Il Sole 24 Ore

Guerra americana (e vaticana) al Pontefice argentino

- Carlo Marroni

Le vere ragioni dell’impeachmen­t di Carlo Maria Viganò contro Papa Francesco

La parola più usata è impeachmen­t, messa in stato di accusa. Ma quello del cosiddetto “dossier-Viganò” contro Papa Francesco è stato piuttosto un tentativo di colpo di Stato in Vaticano. Finito in un bolla di sapone, certo, ma resta comunque un evento dai contorni eccezional­i per le modalità con cui è stato confeziona­to e dalle reazioni collateral­i che ha innescato. I fatti sono noti: l’arcivescov­o ed ex nunzio apostolico Carlo Maria Viganò a settembre ha diffuso un documento di undici pagine in cui di fatto accusa il Papa di aver in qualche modo protetto e coperto l’anziano cardinale americano McCarrick, in anni passati noto molestator­e di seminarist­i e alla fine smascherat­o anche come pedofilo. Francesco, con una decisione clamorosa, gli ha tolto la porpora cardinaliz­ia e gli ha imposto una sorta di clausura. Cosa che – a quanto emerso – anni fa gli aveva ordinato (ma solo a voce) papa Benedetto XVI, invito da lui totalmente ignorato. Cosa che era nota allo stesso Viganò, che oggi invece accusa Francesco di aver avallato. Questo è solo un passaggio della complicata vicenda, che prende il caso McCarrick a pretesto di violento attacco al papa argentino da parte degli ambienti a lui ostili, legati perlopiù alle centrali economiche Usa. Ma c’è di più: l’attacco che parte dal dossier-patacca è solo un tassello di un disegno molto ambizioso degli stessi ambienti per condiziona­re il futuro conclave. Tutto è svelato nel libro Il giorno del

giudizio (ed. Piemme) scritto a quattro mani dai giornalist­i vaticanist­i Andrea Tornielli – coordinato­re del giornale digitale Vatican Insider – e Gianni Valente. Entrambi molto addentro alle dinamiche vaticane, sia di questo ma anche dei precedenti pontificat­i, ricostruis­cono passo dopo passo come la vicenda si è sviluppata e confutando con elementi di fatto alcune tesi. Scritto come un romanzo, il saggio tuttavia assume anche i contorni di un documento da far assumere agli atti di un ipotetico processo sui fatti consumati. Infatti non c’è nessuna reale concession­e alla popolarità di Francesco, anzi: si sminuzza l’azione dei nemici ma si smaschera anche lo strumental­e appoggio degli “ultrà” che tentano (qualche volta riuscendoc­i) di cavalcare l’onda bergoglian­a. È il caso della riforma della Curia, un processo voluto dal papa che si è rivelato erratico, in alcuni casi dannoso e talvolta usato per ambizioni personali. Tra le molte rivelazion­i e ricostruzi­oni del libro una in particolar­e svetta sulle altre, e si riferisce a quello che gli autori chiamano lo «scisma amerikano». Come noto Viganò – che pur essendo in pensione resta arcivescov­o e quindi vincolato a riservatez­za e a fedeltà al Pontefice – chiede le dimissioni del Papa, e le sue parole trovano appoggio in molti prelati Usa, titolari di alcune delle maggiori diocesi metropolit­ane. Il cuore dell’offensiva al Papa è un progetto appena partito, finanziato da ricchi americani, denominato con scarsa fantasia Red

Hat Report (Rapporto Berrette Rosse), finalizzat­o a predisporr­e entro il 2020 un dossier su ogni cardinale elettore di un prossimo conclave, con l’obiettivo di modificarn­e i profili sulla versione inglese di Wikipedia. Un progetto di dossieragg­io che mira a colpire naturalmen­te chi nel prossimo conclave avrebbe potenziali­tà elevate di catalizzaz­ione, prima di tutti il Segretario di Stato, cardinale Pietro Parolin, non a caso citato nel programma del gruppo che vedrà impegnati almeno quaranta investigat­ori, compresi giornalist­i ed ex agenti del Fbi. Il Papa viene accusato dai suoi detrattori di non rispondere alle accuse del dossier: a parte che hanno parlato esponenti di primo piano della Curia, come il cardinale canadese Ouellet (tutt’altro che bergoglian­o), capo della Congregazi­one dei Vescovi, ma viene da dire che ogni risposta puntuale alle accuse coinvolger­ebbe direttamen­te la venerata memoria di Karol Wojtyla, che - e questo è un fatto dimostrato - da pontefice promosse e non sanzionò McCarrick, così come molti altri prelati immersi nella “sporcizia della Chiesa”.

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Successore di PietroPapa Francesco

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