Il Sole 24 Ore

Europa e imprese, le due linee nella Lega

Salvini rivendiche­rà i risultati sulla sicurezza ma è su Tav e crescita che deve risposte Resta il malcontent­o del mondo produttivo vicino a Zaia e Fontana

- Barbara Fiammeri

Arriverann­o dalla Calabria, dalla Puglia, molti dal Lazio, tanti da quelle che un tempo erano roccaforti rosse, Toscana e Emilia Romagna, così come dalle Marche ma il contributo decisivo per riempire Piazza del Popolo lo daranno ancora una volta le regioni del Nord: lombardi, veneti, friulani e piemontesi e naturalmen­te i liguri. Ecco se c’è un modo per raccontare l’evoluzione e le più o meno latenti contraddiz­ioni della Lega di Matteo Salvini bisogna guardare alla composizio­ne della piazza di sabato. Una manifestaz­ione che il leader ha deciso di far cadere a pochi giorni dalla conversion­e in legge del decreto sicurezza ma quando ancora non si conosce l’articolazi­one delle misure della manovra, a partire dalla riforma delle pensioni, che arriverà solo nel passaggio al Senato. E visto che lo slogan portante è «Prima gli italiani, dalle parole ai fatti», il ministro dell’Interno punterà anzitutto sul suo cavallo di battaglia, ovvero sicurezza e immigrazio­ne. Anche perché questo è il denominato­re comune della nuova Lega di Salvini. Certamente più di altri.

«Il mio obiettivo è che quota 100 per le pensioni e il reddito di cittadinan­za entrino in vigore all’inizio dell’anno», diceva ieri pur essendo ben consapevol­e che mentre lui parla c’è chi sta trattando (il premier Conte e il ministro dell’Economia Tria) su una revisione dei saldi per abbassare il deficit inzialment­e previsto dal governo. I toni belligeran­ti nei confronti di Bruxelles per il momento sono stati accantonat­i. «Stiamo lavorando nell’interesse degli italiani» e «gli emendament­i li concordiam­o con il Parlamento», insiste il leader della Lega che assicura che l’obiettivo è aiutare i cittadini «a pagare meno tasse e a dare più lavoro».

Ma è un impegno che al momento non trova oggettiva corrisdpon­denza nei contenuti della manovra. Almeno così ritengono le numerose associazio­ni di categoria intervenut­e lunedì a Torino contro la manovra che anzichè puntare alla crescita produce decrescita. Una protesta che ha visto partecipe gran parte del mondo produttivo e quindi del Nord preoccupat­o di dover pagare le eventuali conseguenz­e delle decisioni dell’esecutivo. Una platea fatta per lo più di imprendito­ri piccoli e grandi da sempre vicini alla Lega degli Zaia e dei Fontana, il core business del Carroccio, che aspettava la flat tax e piu in generale uno shock fiscale e il rilancio degli investimen­ti infrastrut­turali e invece si ritrova con il reddito di cittadinan­za, più pensionati e il freno a mano sulle grandi opere. A partire dalla Tav.

Salvini lo sa. Ma per ora finge di ignorarli. I sondaggi confermano che, nonostante i mugugni, la Lega continua a crescere. La scommessa del ministro dell’Interno è di andare all’incasso un attimo prima che la curva inverta la tendenza. In molti ritengono che il dday scatterà all’indomani delle europee. In contempora­nea però ci sono anche le regionali e ai piemontesi la Lega dovrà dire se la Torino-Lione è una priorità o sono disposti a sacrificar­la.

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Rete scatenata sui poster di Salvini. Sotto due dei manifesti della campagna leghista, sopra l’ironia della rete sul poster di Asia Argento

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