Il Sole 24 Ore

CHE BUONO IL BISTROT DELLA BORGATA!

- Davide Paolini

Centocelle: una borgata ro

mana che ricorda la banlieu parigina, così come il locale Mazzo (via delle Rose,54), mi fa tornare a quel fenomeno, che è passato alla storia della cucina francese, come bistromani­a. Un locale

mignon con tavolo sociale (solo 10 posti), lampadine appese, una scritta a parete «Gin corner» che potrebbe essere sostituita da: working in progress . Qui Marco e Francesca sono riusciti a creare in pochi metri un qualcosa di unico: l’attesa infatti è di una cucina romana, casereccia, trasbordan­te nel piatto, così come usa nelle case di borgata.

Invece i piatti sono sorprenden­ti, insoliti, vagabondi con connotati estetici. Lo spaghetton­e Mancini con aglio, baccalà e paprika affumicata ha una sua leggerezza inaspettat­a, mentre sono rimasto colpito dalla lingua di fassone, uovo barzotto, salsa verde, giardinier­a di rape e cipolle perché il taglio della lingua è spesso qualche dita e non a carpaccio, così fatto si apprezza maggiormen­te il suo sapore inconfondi­bile. Il piatto dove decisament­e si vede la mano dei cucinieri è la pancia di maiale in cottura cinese, verdure agropiccan­ti, cipollotto fresco.

Il menu offre anche altre suggestion­i: ho rubato una forchettat­a di rigatoni alla carbonara e un cucchiaio di uovo al tegamino, gamberi e saturnino. Mi è molto piaciuto chiudere con ricotta, crumble di mandorle, frutti di bosco con l’interessan­te presenza di olio extra vergine. Ben selezionat­a la carta dei vini “naturali”. Sine qua non

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