Pay back, il ripiano sarà per quote di mercato
Il pacchetto sanità è decisamente più corposo rispetto al testo d’ingresso. Sul fronte farmaci, “passa” la revisione del payback - che tra l’altro prevede la modifica del criterio di ripiano per gli acquisti diretti con l’introduzione di quote di mercato e la modifica del monitoraggio del tetto della spesa farmaceutica diretta - e la conferma dei fondi (ciascuno da 500 milioni di euro) per i farmaci innovativi e oncologici innovativi, che vengono trasferiti allo stato di previsione del Mef. Ancora, spetterà a un Dm normare entro metà marzo le nuove modalità di negoziazione dei prezzi dei medicinali in capo all’Aifa. Per le farmacie salta invece il freno alle società di capitali (vincolo che il 51% dei soci titolari farmacisti fosse iscritto all’albo) .
Previsti 4 miliardi in più per l’edilizia sanitaria: i fondi passano da 24 a 28 miliardi. Aumentano anche le risorse contro le liste d’attesa: 350 milioni per potenziare i sistemi di prenotazione elettronica delle prestazioni. Posticipata a fine marzo 2019 la sottoscrizione del nuovo Patto per la salute tra Regioni e Governo, e slitta al 2020 l’accesso - vincolato alla firma del Patto - all’incremento da 3,5 miliardi del Fondo sanitario nazionale. Per i medici, scattano inserimento dell’indennità di esclusività nel monte salari e ammissione a concorso degli specializzandi iscritti all’ultimo anno di corso. Tra le altre misure, il passaggio da “quota vincolata” a “indistinta” del fabbisogno Ssn delle risorse per l’assistenza agli stranieri non iscritti al Ssn (31 milioni) e per l’intramoenia (41,3 milioni), il finanziamento della banca dati per le Dat in attuazione della legge sul Biotestamento (400mila euro l'anno dal 2019); 10 milioni per gli Irccs impegnati nello sviluppo delle terapie oncologiche innovative Car-T e nella prevenzione cardiovascolare.