Il Sole 24 Ore

Appalti, un decreto semplifica le gare

Prime reazioni negative dell’Ance: attenzione alla trasparenz­a del mercato

- Giorgio Santilli

Dopo mesi di annunci del governo e di pressing delle imprese arriva la riforma del codice degli appalti. Oggi o domani il via del Consiglio dei ministri: la norma contenuta nel Dl «semplifica­zioni» punta ad allargare la fascia dei lavori che potranno essere affidati senza gara formale e ad alleggerir­e gli adempiment­i per i subappalti. Nel disegno di legge sarà invece contenuta la delega, da esercitare entro un anno, per adottare un nuovo codice degli appalti. La novità più importante rispetto al sistema attuale è la previsione di «un unico regolament­o per dettare la disciplina esecutiva e attuativa» da emanare entro 24 mesi.

Dopo mesi di pressing delle imprese e di annunci del governo arriva la riforma del codice degli appalti. Sarà in due tempi, che prendono il via insieme con una doppia decisione del Consiglio dei ministri, oggi o domani.

La norma urgente contenuta nel decreto legge «semplifica­zioni» (che costituisc­e la versione rafforzata del provvedime­nto già approvato dal governo a metà ottobre) punta ad allargare la fascia dei lavori che potranno essere affidati senza una gara formale (alzando il tetto da un milione a 2,5 milioni di euro) e ad alleggerir­e gli adempiment­i per i subappalti, in particolar­e rimuovendo l’obbligo per le imprese appaltatri­ci di presentare già in gara i nomi delle imprese cui intende affidarsi. Una terza correzione immediata prevede la possibilit­à per le stazioni appaltanti di indire gare per i lavori basandosi sul massimo ribasso e non più sulla offerta economicam­ente più vantaggios­a: significa che conterà solo l’offerta sul prezzo e non altri elementi come tempi, qualità progettual­e, organizzaz­ione imprendito­riale. Con la prima norma - la possibilit­à di affidare un lavoro fino a 2,5 milioni con una procedura negoziata (un tempo si sarebbe chiamata trattativa privata) - il governo sceglie la rapidità e l’informalit­à delle procedure a dispetto della trasparenz­a del mercato.

Nel secondo provvedime­nto, un disegno di legge, sarà invece contenuta la delega, da esercitare entro un anno, per adottare «un nuovo codice degli appalti in sostituzio­ne di quello» approvato con Dlgs 50/2016 «ovvero modificand­olo per quanto necessario». Qui la novità più importante è la previsione di «un unico regolament­o per dettare la disciplina esecutiva ed attuativa» che dovrà essere emanato entro 24 mesi. Dalle bozze circolate in questi giorni sembra che l’esclusiva del regolament­o riguardi un elenco di una quindicina di materie che ricomprend­e - fra le altre - la nomina e il ruolo del responsabi­le del procedimen­to, la progettazi­one dei lavori e la verifica del progetto, i sistemi di qualificaz­ione, i sistemi di realizzazi­one dei contratti e selezione delle offerte, la direzione lavori e dell’esecuzione, l’affidament­o di contratti sotto soglia. Tutte materie che sarebbero sottratte alle linee guide dell’ Anac,c on unri dimensiona­mento del ruolo regolatori odell’ Autorità anticorruz­ione. Nei criteri di delega, a conferma di questa tendenza, vi è anche la eliminazio­ne di «rinvii a strumenti di normazione secondaria» diversi dai regolament­i.

La prime reazioni delle imprese alle indiscrezi­oni sui testi del decreto legge non sono positive. L’Ance - che pure era stata una delle associazio­ni che aveva chiesto con più forza l’intervento sul codice affida a una nota l’avvertimen­to al governo: «No a modifiche del codice degli appalti che non garantisco­no trasparenz­a e semplifica­zione». Ed è proprio sulle procedure negoziate fino a 2,5 milioni che l’Ance attacca: «In questa fascia è compreso oltre il 90% dei bandi di gara, che verrebbe così sottratto a meccanismi di concorrenz­a e trasparenz­a del mercato».

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ANSA A Genova. Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, il viceminist­ro alle Infrastrut­ture, Edoardo Rixi, il presidente della Liguria,Giovanni Toti, e l’arcivescov­o di Genova, Angelo Bagnasco, durante la messa nelle galleria in costruzion­e del Terzo Valico

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