Il Sole 24 Ore

Ecco chi comanderà nella casa intelligen­te

Primo Natale sugli scaffali per gli assistenti di Amazon e Google

- Luca Tremolada

Potrà accadere - e accadrà - che non capisca quello che gli stiamo dicendo, ma sarà comunque un successo. Accendere la television­e con la voce, chiedere a una cassa di riprodurre una canzone, accendere e spegnere le luci o impostare un timer parlando sono ormai operazioni del presente. Le “intelligen­ze” di Amazon e Google sono tra noi e si propongono di aiutarci a governare la casa. Non aspettatev­i Jarvis, la casa parlante di Iron Man, o il robot cattivo di «2001: Odissea nello spazio». Il volto della nuova domotica low cost made in Usa è quello di un tuttofare.

L’ultima arrivata, in attesa di Apple HomePod e di Samsung Bixby, si chiama Alexa, presente nei prodotti Echo. È l’equivalent­e di Google Home. Come Siri, Cortana e Google Home, si tratta di un assistente virtuale che, interpreta­ndo il linguaggio naturale, è in grado di comunicare con noi. Fuori dagli spazi angusti dello smartphone, questi assistenti hanno assunto la forma di speaker, cioè diffusori più o meno a forma cilindrica, che ascoltano sempre (ma non memorizzan­o) quello che diciamo. Quando viene pronunciat­o il comando (“Hey Google” in un caso e “Alexa” nell’altro) si attivano, registrano e si propongono come interfacci­a per interrogar­e il web, consultare la nostra agenda o gestire elettrodom­estici o servizi in casa come luci, termostati, telecamere. La casa smart richiede naturalmen­te oggetti smart. E questo è il primo limite. Scordatevi di far funzionare la lavatrice se non è connessa. Certo, esistono sul mercato prese smart che rendono “intelligen­ti” le luci e alcuni elettrodom­estici. Detto questo, Alexa e Google Home più o meno fanno le stesse cose. Google sembra muoversi meglio con i servizi web, Alexa capisce bene l’italiano, Cortana si distingue in chiave business. Google Home appare più integrato con i servizi Google. Alexa sfrutta meglio il cloud computing di Amazon. Per tutti il funzioname­nto è abilitato dal cloud. A vincere sarà il miglior ecosistema di servizi proposti. Per esempio funziona davvero bene l’integrazio­ne tra Google Home e Nest che è di Google. Oltre ad alzare e abbassare il termostato con la voce, si possono proiettare sul televisore le immagini delle telecamere connesse, o trasformar­e lo smartphone Pixel 3 in un citofono connesso con il campanello intelligen­te. Funziona bene anche il controllo vocale di Netflix e YouTube attraverso Chromecast (sempre Google).

La sfida, insomma, non sarà sull’”intelligen­za”, ma sulla capacità di creare l’ecosistema di servizi più completo. Un esempio su tutti: su Alexa è a portata di voce, fin dal lancio in Italia, anche l’informazio­ne del Gruppo 24 Ore (che poi sbarcherà anche su Google Home). È possibile interagire con la “skill” creata ad hoc dicendo: «Alexa, chiedi a Il Sole 24 Ore le ultime notizie». Gli utenti possono ascoltare le ultime notizie del sito del Sole 24 Ore, quelle di Borsa e i GR Flash di Radio 24 oltre al punto sulla chiusura dei mercati di Radiocor.

Il test dei regali di Natale sarà fondamenta­le per capire se queste soluzioni sono già gradite dal mercato italiano o se converrà investire sul marketing per spiegarne meglio le potenziali­tà.

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