Hal mette 60 milioni su Safilo e può coprire tutto l’aumento
Il socio di maggioranza sottoscrive le nuove azioni di propria competenza
Dopo solo 3 giorni dal varo della ricapitalizzazione, Safilo approda già in un porto sicuro, quello del suo azionista. Il fondo olandese HAL, che ha la maggioranza (41,6%) del colosso italiano degli occhiali finito in difficoltà finanziarie, ha fatto la sua parte: ha sottoscritto le nuove azioni di sua competenza, staccando un assegno da 62 milioni di euro.
Partita lunedì, la ricapitalizzazione era, sulla carta, tutta in salita: Safilo chiede infatti al mercato 150 milioni, parte di un piano di salvataggio più ampio da 300 milioni, che servono a rimborsare una serie di bond in scadenza il prossimo anno e a coprire, ma solo in parte, il fabbisogno finanziario (stimato in 270 milioni). L’operazione avviene senza consorzio di garanzia, l’abituale rete di protezione stesa dalle banche (che si impegnano a comprare le eventuali nuove azioni che il mercato non vuole) e già questo è una circostanza anomala che aumenta il fattore di rischio rispetto al solito. In più c’era anche un altro elemento di incertezza, quello che lo stesso azionista potesse in qualche modo defilarsi. Tutto lasciava presagire una «ricapitalizzazione al buio», ma ieri è arrivata la prima rassicurazione al mercato: HAL, tramite la holding veicolo Multibrands BV, anch’essa olandese, ha fatto sapere di aver esercitato i diritti relativi alla sua quota. Un primo passo importante che facilita il traguardo.
«Non è un aumento di capitale tradizionale - spiega Francesco D’Alessandro, responsabile corporate finance del gruppo- perché è sì vero che non c’è un consorzio di garanzia. Ma l’aumento di capitale è di fatto garantito per intero dallo stesso azionista». HAL non solo ha già sottoscritto il suo 41%, ma si è anche impegnata a farsi carico, a certe condizioni, anche di tutte le eventuali azioni che rimarranno scoperte. È stata una scelta dell’azienda: Safilo ha deciso di non ricorrere all’aiuto esterno delle banche ma di farsi da sola, in casa, un consorzio di garanzia in proprio: «La scelta è passata anche per il Comitato per le Parti Correlate prosegue - ed è stata approvata da tutti i soci». D’altronde HAL è accreditato di una liquidità pari a 2 miliardi di euro e potrebbe tranquillamente sottoscrivere da solo l’intero ammontare.
Entrato nel 2010 in Safilo, sempre con un aumento di capitale, HAL oggi si trova, dopo 8 anni, a dover di nuovo mettere soldi nell’azienda veneta fondata dai fratelli Tabacchi (Vittorio è ancora oggi azionista con una piccola quota del 7%)che è il secondo produttore al mondo di occhiali, dietro a Luxottica. Ma a differenza del colosso, conterraneo, di Leonardo Del Vecchio è sotto forte stress finanziario: negli ultimi due anni ha accumulato perdite per 250 milioni ed è gravata da ingenti debiti. A fine anno saranno 170 milioni, ossia dalle 3 alle 4 volte la redditività industriale. I numeri di Safilo sono andati peggiorando dopo la perdita della licenza di Gucci, il marchio più importante del portafoglio di Safilo, e poi quella di Celine. A inizio anno si era dimessa Luisa Delgado, la manager chiamata come la «donna del rilancio» - in sostituzione dello storico manager Roberto Vedovotto approdato alla corte di Kering -rilancio che però non c’è stato.