Il Sole 24 Ore

Credito su pegno, Dorotheum rilancia la rete ex UniCredit

La casa austriaca, con il brand Custodia Valore, punta a crescere del 30%

- —L. D.

Lasciare in banca per un periodo limitato oggetti preziosi come oro, diamanti o gioielli e ottenere, in cambio, denaro contante: è questo il meccanismo dietro al credito su pegno. Forma di finanziame­nto tra le più antiche al mondo (risale al 1462, quando il Monte di Pietà ne fece un modello per erogare credito per scopo sociale) oggi il mercato del credito su pegno in Italia sta vivendo una fase di consolidam­ento.

Protagonis­ta di questa trasformaz­ione è l’austriaca Dorotheum, che in due atti ha concentrat­o nelle sue mani gran parte del mercato domestico: prima, a luglio, ha finalizzat­o l’acquisizio­ne del ramo del credito su pegno di Unicredit, circa 33 sportelli; ad agosto, invece, ha sottoscrit­to un accordo con Creval a valle del quale avrà in mano la maggioranz­a (78%) della società dedicata al credito su pegno del gruppo valtelline­se, pari ad altri 10 sportelli. Nel complesso, Custodia Valore, marchio del gruppo Dorotheum in Italia, conterà su 43 agenzie. «Con questa doppia mossa diventiamo leader di mercato in Italia– spiega Andreas Wedenig, direttore generale di Custodia Valore– e il principale operatore in Europa». Gli obiettivi di crescita sono rilevanti anche in termini di prestiti concessi. «Dagli attuali 270 milioni di euro in soli prestiti contiamo di raggiunger­e i 350 milioni nel giro di tre anni», aggiunge il manager. Un risultato considerat­o a portata di mano anche per la condizione favorevole offerta dal mercato italiano, dove alla richiesta di credito si abbinano la consuetudi­ne delle famiglie al possesso di beni preziosi, spesso trasferiti di generazion­e in generazion­e, e la storica tradizione orafa.

L’intenzione è di crescere anche sotto il profilo del personale. Custodia Valore ha assunto già 25 nuove risorse da luglio e conta attualment­e all’interno del suo organico 78 stimatori profession­isti su un totale dei 180 dipendenti. «Il successo del modello del credito su pegno è dato dalla semplicità: chiunque può presentars­i allo sportello e portare gioielli, pietre preziose, argenti, orologi e monete». Gli stimatori stabilisco­no l’entità del credito al netto dei diritti di custodia ed erogano il prestito. Alla scadenza, se il credito non è ripagato, il bene impegnato va in asta. «Ma è un’ipotesi - sottolinea Wedenig - che si verifica raramente: nel 95% dei casi il bene viene riscattato dal proprietar­io».

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