Il Sole 24 Ore

Minniti si ritira Pd nel caos, avanza la «Cosa» di Renzi

Renziani spiazzati. E Ceccanti avverte: «Dentro, anche se in minoranza»

- Emilia Patta

Marco Minniti non sarà candidato alla segreteria del Pd. Dopo giorni di rumors e smentite la rottura tra l’antiZingar­etti e l’area renziana del partito che lo sosteneva è arrivata in serata, dopo un vertice tanto drammatico quanto inconclude­nte. Minniti ha posto sul tavolo la richiesta politicame­nte più pesante: sostegno pieno di tutti i parlamenta­ri e dirigenti dell’area con l’impegno a non uscire dal Pd qualunque sarà l’esito del congresso. Perché al fondo della decisione di Minniti c’è questo: il progetto di Renzi di un nuovo partito che aggreghi tutti i liberali e anti-sovranisti. Il fatto è che Matteo Renzi ha lasciato girare le voci sul nuovo partito “oltre il Pd” senza mai smentirle. Di più: mentre all’inizio se ne parlava come del piano B, nel caso in cui Minniti il congresso lo avesse perso, negli ultimi giorni è stato lasciato trapelare che il progetto è un’opzione in campo indipenden­temente dall’esito del congresso. Perché per l’ex leader non è in discussion­e la stima per Minniti: è il “brand” Pd che nella sua analisi non funziona più, occorre qualcosa di nuovo. Da qui la richiesta di chiariment­o da parte di Minniti, chiariment­o che Renzi non ha voluto dare. «Io sono fuori dal congresso, non me ne occupo», continua a dire. E la giornata di ieri ha raccontato plasticame­nte una separazion­e già in atto: mentre Minniti incontrava i maggiorent­i renziani, in primis Lorenzo Guerini e Luca Lotti, Renzi era impegnato a Bruxelles in una serie di incontri per unire la vasta area dei liberali anti-sovranisti: ha incontrato prima la leader dei Liberali Marghrete Vestager e poi il candidato del Pse alle elezioni europee Frans Timmermans. E c’è stato anche il tempo per un saluto con Jean Claude Juncker e Pierre Moscovici. Ora che ne sarà del congresso? I renziani proporrann­o una candidatur­a di bandiera (si fa il nome di Teresa Bellanova)? «Assisterem­o al congresso», allarga le braccia Guerini alla fine di una giornata convulsa. Ma c’è anche chi, come Stefano Ceccanti, pensa che una candidatur­a vada trovata: «Restare dentro, anche se in minoranza».

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