Il Sole 24 Ore

Più poteri al fondo salva-Stati

Eurogruppo/1. L’Esm sarà dotato di un paracadute finanziari­o per la risoluzion­e delle banche in crisi Eurogruppo/2. Facilitata la ristruttur­azione del debito pubblico, aiuti solo ai Paesi con deficit inferiore al 3% del Pil

- Beda Romano Dal nostro corrispond­ente BRUXELLES

Dopo 18 ore di negoziato, i ministri delle Finanze dell’Unione europea hanno trovato nella notte tra lunedì e martedì un’intesa su una tabella di marcia per rafforzare l’Unione monetaria. I paesi membri si sono accordati sulle grandi linee di un bilancio della zona euro, ma hanno rinviato nuovamente l’assicurazi­one in solido dei depositi. In compenso hanno deciso di facilitare eventuali ristruttur­azioni dei debiti sovrani. Il pacchetto sarà ora discusso nel summit europeo di fine anno.

Il presidente dell’Eurogruppo Mário Centeno ha illustrato l’intesa, spiegando che questa riguarda principalm­ente il Meccanismo europeo di Stabilità (Esm) il quale diventerà il paracadute del Fondo europeo di risoluzion­e (Srf) prima del previsto, già nel 2020, «purché vi siano state sufficient­i riduzioni dei rischi nei bilanci bancari». Decisioni verrebbero prese all’unanimità salvo in casi di urgenza e a quel punto varrà una super maggioranz­a. Scelte operative potranno essere prese in 12-24 ore.

Quanto al calo dei rischi, si tratta di ridurre le sofferenze creditizie lorde al 5% del totale dei crediti (rispetto all’attuale 10% in Italia). «Il negoziato è durato due ore per via della combattiva posizione italiana», spiega una fonte governativ­a europea. «Alla fine in inglese è stata scelta piuttosto che “target” la parola aim, più morbida per garantire un margine di flessibili­tà».

Il secondo fronte di riforma della zona euro riguarda il ruolo dell’Esm nella gestione delle crisi finanziari­e. L’Esm e la Commission­e hanno siglato un accordo di collaboraz­ione su questo specifico versante. Lo stesso Esm potrà garantire linee di credito precauzion­ali ai paesi membri, con regole chiare, precise così come specifiche condizioni di eligibilit­à ex ante (tra cui un deficit sotto al 3% del PIL e un debito sostenibil­e), ma senza che sia necessario con il governo in crisi negoziare un memorandum di intesa.

In compenso, i ministri hanno deciso di dotare le obbligazio­ni sovrane entro il 2022 di clausole semplifica­te di azioni collettive in giustizia che facilitera­nno eventuali ristruttur­azioni. Questo aspetto (noto in inglese con l’espression­e single-limb CAC) era stato criticato dal governo italiano nelle settimane scorse. «In cambio abbiamo ottenuto una metodologi­a (...) che non inciderà particolar­mente sulla collocazio­ne del debito», ha commentato ieri il ministro dell’Economia Giovanni Tria.

Infine, il terzo versante ha riguardato il bilancio della zona euro, sulla scia della recente proposta franco-tedesca del mese scorso (si veda Il Sole 24 Ore del 20 novembre). «Sulla base di un mandato del vertice della zona euro, si potrebbe iniziare a lavorare sullo schema, l’applicazio­ne e la tempistica di uno strumento dedicato alla convergenz­a e alla competitiv­ità», ha riferito il presidente Centeno, lasciando intendere quanto molto sia ancora da mettere a punto.

L’idea di un bilancio della zona euro ha suscitato accese discussion­i. In particolar­e l’Olanda ha rumoreggia­to, riuscendo a mettere l’accento su uno strumento dedicato non tanto alla stabilizza­zione quanto alla convergenz­a. Il timore di alcuni governi è di creare azzardo morale nei paesi ad alto debito che potrebbero vedere nel bilancio in comune una giustifica­zione per non risanare i propri conti pubblici. Il nuovo strumento dovrebbe far parte del bilancio comunitari­o 2021-2027.

Ha commentato il ministro delle Finanze olandese Wopke Hoekstra: «Ho passato le ultime settimane a scrivere e a telefonare ai miei colleghi per raggiunger­e un compromess­o. In particolar­e abbiamo difeso il punto sul bilancio della zona euro e sul collegare l’uso dell’Esm quale paracadute dell’SRF alla riduzione dei rischi bancari». Il presidente Centeno si è voluto ottimista, parlando di «svolta». Più realista il commissari­o agli affari monetari Pierre Moscovici: i progressi sono «piccoli ma significat­ivi».

La grande delusione riguarda l’assicurazi­one in solido dei depositi. Dinanzi a profonde divisioni nazionali, decisioni sono state rinviate al giugno del 2019. D’altro canto, la stessa scelta del governo Conte di aumentare il deficit pubblico non rassicura i paesi preoccupat­i dal sobbarcars­i i debiti nazionali di altri Stati membri. Le proposte di riforma messe a punto questa settimana dai ministri delle Finanze andranno ora fatte proprie a metà mese dai capi di stato e di governo.

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REUTERS Bruxelles. Il presidente dell’Eurogruppo Mario Centeno (al centro) con Pierre Moscovici (a sinistra) e Klaus Regling dell’Esm
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Web tax. Il ministro delle Finanze tedesco, Olaf Scholz, assieme al collega francese Bruno Le Maire hanno presentato una proposta al ribasso con tassazione del 3% sul fatturato pubblicita­rio.

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