Il ceo Volkswagen: rivela: «Trattative con Ford per un’alleanza globale»
Un’alleanza globale tra Volkswagen e Ford. È la risposta del gruppo tedesco - primo costruttore mondiale - per aumentare la produzione negli Usa, dando una mano al car maker di Detroit, e per rilanciarsi definitivamente nel Nord America dopo il Dieselgate. «Siamo in negoziati avanzati con la Ford per costruire davvero un’alleanza globale, che rafforzerà anche l’industria automobilistica americana» ha annunciato il ceo Herbert Diess dopo l’incontro alla Casa Bianca con Donald Trump. Diess ha aggiunto che la società potrebbe usare le capacità produttive della Ford in Usa e che sta considerando di realizzare un secondo impianto negli Stati Uniti. Gli investimenti saranno annunciati in gennaio o febbraio. Oltre a Diess, Trump, ha incontrato anche il ceo di Daimler-Mercedes, Dieter Zetsche, e il chief financial officer di Bmw, Nicolas Peter. L’amministrazione Usa vuole diminuire il deficit commerciale di 30 miliardi di dollari con la Germania, in gran parte prodotto da auto e componentistica. Quasi la metà del deficit complessivo tra Ue e Usa di 65 miliardi di dollari. I tre top manager alla Casa Bianca, prima di salutare Trump, hanno incontrato il Segretario al commercio Wilbur Ross, il Rappresentante al commercio Robert Lighthizer e il Consigliere economico Larry Kudlow per valutare le modalità con cui migliorare la produzione di auto negli Stati Uniti. «Il nostro obiettivo – ha detto Wilbur Ross – è quello di ridurre il deficit con la prospettiva di aumentare la produzione di auto negli Stati Uniti, pensando agli investimenti in R&D nelle nuove tecnologie e ai veicoli elettrificati». Le case tedesche vogliono evitare i dazi sull’auto e chiedono certezze nelle scelte a lungo termine dell'amministrazione prima di decidere i loro investimenti.
Bmw negli Stati Uniti produce auto negli impianti di Spartanburg, in South Carolina, dove dà lavoro a 9mila persone. Volkswagen ha una fabbrica a Chattanooga, in Tennessee. Mercedes costruisce i veicoli Gle e della classe R negli stabilimenti di Tuscaloosa, in Alabama. Il paradosso è che già ora Bmw e Mercedes sono i primi due esportatori di auto americane verso la Cina. Gm, primo gruppo dell’auto americano, che ha appena annunciato un taglio di quasi 15mila lavoratori e la chiusura di diversi impianti in Nord America, non esporta in Cina perché produce direttamente lì, negli stabilimenti con i partner locali.
I costruttori tedeschi negli ultimi dieci anni hanno aumentato di quattro volte la produzione di auto negli Usa: 804.200 veicoli nel 2017, il 7,4% della produzione totale di auto Usa. Riassume bene lo stato dell’arte un analista del settore automotive: «I boss dell’auto tedesca non devono cercare di negoziare le politiche commerciali internazionali con la Casa Bianca, ma solo assicurarsi di far capire bene l’impatto che hanno già i loro impianti produttivi, nello stesso modo come lo ha capito il sindaco di Chattanooga». Ogni nuovo modello prodotto da Vw nella città del Tennessee porta circa 10mila posti di lavoro, tra diretti e indotto. Lo stesso vale per le fabbriche delle altre due case tedesche negli Stati Uniti.