Il Sole 24 Ore

Petrolio, le trattative sui tagli mettono a dura prova l’Opec

Dopo l’addio del Qatar nel gruppo crescono malumori e incertezze Il saudita Al Falih: Mosca d’accordo «sui principi», fare ipotesi è «prematuro»

- Sissi Bellomo á@SissiBello­mo

A ventiquatt­r’ore dal vertice Opec l’unica (relativa) certezza è che l’asse tra Arabia Saudita e Russia non si spezzerà. Il principe Mohammed Bin Salman e il presidente russo Vladimir Putin – ripresi al G20 di Buenos Aires mentre si scambiavan­o il cinque come calciatori dopo un goal – hanno lasciato pochi dubbi su quali siano le direttive dall’alto. Ma se l’alleanza energetica tra Mosca e Riad è destinata a proseguire, l’esito delle trattative sui tagli alla produzione di petrolio e persino sul futuro della coalizione Opecnon Opec (per cui gli accordi scadono a fine anno) sono meno prevedibil­i.

Il malumore è palpabile tra i ministri che si vedranno oggi e domani a Vienna e l’uscita a sorpresa del Qatar dall’Organizzaz­ione degli esportator­i di greggio ha lasciato un nervo scoperto. L’emirato è un produttore minore, ma molto influente: nel 2016 fu Doha a organizzar­e e ospitare i primi colloqui da cui sarebbe nata la collaboraz­ione con la Russia (all’epoca si parlava ancora di «congelare» più che di tagliare insieme la produzione).

Il timore è di altre defezioni, anche se il presidente di turno dell’Opec, l’emiratino Suhail Al Mazrouei, assicura che l’addio del Qatar «non complica in nessun modo quello che stiamo facendo».

«L’Opec ha dei grossi problemi con alcuni produttori. E il Qatar non è uno di questi», ha ribattuto il ministro iraniano Bijan Zanganeh, senza scendere nel dettaglio.

Qualche nervosismo sta trapelando anche dall’Arabia Saudita, oggi forse meno sicura del suo ruolo storico di «leader de facto» dell’Opec. Il ministro dell’Energia Khalid Al Falih – che meno di un mese fa perorava un taglio da un milione di barili al giorno e prometteva un’immediata riduzione dell’export di Riad – ieri ha definito «prematura» ogni ipotesi sull’esito degli incontri di Vienna: il vertice Opec domani, quello con la Russia e gli altri alleati venerdì. Mosca concorda «sul principio» di dover tagliare, ha aggiunto Al Falih in un’intervista a Bloomberg Tv, ma la coalizione deve ancora «capire cosa c’è bisogno di fare e quanto ridurre». Inoltre bisogna verificare «se tutti i Paesi vogliono salire a bordo e contribuir­e al taglio».

Sul tavolo di discussion­e, secondo indiscrezi­oni, c’è una riduzione da 1,3 mbg da suddivider­e equamente tra i Paesi Opec (compresi Nigeria e Libia, finora esenti) e tra i produttori alleati. Ma Mosca starebbe puntando i piedi, insistendo per tagliare meno dei 300mila bg con cui aveva contribuit­o in passato.

Le affermazio­ni di Al Falih – che hanno frenato il rialzo del petrolio (il Brent ha chiuso a 62,08 $, +0,6%) – in fin dei conti potrebbero essere solo tattica negoziale. Ma il ministro non doveva essere del tutto tranquillo, visto che nella stessa intervista si è lasciato andare a uno sfogo davvero inconsueto, arrivando a prendere le parti dei Gilet gialli francesi: «Quello che succede in Francia e in molti altri Paesi europei è che i governi tassano l’energia in modo irragionev­ole, in pratica per sussidiare altre politiche. L’Arabia Saudita ha rilasciato un sacco di petrolio negli ultimi sei mesi, ma i Paesi consumator­i impongono tasse e poi tasse e poi ancora tasse. Questo non è giusto».

 ?? AFP ?? Vigilia di Opec. Il saudita al-Falih al meeting 2017: domani ripartono gli incontri
AFP Vigilia di Opec. Il saudita al-Falih al meeting 2017: domani ripartono gli incontri

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy