavennAntica è impegnata da molti anni con un progetto complessivo di valorizzazione del nostro patrimonio culturale e della nostra “storia”. Presidente Fondazione RavennAntica
600 reperti disposti cronologicamente o raccolti per temi. E molti gli spazi per le attività didattiche