CHE BUONO IL BISTROT DELLA BORGATA!
Centocelle: una borgata ro
mana che ricorda la banlieu parigina, così come il locale Mazzo (via delle Rose,54), mi fa tornare a quel fenomeno, che è passato alla storia della cucina francese, come bistromania. Un locale
mignon con tavolo sociale (solo 10 posti), lampadine appese, una scritta a parete «Gin corner» che potrebbe essere sostituita da: working in progress . Qui Marco e Francesca sono riusciti a creare in pochi metri un qualcosa di unico: l’attesa infatti è di una cucina romana, casereccia, trasbordante nel piatto, così come usa nelle case di borgata.
Invece i piatti sono sorprendenti, insoliti, vagabondi con connotati estetici. Lo spaghettone Mancini con aglio, baccalà e paprika affumicata ha una sua leggerezza inaspettata, mentre sono rimasto colpito dalla lingua di fassone, uovo barzotto, salsa verde, giardiniera di rape e cipolle perché il taglio della lingua è spesso qualche dita e non a carpaccio, così fatto si apprezza maggiormente il suo sapore inconfondibile. Il piatto dove decisamente si vede la mano dei cucinieri è la pancia di maiale in cottura cinese, verdure agropiccanti, cipollotto fresco.
Il menu offre anche altre suggestioni: ho rubato una forchettata di rigatoni alla carbonara e un cucchiaio di uovo al tegamino, gamberi e saturnino. Mi è molto piaciuto chiudere con ricotta, crumble di mandorle, frutti di bosco con l’interessante presenza di olio extra vergine. Ben selezionata la carta dei vini “naturali”. Sine qua non