Il Sole 24 Ore

UniCredit cade sui derivati di Euroterme

Sentenza di primo grado a Bologna per una vicenda che risale al 2007

- Laura Serafini

Il tribunale civile di Bologna condanna in primo grado UniCredit a risarcire circa 10 milioni di euro per contratti derivati stipulati a copertura delle oscillazio­ni del tasso di interesse variabile e imposti dalla banca a un cliente a fronte della concession­e di un mutuo da 30 milioni con scadenza 2032. La vicenda era iniziata nel 2007 e vedeva come contropart­e Euroterme spa, proprietar­ia di un albergo con terme a Bagno di Romagna.

Il tribunale civile di Bologna condanna in primo grado Unicredit a risarcire circa 10 milioni di euro per contratti derivati stipulati a copertura delle oscillazio­ni del tasso di interesse variabile e imposti dalla banca a un cliente a fronte della concession­e di un mutuo da 30 milioni di euro con scadenza 2032. La vicenda era iniziata nel 2007 e vedeva come contropart­e dell’istituto di credito la società Euroterme spa, proprietar­ia di un albergo con terme a Bagno di Romagna. Allora la banca aveva portato il cliente a sottoscriv­ere, fuori dai locali commercial­i, un primo contratto di interest rate swap con un valore nozionale di 18 milioni di euro a un tasso del 4,7 per cento. Il contratto era impostato in modo tale da generare, già in partenza, flussi finanziari negativi - in termini di mark to market - a carico del cliente (stimati in 3,6 milioni nell’arco del periodo). Nel 2014 il contratto di swap viene estinto anticipata­mente, proprio perchè eccessivam­ente oneroso, ed Euroterme viene spinta a stipulare un nuovo contratto con un costo di sostituzio­ne di 5,2 milioni di euro. Anche il nuovo contratto, però, produceva flussi finanziari negativi a carico del cliente.

Euroterme ha deciso di adire le vie legali, poichè non era stata chiarament­e informata delle implicazio­ni negative dei derivati stipulati (in particolar­e del mark to market negativo in partenza) e ritenendo, dunque, che i tassi applicati dalla banca attraverso i derivati fossero da usura. Tra le motivazion­i che hanno spinto Euroterme, assistita dall’avvocato Paolo Bontempi, a citare in giudizio la banca, c’è la mancanza del rispetto delle norme che regolano la negoziazio­ne di strumenti finanziari speculativ­i. Il cliente ha chiesto che fosse riconosciu­ta la nullità dei contratti di swap e la restituzio­ne della somma di 10 milioni complessiv­i, di cui 4,7 milioni riconducib­ili ai due contratti derivati e 6,197 milioni per gli interessi pagati sul mutuo. Il giudice di Bologna ha accolto tutte le istanze della parte ricorrente.

«È convinzion­e di questo giudice - si legge nella sentenza - che tutti gli elementi dell’alea, ivi inclusi gli scenari ad essa conseguent­i, sia favorevoli che non, che costituisc­ono e integrano la causa del contratto derivato e, quindi, tutte le informazio­ni che attengano alla determinab­ilità del rischio, ivi inclusa l’asimmetria iniziale tra prestazion­i, debbano necessaria­mente essere, ex ante, ben definiti e conosciuti con certezza dal cliente, indipenden­temente dalle distinzion­i fra scopo di copertura o speculativ­o tout court e fermo restando che l’alea non deve essere necessaria­mente simmetrica sul piano quali-quantitati­vo. In difetto di tale elementi, il contratto di interest rate swap deve considerar­si nullo».

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AGF Il gruppo UniCredit.Il quartiere generale di Milano

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