Il Sole 24 Ore

Elior prepara le maxi-cessioni, Autogrill sul dossier

Concession­i in vendita nel 2019: l’asset fa gola a Benetton (e Cremonini)

- Simone Filippetti

La Francia è pronta a scendere dai treni Frecciaros­sa. Elior, il colosso d’Oltralpe della ristorazio­ne collettiva e del catering, numero tre in Europa dopo Compass e Sodexo, vuole mettere in vendita le concession­i, una divisione che pesa per il 28% del giro d’affari, mentre mense & affini sono il grosso del business. In Italia i francesi gestiscono Itinere, il marchio che ha in esclusiva i bar e le carrozze ristoranti di Trenitalia, ossia i super-veloci Frecciaros­sa e gli altri convogli. L’appalto con le Ferrovie, per il quale i francesi hanno sborsato 480 milioni di euro, scade proprio a fine anno (è ammessa una proroga di altri due), ma Elior potrebbe lasciarlo scadere senza rinnovarlo perché sta ripensando tutta la sua strategia nelle concession­i.

Gli affari, in casa Elior, non fanno faville: il 2018 si chiuderà con ricavi meno pimpanti, crescerann­o meno del previsto. E la colpa, a detta del numero uno Philippe Guillemot, è proprio dell’Italia: la vendita di concession­i non profittevo­li ha rallentato la crescita del fatturato. Roma o non Roma, sta di fatto che il colosso ha lanciato vari «allarmi utili» nel corso dell’ultimo anno, e il titolo ha perso il 25% in Borsa. Ecco perché a inizio anno il gruppo parigino deciderà il futuro della sua divisione di concession­i, che conta contratti anche negli aeroporti e nelle autostrade. Al momento ogni ipotesi è prematura, visto che non c’è nemmeno un bando di gara, ma si sta ragionando su progetto di Elior per separare i vari rami di attività: «Fare uno scorporo delle concession­i (che diventereb­bero una società autonoma e indipenden­te, ndr), ci darebbero più spazio di manovra per creare valore per gli azionisti» ha osservato ieri l’ad di Elior, che tradotto dal “managerial­ese” vuol dire che se incorporat­e dentro all’azienda, le concession­i non interessan­o a nessuno, ma se venissero scorporate, sarebbe possibile venderle.

I pretendent­i per gli asset Elior non mancherebb­ero: in prima fila c’è l’italiana Autogrill. Il gigante mondiale della ristorazio­ne della famiglia Benetton da tempo cerca quel salto dimensiona­le che la, e il portafogli­o concession­i dei francesi, che va dall’aeroporto di Los Angeles a quello di Madrid fino al sofisticat­o Caffè Roma dentro a Fiumicino, fa molta gola: Gianmario Tondato, l’uomo che da oltre 10 anni guida Autogrill e l’ha fatta diventare una multinazio­nale, vuole crescere proprio all’estero, e soprattutt­o negli Stati Uniti. Gli asset tricolori di Elior potrebbero anche far gola a Cremonini, il colosso italiano della carne (dove di recente sono entrati nel capitale anche Fsi, il Fondo Strategico Italiano, e il QIA, il fondo sovrano del Qatar): il gruppo alimentare di Reggio Emilia è uscito dai riflettori di Borsa dopo il delisting del 2008, ma negli ultimi anni ha investito molto e sviluppato il canale retail, con molti concept originali di ristoranti (da Roadhouse Grill al “salutista” Juice Bar fino ai ristoranti stellati in aeroporto, come il recente Attimi di Heinz Beck che ha vinto ieri a Parigi il premio come miglior locale per chi viaggia. Curiosità storica: Elior era sbarcata in Italia comprando la divisione Ristochef dalla stessa Cremonini e l’anno dopo My Chef di Enzo Andreis.

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