Viaggi romantici e Lieder nordici
Recital di Canto, così è chiamato il ciclo, consolidato e molto seguito, in cui cantanti impegnati nelle opere in cartellone si presentano anche in una serata cameristica, accompagnati dal solo pianoforte. È una linea di programmazione di alto rilievo qualitativo e importante per l’evidenza che offre anche ai capolavori della musica vocale da camera. Sono serate che possono prendere la via delle arie d’opera, precedute magari dalle romanze ottocentesche – seguite da serie di bis furoreggianti; oppure puntare a Nord, al mondo del Lied romantico.
Al primo gruppo appartengono i recital con il tenore Fabio Sartori (24 febbraio), con arie di Rossini, Verdi, Leoncavallo, Mascagni, Tosti; la soprano Jessica Pratt (20 maggio), con Mozart, Rossini, Donizetti, Arditi, Strauss; il baritono Luca Salsi (4 marzo) che presenta un raffinato impaginato italiano – ma non d’opera. Per gli altri quattro concerti si può invece usare più propriamente il concetto di Liederabend, “serata liederistica”, cioè di Lieder. Il Lied è l’essenza dell’anima tedesca – secondo Thomas Mann, nella Montagna incantata. Significa “canto”, o “canzone”. Per noi italiani il termine è legato a quel genere particolare di “canto” che ha stretto un vincolo indissolubile con la musica romantica.
Il 14 gennaio il baritono Christian Gerhaher interpreta il celebre ciclo Viaggio d’inverno di Schubert. Schubert era il Lied – e questo ciclo uno dei suoi massimi raggiungimenti. Ne capiremo tutte intere le bellezze e ne spremeremo il senso globale, espressivo e musicale; sia che lo interpretiamo come la storia di un innamorato tradito che precipita nell’angoscia e nella follia, sia che invece lo traduciamo nel simbolo di un’umanità alle prese col mistero insoluto della gioia e del dolore, della speranza e della disperazione, della vita e della morte, facendone così un’allegoria di un destino universale.
Il 27 gennaio, con la mezzosoprano francese Marianne Crebassa – di recente alla Scala nel Tamerlano di Händel - ci spostiamo nel regno della mélodie, subito iniziando con le Trois Mélodies de Verlaine, scritte da un ventinovenne Debussy. Il simbolista Verlaine è il poeta che rimase più costantemente vicino a Debussy, in quel periodo. Programma tutto francese, seguendo splendidamente con Ravel, Fauré, Duparc. Il 17 marzo la soprano Krassimira Stoyanova affiancherà a celebri Lieder di Schubert e R. Strauss pezzi meno noti di Korngold; e poi uno dei più importanti cicli russi, i Canti e danze della morte di Musorgskij. Degna conclusione il 16 giugno con il basso Günther Groissböck e uno dei vertici, i Liederkreis op. 39 di Schumann, puro paesaggio romantico, la natura spalancata ad accogliere la quiete e la notte (ascoltate bene Notte di luna e Notte di primavera).