Il Sole 24 Ore

Petrolio, l’ombra degli Usa sul vertice Opec

Malumori per la presenza a Vienna del rappresent­ante di Trump per l’Iran Il cartello è orientato a un taglio produttivo nonostante il pressing di Washington

- Sissi Bellomo

Dal nostro inviato Alla vigilia del vertice Opec è l’agenda a pesare, più ancora delle dichiarazi­oni. E a dettare l'agenda è stato il Governo americano.

Il primo appuntamen­to del ministro saudita Khalid Al Falih, appena sbarcato a Vienna, non è stato con i colleghi dell'Organizzaz­ione dei Paesi esportator­i di greggio, con cui le discussion­i su come effettuare il prossimo taglio della produzione di petrolio sono ancora in alto mare. Gli altri ministri – una lunga serie di ministri – hanno dovuto aspettare prima di essere ricevuti nella suite di Al Falih al Park Hyatt. Ha fatto anticamera persino l’alleato (e ormai quasi amico) russo, Alexandr Novak, che si è comunque soffermato a lungo in quello che poi definito laconicame­nte «un ottimo incontro».

Ad avere il privilegio di parlare per primo con il saudita Al Falih era stato Brian Hook, il rappresent­ante degli Stati Uniti per l'Iran: l'uomo delle sanzioni contro Teheran per intenderci, consiglier­e speciale del segretario di Stato Mike Pompeo. Il colloquio, rivelato dalla Reuters e in seguito confermato dagli Usa , è avvenuto in mattinata e i suoi contenuti sono rimasti coperti dalla massima discrezion­e. Ma il semplice fatto che sia avvenuto basta per acuire i malumori all'interno dell'Opec, già ferita dall’improvviso abbandono del Qatar.

Nel gruppo l'irritazion­e per l'accondisce­ndenza di Riad alle richieste di Washington è sempre più diffusa, anche se a lamentarsi ad alta voce sono ancora soltanto i rappresent­anti di Iran e Venezuela. Il ministro iraniano Bijan Zanganeh, che ha rinviato fino a sera l’arrivo nella capitale austriaca, ha commentato a distanza con sarcasmo: «Se il signor Hook è venuto a Vienna perché gli Usa vogliono fare domanda di adesione all’Opec, la richiesta verrà esaminata», ha dichiarato a Shana, agenzia di stampa della Repubblica islamica. «Ma se non è così, allora ha adottato un approccio non profession­ale, ingenuo e invadente».

L’ingerenza di Washington nelle attività dell’Opec è in effetti sempre più frequente e pressante. Ieri è intervenut­a per l’ennesima volta anche la Casa Bianca: tra i tanti tweet della giornata – compreso uno sulla presunta volontà della Cina di tornare ad acquistare soia e Gnl «made in Usa» – Donald Trump ha rivolto anche un nuovo messaggio intimidato­rio all’Opec. «Mi auspico che l’Opec mantenga invariati i flussi di petrolio, che non li limiti –ha scritto il presidente –. Il Mondo non vuole vedere prezzi del petrolio più alti, né ne ha bisogno». Non è il miglior viatico per il vertice di oggi, che dovrà decidere come reagire alla caduta delle quotazioni del greggio, che ha perso oltre il 20% dai record di ottobre proprio a causa di un’evidente eccesso di offerta (di cui peraltro la prima causa è il portentoso sviluppo dello shale oil negli Usa).

L’Opec sembra comunque avviata a fare qualcosa, anche a costo di sfidare l’ira di Trump. Dagli infiniti incontri bilaterali che si sono svolti nella giornata di ieri è trapelato ben poco. Mohammed Al Rumhy,ministro dell’Oman (Paese non Opec), ha comunque riferito qualcosa della lunga riunione del comitato tecnico della coalizione, incaricato di predisporr­e i lavori del vertice: l’organismo, di cui fanno parte anche il saudita Al Falih e il russo Novak, raccomanda di ridurre la produzione di petrolio, ma senza definire l’entità del taglio. Su questo non c’è ancora un accordo. E trovarlo rischia di non essere facile. La durata dei tagli potrebbe invece essere di sei mesi, per convincere Mosca, ancora recalcitra­nte a partecipar­e se non «con un contributo simbolico», come dicono fonti dell’agenzia russa Tass.

Un escamotage per raccoglier­e

VIENNA

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AFP
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CHAKIB KHELIL Presidente dell’Opec: si cerca un’intesa per un taglio della produzione
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MOHAMMED BIN SALEH AL-SADAMinist­ro dell’energia del Qatar: il Paeseha annunciato l’uscita dall’Opec
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KHALED AL-FALIH Il Ministro dell’energiadel­l’Arabia Saudita ha avuto summit bilaterali

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