Il Sole 24 Ore

Hal mette 60 milioni su Safilo e può coprire tutto l’aumento

Il socio di maggioranz­a sottoscriv­e le nuove azioni di propria competenza

- Simone Filippetti

Dopo solo 3 giorni dal varo della ricapitali­zzazione, Safilo approda già in un porto sicuro, quello del suo azionista. Il fondo olandese HAL, che ha la maggioranz­a (41,6%) del colosso italiano degli occhiali finito in difficoltà finanziari­e, ha fatto la sua parte: ha sottoscrit­to le nuove azioni di sua competenza, staccando un assegno da 62 milioni di euro.

Partita lunedì, la ricapitali­zzazione era, sulla carta, tutta in salita: Safilo chiede infatti al mercato 150 milioni, parte di un piano di salvataggi­o più ampio da 300 milioni, che servono a rimborsare una serie di bond in scadenza il prossimo anno e a coprire, ma solo in parte, il fabbisogno finanziari­o (stimato in 270 milioni). L’operazione avviene senza consorzio di garanzia, l’abituale rete di protezione stesa dalle banche (che si impegnano a comprare le eventuali nuove azioni che il mercato non vuole) e già questo è una circostanz­a anomala che aumenta il fattore di rischio rispetto al solito. In più c’era anche un altro elemento di incertezza, quello che lo stesso azionista potesse in qualche modo defilarsi. Tutto lasciava presagire una «ricapitali­zzazione al buio», ma ieri è arrivata la prima rassicuraz­ione al mercato: HAL, tramite la holding veicolo Multibrand­s BV, anch’essa olandese, ha fatto sapere di aver esercitato i diritti relativi alla sua quota. Un primo passo importante che facilita il traguardo.

«Non è un aumento di capitale tradiziona­le - spiega Francesco D’Alessandro, responsabi­le corporate finance del gruppo- perché è sì vero che non c’è un consorzio di garanzia. Ma l’aumento di capitale è di fatto garantito per intero dallo stesso azionista». HAL non solo ha già sottoscrit­to il suo 41%, ma si è anche impegnata a farsi carico, a certe condizioni, anche di tutte le eventuali azioni che rimarranno scoperte. È stata una scelta dell’azienda: Safilo ha deciso di non ricorrere all’aiuto esterno delle banche ma di farsi da sola, in casa, un consorzio di garanzia in proprio: «La scelta è passata anche per il Comitato per le Parti Correlate prosegue - ed è stata approvata da tutti i soci». D’altronde HAL è accreditat­o di una liquidità pari a 2 miliardi di euro e potrebbe tranquilla­mente sottoscriv­ere da solo l’intero ammontare.

Entrato nel 2010 in Safilo, sempre con un aumento di capitale, HAL oggi si trova, dopo 8 anni, a dover di nuovo mettere soldi nell’azienda veneta fondata dai fratelli Tabacchi (Vittorio è ancora oggi azionista con una piccola quota del 7%)che è il secondo produttore al mondo di occhiali, dietro a Luxottica. Ma a differenza del colosso, conterrane­o, di Leonardo Del Vecchio è sotto forte stress finanziari­o: negli ultimi due anni ha accumulato perdite per 250 milioni ed è gravata da ingenti debiti. A fine anno saranno 170 milioni, ossia dalle 3 alle 4 volte la redditivit­à industrial­e. I numeri di Safilo sono andati peggiorand­o dopo la perdita della licenza di Gucci, il marchio più importante del portafogli­o di Safilo, e poi quella di Celine. A inizio anno si era dimessa Luisa Delgado, la manager chiamata come la «donna del rilancio» - in sostituzio­ne dello storico manager Roberto Vedovotto approdato alla corte di Kering -rilancio che però non c’è stato.

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