Mediobanca, jolly da 100 punti di capitale Oggi il rinnovo del patto in versione light
Con la proroga del cosiddetto “danish compromise” - che in sostanza riguarda la ponderazione di Generali ai fini dei ratio di vigilanza - Mediobanca pesca un jolly che vale 100 punti base di Cet1. Il parametro si colloca quindi al 14,2%, facendo di Piazzetta Cuccia l’istituto al top per solidità dell’intero sistema bancario nazionale. La novità uscita dall’Ecofin (si veda il servizio a pagina 6) equipara di fatto il trattamento riservato ai conglomerati finanziari a quello dei conglomerati “soft” come Mediobanca, che è il primo azionista del Leone con una quota del 13% ma non controlla la compagnia. Senza la proroga - che vale per altri sei anni, tempo utile per ridefinire una normativa di vigilanza omogenea - il Cet 1 di Mediobanca a fine anno si sarebbe attestato a un pur elevato 13,2%, perchè la quota avrebbe dovuto essere dedotta integralmente.
In sostanza, i punti guadagnati grazie alla modifica normativa equivalgono alla vendita del 3% di Generali, che resta nelle previsioni del piano industriale in scadenza a giugno, ma - a maggior ragione non è un obbligo. La partecipazione nella compagnia triestina è in carico a 15 euro, ma Mediobanca si è proposta non solo di non svenderla, bensì di utilizzare la “riserva azionaria” nel caso di presentino opportunità di acquisizioni nel core business in grado di offrire un rendimento sul capitale allocato superiore al 1213% già offerto da Generali. Coi 100 punti di tranquillità aggiuntiva si possono spesare tre operazioni del peso di Barclays, Ram ed Esperia che appunto avevano comportato un equivalente assorbimento di capitale di vigilanza. La novità arriva alla vigilia dell’assemblea del patto di Mediobanca che oggi rinnoverà l’accordo in formula “light” con l’impegno di poco meno del 20% del capitale.