Nuovi obiettivi Ue su efficienza e fonti rinnovabili
Forum Sostenibilità del Sole 24 Ore. Libro bianco di Confindustria
Ieri il Consiglio Ue ha approvato le tre direttive tanto attese per completare il Clean energy package (efficienza energetica, fonti rinnovabili e governance), che avranno importanti ricadute anche in Italia e che apriranno il settore delle bioenergie, per le quali i produttori europei stimano un mercato triplicato entro 2050. E di sostenibilità, efficienza energetica e fonti verdi si dibatte in Italia. A patto che — avvisano le imprese — una strategia, una visione prospettica, rendano stabili le normative e che si tolgano quei colli di bottiglia creati da regole ondivaghe, contraddittorie e incostanti generate da ideologie e mancanza di una politica industriale e ambientale.
Per questo ieri a Milano, al Forum Sostenibilità promosso dal Sole24Ore con 24Ore Business School e 24Ore Eventi, il direttore Politiche industriali di Confindustria, Andrea Bianchi, ha ricordato il Libro Bianco sull’economia circolare in cui il sistema industriale chiede di abbattere le barriere non tecnologiche, di adottare un ambiente culturale che favorisca la sostenibilità invece di paralizzarla con leparole d’ordine velleitarie. E, non a caso, il presidente del Conai, Giorgio Qualgiuolo, ha ricordato la mancanza delle regole end-of-waste promesse tante volte dal Governo e ancora inattuate, con una sostanziale paralisi del riciclo. L’economia del riciclo è stata descritta anche dalle esperienze di Enel, dal mondo assicurativo di Reale Group e di Marsh Risk Consulting, da Terna, dal consorzio oli usati Conou, dalle imprese associate in GS1Italy per standardizzare i sistemi produttivi e logistici, da Hera, dalle nuove tecnologie sostenibili di Toshiba.
Nell’immediato, però, le imprese hanno bisogno di risposte concrete per colmare il gap negativo di costi dell’energia rispetto alle omologhe europee. Giuseppe Pasini, presidente del gruppo tecnico Energia di Confindustria, lo ha ribadito ieri aprendo la presentazione del Libro Bianco sulle rinnovabili realizzato da Confindustria con Ernst&Young e Rse: «Se le imprese non avranno una tariffa elettrica competitiva con gli altri paesi, il rischio è che l’Italia, oggi la seconda manifattura in Europa, perda posizioni». Ma la possibilità di giocare ad armi pari passa anche, secondo il presidente dell’Arera, Stefano Besseghini, per una sburocratizzazione degli iter autorizzativi, nonché per il superamento delle divergenze territoriali, come ha evidenziato Antonio Cammisecra, ceo di Enel Green Power.
E, per sostenere in modo efficiente lo sviluppo delle fonti verdi, le aziende sono pronte a investire sui contratti a lungo termine per l’acquisto di energia. A breve, ha spiegato Antonio Gozzi, past president di Federacciai, sarà firmato il primo Ppa da parte di un gruppo di aziende siderurgiche. Ma bisognerà puntare altresì, secondo Marco Bruseschi, presidente del Coordinamento dei consorzi di energia, su strumenti ad hoc per le pmi, come le aggregazioni consortili. Senza tralasciare, ha ricordato Alberto Pinori, numero uno di Anie Rinnovabili, il parco fotovoltaico già esistente che necessita di essere riammodernato.
Una prima risposta del governo è nel decreto Fer, su cui ha spiegato Simone Mori, presidente di Elettricità Futura, il giudizio è sostanzialmente positivo, ma le sfide sono ancora tante. La politica - al tavolo ci sono Gianluca Benamati (Pd), Paolo Arrigoni (Lega) e Gianni Girotto (M5S)- ha promesso ascolto agli imprenditori. Ma la chiusura è spettata al sottosegretario al Mise, Davide Crippa, che ha apprezzato la capacità dell’industria di parlare «con una voce unitaria» e preannunciato un provvedimento ad hoc sull’energia per gli inizi del 2019.