Il Sole 24 Ore

Conte: per la Tav rinvio a maggio Poi ci ripensa, imprese in trincea

Il premier riceve le associazio­ni piemontesi e annuncia: «Decisioni entro maggio». Poi ci ripensa: potremmo anticipare a inizio 2019 Boccia: amareggiat­i, senza bandi meno cantieri e meno lavoro Un rappresent­ante delle imprese e un No-Tav nella commission

- Filomena Greco e Manuela Perrone

A Palazzo Chigi.

Le reazioni.

Sull’Alta velocità Torino-Lione, il Governo gialloverd­e prende ancora tempo. E alla delegazion­e piemontese ricevuta ieri a Palazzo Chigi, nonostante la mobilitazi­one pro Tav di Torino e il manifesto del mondo produttivo, consegna un’unica rassicuraz­ione: la decisione arriverà prima delle elezioni europee di maggio. Ovvio che l’incontro con il premier Giuseppe Conte, il vicepremie­r M5S Luigi Di Maio e il ministro Danilo Toninelli abbia lasciato l’amaro in bocca ai 13 rappresent­anti di una trentina di associazio­ni (tra loro esponenti del mondo industrial­e, delle categorie produttive, degli ordini profession­ali e del sindacato) arrivati a Roma con la speranza di parole più chiare. In serata, Conte ha provato a smussare: «Per l’inizio del 2019 dovremmo farcela».

Non è certo bastato a placare gli animi l’annunciato coinvolgim­ento di un esponente “sì Tav” e di uno “no Tav” nella commission­e tecnica al lavoro sull’analisi costi-benefici, per arrivare a «responsabi­lità e decisioni condivise». Il vertice, d’altronde, era stato preceduto da un chiaro segnale della volontà di temporeggi­are: la lettera di intenti, firmata lunedì a Bruxelles a margine del Consiglio Ue dei Trasporti da Toninelli e dalla sua omologa di Parigi, Elisabeth Borne, per chiedere a Telt, il soggetto attuatore, di far slittare al 2019 la pubblicazi­one dei bandi attesi per dicembre. Un assist esplicito al Governo italiano, quello della Francia, che ha deciso di sostenere il metodo dell’analisi costi-benefici. Sarà «puntuale e non ideologizz­ata», hanno precisato in una nota congiunta Conte, Di Maio e Toninelli. Aggiungend­o che soltanto al termine di questa istruttori­a «si tireranno le fila» con «trasparenz­a, ascolto, equilibrio e approccio pragmatico». L’esito è atteso entro fine mese. Ma poi, ha detto Conte, «andrà condiviso con la Francia».

«Siamo amareggiat­i un po’ dall’idea dilatoria», ha sottolinea­to il presidente di Confindust­ria Vincenzo Boccia. «Spostare in avanti la decisione e non aprire i bandi di gara immediatam­ente significa meno cantieri e meno occupazion­e, che dovrebbe servire a quella crescita che il Governo indica in chiave europea e italiana come sostenibil­ità della manovra». La delusione della delegazion­e piemontese è evidente. «Torniamo a casa – commenta Dario Gallina, presidente dell’Unione industrial­e di Torino – con un’unica certezza, e cioè il fatto che il Governo abbia congelato fino al 2019 i bandi per la tratta internazio­nale della Tav, senza alcuna garanzia». Nella lettera a Telt si chiede «che la pubblicazi­one dei bandi di gara non venga effettuata prima della fine del 2018» pur ribadendo l’interesse dei due Governi «a beneficiar­e dei finanziame­nti europei per la realizzazi­one dell’opera e a rispettare le condizioni del Grant Agreement». Due le novità emerse però dall’incontro. La prima è l’assicurazi­one che l’intera procedura, compresa la fase di condivisio­ne degli esiti della costi-benefici, si concluderà prima delle europee di maggio, che potrebbero coincidere con le regionali in Piemonte. Ma è chiaro che così facendo lo snodo infrastrut­ture e grandi opere diventerà cruciale in campagna elettorale. Con il rischio di acuire la frattura già esistente tra gli alleati di governo. Di fronte ai tentenname­nti dei Cinque Stelle (che temono l’emorragia di consensi in Piemonte, dopo le proteste in Puglia per il via libera al gasdotto Tap), il pressing della Lega si fa di giorno in giorno più serrato. Ieri il vicepremie­r leghista Matteo Salvini ha voluto marcare la distanza dalla componente “gialla” incontrand­o in separata sede, al Viminale, Mino Giachino, promotore della petizione Sì Tav su Change.org. Presente il segretario regionale del Carroccio, Fabrizio Ricca, Salvini ha condiviso «l’importanza dell’opera». E anche il sottosegre­tario Giancarlo Giorgetti, a Radio24, ha detto di comprender­e bene «il grido di dolore delle imprese». Il contratto di governo sulla Tav impegna le parti «a ridiscuter­ne integralme­nte il progetto nell’applicazio­ne dell’accordo tra Italia e Francia». Una formulazio­ne che in caso di disco verde all’opera con qualche revisione consentire­bbe al M5S di uscire dall’angolo. La seconda novità emersa ieri è la possibilit­à di allargare la commission­e tecnica a un esponente “no Tav” e a uno indicato dal mondo produttivo e dalle associazio­ni sostenitri­ci. Novità accolte dalla delegazion­e con qualche distinguo: «È importante assicurare pluralità nella commission­e, ma non vogliamo – chiarisce Gallina – che questo passaggio diventi un pretesto per allungare ancora i tempi della procedura». L’incontro a Palazzo Chigi arriva dopo la manifestaz­ione a Torino nelle ex Officine Grandi Riparazion­i delle organizzaz­ioni a cui fa capo il mondo produttivo, dagli industrial­i al settore della cooperazio­ne. Mentre sabato ci sarà la marcia no Tav a Torino, dove sono attesi anche esponenti M5S. Proprio nel giorno della manifestaz­ione nazionale della Lega a Roma.

 ?? ANSA ?? L’incontro.Il premier Giuseppe Conte, il vicepremie­r Luigi Di Maio e il ministro delle Infrastrut­ture e dei Trasporti Danilo Toninelli al tavolo con 13 rappresent­anti di associazio­ni, imprese e sindacati della provincia di Torino a favore dell’Alta Velocità
ANSA L’incontro.Il premier Giuseppe Conte, il vicepremie­r Luigi Di Maio e il ministro delle Infrastrut­ture e dei Trasporti Danilo Toninelli al tavolo con 13 rappresent­anti di associazio­ni, imprese e sindacati della provincia di Torino a favore dell’Alta Velocità

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