Digital tax, compromesso al ribasso Parigi-Berlino
Tassa posticipata e limitata al 3% del fatturato pubblicitario delle società
Dal nostro corrispondente
BRUXELLES
Nel tentativo di rilanciare il progetto di tassa sulle imprese digitali, Parigi e Berlino hanno presentato un nuovo compromesso su una iniziativa lontana dal fare l’unanimità tra i Paesi Ue. Secondo il nuovo compromesso, la nuova imposta dovrebbe tassare esclusivamente il fatturato di pubblicità online delle grandi società digitali, riducendo non poco la base imponibile del primo progetto. L’aliquota sarebbe del 3%. Francia e Germania si sono accordate perché il compromesso venga approvato entro marzo ed entri in vigore nel 2021, nel caso in cui l’Ocse non trovi un’intesa più generale entro quella data. La direttiva verrebbe a scadere comunque «entro il 2025». La scelta di proporre di posticipare l’entrata in vigore al 1° gennaio 2021 è legata alle differenze di vedute. Mentre Parigi preme per tassare le imprese digitali in modo equo, Berlino guarda con cautela all’iniziativa perché teme di creare un precedente nel tassare il fatturato piuttosto che i profitti e di peggiorare i già difficili rapporti con gli Stati Uniti. Molte delle società del settore sono americane.
In questo senso, Berlino preferirebbe una decisione a livello globale, non facile. Neppure a livello europeo vi è consenso. Ancora ieri l’Irlanda ha espresso la sua contrarietà, così come Svezia, Danimarca e Repubblica Ceca. La presidenza austriaca ha trasferito a un gruppo di lavoro tecnico la proposta franco-tedesca, con un gettito comunitario stimato di 1,3 miliardi.