Il Sole 24 Ore

«Niente bond bancari: rischio Npl»

- Grégoire Mivelaz. Maximilian Cellino

«No, non abbiamo alcuna esposizion­e al debito delle banche italiane». Lo dice sottovoce Grégoire Mivelaz, gestore delle strategie Credit Opportunit­ies di Gam Investment­s, quasi a scusarsi. Gli istituti di credito del nostro Paese hanno fatto passi in avanti sul piano della ristruttur­azione e hanno adesso bilanci incomparab­ilmente più solidi rispetto al passato, le loro obbligazio­ni hanno anche valutazion­i interessan­ti, ma tutto questo non basta a farle entrare nei fondi della società di gestione elvetica.

«Siamo investitor­i di lungo termine e abbiamo un approccio molto prudente con gli emittenti, per questo non ce la sentiamo di inserire in portafogli­o strumenti quando c’è un parametro che non comprendia­mo e non possiamo controllar­e», spiega Mivelaz, incontrato da Il Sole 24 Ore nei giorni scorsi a Milano. L’ostacolo a cui si riferisce, manco a dirlo, è quello delle sofferenze: «Non abbiamo ancora abbastanza visibilità sugli Npl», spiega il gestore, pur ammettendo che sul tema «sono stati compiuti enormi passi in avanti negli ultimi anni».

Quello della riduzione del fardello dei crediti dubbi, prosegue Mivelaz, «è come un lungo viaggio, che le banche italiane hanno compiuto per due terzi: ora manca da percorrere l’ultimo tratto, che non è il più complicato, ma che deve essere comunque ancora affrontato». Completare il proverbial­e «ultimo miglio» non è una mera questione di numeri, per il gestore occorre anzi guardare avanti e non al passato: dimostrare cioè di essere in grado di non ricadere nell’errore e di creare una nuova montagna di sofferenze.

Eppure, tolto questo particolar­e non certo insignific­ante, i segnali positivi lanciati dal sistema del credito italiano sono numerosi. «I progressi compiuti negli ultimi due anni sul piano della ristruttur­azione sono stati notevoli e la sorpresa positiva dei recenti stress test lo conferma», fa notare Mivelaz, sottolinea­ndo come nel nostro Paese vi siano anche nomi come Intesa «una delle più solide banche europee» e UniCredit «che ha fatto un lavoro straordina­rio negli ultimi tre anni» e soprattutt­o come «le attuali valutazion­i di mercato non riconoscan­o i progressi compiuti».

Tutto questo ancora però non è sufficient­e a convincere gli investitor­i a scegliere i bond finanziari tricolori, e non si tratta certo di una questione legata al solo «rischio Italia» che imperversa negli ultimi mesi. Fra le prime dieci posizioni del fondo Gam Star Credit Opportunit­ies spuntano infatti i titoli subordinat­i emessi da Generali, acquistati proprio negli ultimi 12 mesi. «È una compagnia globale, che ha un’esposizion­e ridotta ai BTp», spiega Mivelaz. E soprattutt­o, non è costretta a trasportar­e la zavorra Npl.

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GRÉGOIRE MIVELAZGes­tore delle strategieC­redit Opportunit­ies di Gam Investment­s

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