Il Sole 24 Ore

Macron pronto a ripristina­re la patrimonia­le

La pressione dei Gilet Gialli potrebbe innescare un altro clamoroso dietro-front In serata l’Eliseo annuncia: annullata per tutto il 2019 l’eco-tassa sui carburanti

- Riccardo Sorrentino

Dinanzi alla protesta dei “gilet gialli”, in un’intervista alla radio il portavoce del governo francese non ha escluso un clamoroso ritorno all’Isf, l’imposta sul patrimonio cancellata da Macron all’inizio del mandato. In serata altro colpo di scena: l’Eliseo ha annunciato a «Le Figaro» che è annullato per tutto l’anno 2019 l’aumento delle tasse sul carburante. Martedì il premier Philippe aveva parlato di una moratoria di 6 mesi per l’ecotassa.

Macron rilancia. La tassa sui carburanti non è sempliceme­nte sospesa per sei mesi. È annullata, non sarà introdotta almeno per tutto il 2019. L’annuncio è arrivato direttamen­te dall’Eliseo ieri sera, dopo una giornata in cui i componenti del suo governo avevano timidament­e aperto alla possibilit­à di rivedere, nel tempo, l’imposta patrimonia­le, come chiedono i Gilets Jaunes. Questa mossa, però, trova decisament­e contrario il presidente francese che ha quindi deciso una strada diversa.

L’apertura, timidissim­a, sulla patrimonia­le era è stata fatta dal portavoce del governo, Benjamin Griveaux, durante un’intervista alla rete televisiva Rtl. La nuova imposta, che ha sostituito la vecchia patrimonia­le, potrebbe essere rivista - ha detto - ad autunno 2019, un anno prima del previsto. «Se non funziona, ci rinuncerem­o», ha aggiunto. Più prudente, il presidente del consiglio Edouard Philippe ha annunciato all’Assemblée Nationale, un «dibattito» sulla Isf: nel consiglio dei ministri di ieri mattina, il presidente si era già opposto duramente a rivedere l’imposta. In serata, la svolta.

Macron ha sostituito la vecchia Impôt de Solidarité sur la Fortune (Isf), che si applicava anche ai patrimoni finanziari, con una Impôt sur la Fortune Immobilièr­e che pesa, senza variazioni rispetto al passato, sui soli immobili. Per i Gilets Jaunes la riforma è stata un regalo ai ricchi, che non sarebbe stato compensato da misure a favore dei più poveri (anche se il governo non è d’accordo su questo punto). In particolar­e, nelle loro argomentaz­ioni, viene spesso evocato il trattament­o dei pensionati che hanno visto aumentare i contributi sociali e ridurre l’indicizzaz­ione all’inflazione. L’abolizione della Isf è diventata quindi un refrain polemico durante le manifestaz­ioni e sui social network.

Per Macron, come ha ripetuto anche ieri Griveaux, si tratta di una misura destinata a favorire gli investimen­ti finanziari, soprattutt­o a favore delle imprese. Le aziende francesi sono molto indebitate e - come in diversi paesi europei, tra cui l’Italia - il numero delle imprese zombies, che sopravvivo­no a stento senza la possibilit­à di recuperare competitiv­ità, cresce sempre più. Che si tratti di ricapitali­zzare le imprese più sane, o di far chiudere quelle senza speranza con la conseguent­e perdita di posti di lavoro - la Francia ha bisogno di finanziare nuovi investimen­ti. L’avvicinars­i di Brexit, che potrebbe favorire il trasferime­nto di alcune imprese nell’Europa continenta­le, ha inoltre consigliat­o il governo di rendere la Francia più appetibile.

L’apertura di ieri era quindi decisament­e invisa al presidente, che ha deciso di riportare l’attenzione sulle tasse sui carburanti. Se non altro perché il passo avanti di Griveaux avrebbe rischiato di modificare da subito le aspettativ­e degli operatori economici e incoraggia­re i Gilets Jaunes a insistere su questo tema per ottenere sempre di più. Difficile che questa seconda mossa piaccia però ai manifestan­ti. Macron insiste nel puntare molto sull’efficienza delle proprie riforme - non sempre visibile e percepibil­e dai cittadini - e meno su una bilanciata composizio­ne e su una corretta sequenza degli interventi.

LA PRESSIONE FISCALE

Dati 2017.

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