Previsti 4 miliardi in più per l’edilizia nel settore sanità
Quello che la Camera approverà in queste ore è uno scheletro di legge di bilancio che aspetta di essere poi riempita al Senato. Conviene dunque concentrarsi sull’altra finanziaria possibile, quella dello sviluppo e delle opportunità, dell’impresa, del lavoro e delle famiglie che, attraverso centinaia di emendamenti mirati, Forza Italia ha cercato di innestare sulla pianta della propaganda pentaleghista.
Il nostro gruppo ha infatti presentato proposte di modifica coerenti con il programma presentato dal centrodestra agli elettori. Strano vero? Vi ricordate la flat fax? Ecco al posto dell’ologramma proposto dal governo, che tocca appena l’1% dei contribuenti, noi abbiamo pensato di estenderla a tutti, memori del fatto che ci siamo sempre battuti, e per la verità non da soli, per la riduzione della pressione fiscale. I 13,5 miliardi di costo dell’operazione vengono coperti per 6,8 miliardi con l’abbandono del progetto “Reddito di cittadinanza” e pazienza se Di Maio e Castelli dovranno fermare la stampa delle tessere; per i restanti 6,7 miliardi attraverso il rinvio del progetto “Quota 100”. Questo perché riteniamo prioritario puntare su una drastica riduzione della pressione fiscale per poi utilizzare le maggiori risorse assicurate dagli effetti espansivi dello shock fiscale per il superamento strutturale della legge Fornero a beneficio di tutti e non solo dei pochi fortunati che vinceranno la lotteria della finestra del 2019.
In tema di lavoro abbiamo proposto il taglio del cuneo fiscale e il rafforzamento dei casi di esonero contributivo, mentre per le imprese vogliamo ripristinare integralmente il rifinanziamento di industria 4.0 e l’Ace. C’è poi il tema dell’emergenza ambientale e del dissesto idrogeologico, alla luce delle recenti tragedie: abbiamo proposto anche l’istituzione di un fondo per investimenti in ricerca e sviluppo nel settore dell’ambiente di tre miliardi su tre anni. E poi la famiglia, tema che, almeno a Di Maio, dovrebbe essere caro: misure volte a incentivare la natalità, contribuire alle spese per il suo sostegno e favorire la conciliazione tra vita professionale e vita privata, soprattutto delle donne; rilancio dell'alternanza scuola-lavoro, fondamentale per formare la classe dirigente di domani.
Per assicurare le risorse necessarie per questi ultimi provvedimenti abbiamo previsto una riduzione significativa delle cosiddette tax expenditures, vale a dire le agevolazioni fiscali (deduzioni e detrazioni) attualmente in vigore che valgono oltre 160 miliardi di euro; dall’altro lato, abbiamo insistito sull’implementazione di una realistica ed efficace spending review, attraverso la definizione di un piano industriale della Pubblica amministrazione, che può rendere disponibili fino a 15 miliardi di euro all’anno. Consapevoli dell’urgenza di ridurre lo stock del debito vorremmo agire decisamente sulle privatizzazioni in perfetta controtendenza con un governo che fra poco rinazionalizzerà anche le conserve di pomodori. Saremo ascoltati e soprattutto saranno ascoltate le istanze dei ceti produttivi che anche lunedì hanno fatto sentire forte e chiara la loro voce? Non siamo fiduciosi. Tuttavia, se sono pronti a cedere perfino all’Europa matrigna, chissà che almeno la componente leghista della maggioranza non si ponga finalmente in ascolto, non dico dell'alleato con cui governa città e regioni, ma almeno dei ceti produttivi del Paese. Sarebbe un bene per l’Italia e noi continueremo a batterci per questo. Mariastella Gelmini è capogruppo di Forza
Italia alla Camera dei deputati
‘‘ i 13,5 miliardi dell’operazione vengono coperti per6,8 miliardi con lo stop al reddito di cittadinanza