Il Sole 24 Ore

Trasporti eccezional­i ko per burocrazia e strade vecchie

Per ottenere una autorizzaz­ione servono almeno 5 o 6 settimane A causa dei nuovi limiti gli itinerari si allungano e così crescono i costi

- Enrico Netti

Non basta essere la seconda potenza industrial­e d’Europa quando non si riesce ad assicurare la consegna puntuale di grandi caldaie, motori navali, turbine, frese meccaniche, macchine da cantiere e altri manufatti oversize. Non è una questione di dimensioni, ma di carichi troppo elevati per infrastrut­ture vecchie e malmesse.

Non è sufficient­e essere la seconda potenza industrial­e d’Europa quando non si è in grado di assicurare la consegna puntuale di grandi caldaie, motori navali, turbine, frese meccaniche, macchine da cantiere e altri manufatti oversize. Soprattutt­o quando non è una questione di dimensioni ma di pesi. Quando, per esempio, si devono movimentar­e mezzi che superano le 80-90 tonnellate di portata si finisce con lo stressare ponti e viadotti con decine di anni di esercizio sulle spalle e una manutenzio­ne quasi inesistent­e. In altre parole infrastrut­ture vecchie e malmesse.

«L’Italia è tagliata in più parti a partire dalle direttrici Nord-Sud lungo le dorsali tirrenico e adriatica - spiega Andrea Innamorato, responsabi­le commercial­e di Fagioli, società leader nel mondo nei trasporti eccezional­i -. Ci sono poi altre difficoltà lungo l’asse Est-Ovest, per raggiunger­e dal Nord Italia il porto di Genova, per finire con il Mezzogiorn­o dove, per esempio, lungo la tratta da Napoli a Bari troviamo grosse restrizion­i». Una serie di colli di bottiglia che frenano la circolazio­ne dei prodotti finiti lungo la penisola.

A fare scattare l’allarme deficit infrastrut­ture non è stato il crollo del ponte Morandi. Per trovare il momento zero bisogna tornare all’ottobre 2016 quando sulla superstrad­a 36 Milano-Lecco crollò, facendo una vittima, per un cedimento struttural­e il ponte di Annone Brianza. La tragedia avvenne immediatam­ente dopo il passaggio di un tir con un peso complessiv­o di 107,5 tonnellate.

«I vincoli ci sono sempre stati ma da allora si è creata una situazione di allarme con forti restrizion­i per i trasporti eccezional­i - continua Innamorato -. Le verifiche struttural­i preventive sui manufatti stradali come ponti e viadotti in fase di autorizzaz­ione hanno portato alla luce una situazione delle infrastrut­ture certamente critica e quello che è successo negli ultimi 18 mesi non si era mai visto in venti anni». Molti viadotti e ponti sono al limite, altri stati declassati, altri ancora chiusi perché l’ente proprietar­io era conscio che la portata non era più adeguata. Nei casi migliori è stato dato il via a lavori urgenti di consolidam­ento.

Questa indispensa­bile stretta ha fatto aumentare le richieste di perizie tecniche preventive all’autorizzaz­ione soprattutt­o quanto il carico complessiv­o supera le 100 tonnellate. «Prima del crollo di Annone le perizie erano richieste in circa il 5% dei casi oggi siamo al 10% e per numerose strade sono stati fissati dei limiti di carico ben precisi» aggiunge Floriano Urso, responsabi­le permessi e scorte della Gruber logistics, società specializz­ata a cui quest’anno sono stati affidati circa 600 trasporti speciali. Una via obbligata, unitamente ai maggiore controlli, per garantire l’indispensa­bile sicurezza.

Le conseguenz­e per le imprese? Un deciso aumento dei tempi per ottenere le autorizzaz­ioni. Se prima dell’autunno 2016 erano necessarie 3 o 4 settimane per ottenere le autorizzaz­ioni per movimentar­e, per esempio, un carico di 90 tonnellare oggi per ottenere gli stessi documenti servono almeno 5 o 6 settimane. E la sensazione che trapela dalle parole degli addetti ai lavori è che tra i funzionari degli enti gestori ci sia un certo timore nel porre l’ultima firma.

In più a causa dei nuovi limiti gli itinerari concordati per raggiunger­e il luogo di consegna si allungano e così crescono i costi. «Al cliente non si può più dare un costo standard e si applicano clausole come “salvo cantiere” o “limite di portata”» dice Urso. Di fatto questa situazione finisce per penalizzar­e ulteriorme­nte le imprese del manifattur­iero costrette a fare fronte a quella che si può considerar­e una tassa occulta causata al deficit infrastrut­turale. Se prima della disgrazia di Annone per la tratta da Monza al porto di Marghera si spendevano circa 20mila euro ora il budget è lievitato a 70mila. Costi extra che i committent­i esteri del manifattur­iero nazionale cercano di non pagare.

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Giganti nella notte.I trasporti «oversize», quelli oltre le 100 tonnellate, sono rallentati da infrastrut­ture datate e autorizzaz­ioni lente da ottenere
 ??  ?? Oversize. La viabilità con i suoi datati ponti e viadotti costituisc­e il collo di bottiglia dei trasporti eccezional­i
Oversize. La viabilità con i suoi datati ponti e viadotti costituisc­e il collo di bottiglia dei trasporti eccezional­i

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