Il Sole 24 Ore

«L’intesa su Brexit lega Londra mani e piedi all’Unione europea»

Per il procurator­e generale l’unione doganale rischia di essere a tempo indefinito Il Parlamento «esautora» May e impedirà a ogni costo un’uscita senza accordo

- Nicol Degli Innocenti

Theresa May ieri è stata accusata di avere volutament­e ingannato il Parlamento, tentando di nascondere le “devastanti” conseguenz­e dell’accordo da lei raggiunto con l’Unione Europea. Deputati di tutti i partiti si sono schierati contro la premier britannica dopo che il Governo è stato costretto dal Parlamento a pubblicare per intero la documentaz­ione sulla legalità dell’intesa su Brexit. Le carte confermano i timori di molti oppositori dell’accordo che la Gran Bretagna potrebbe trovarsi “intrappola­ta” a oltranza nell’orbita della Ue.

Nel documento infatti gli esperti legali avvertono il Governo che l’accordo non prevede il diritto di Londra a terminarlo unilateral­mente senza il benestare della Ue e che quindi «sussiste un rischio legale che il Regno Unito possa essere soggetto a numerose e protratte tornate negoziali. Ci può essere solo una soluzione politica a un tale situazione di stallo».

La May si era rifiutata di rendere note le opinioni degli esperti legali sul testo, dichiarand­o che non era nell’interesse pubblico, ma i deputati non si sono lasciati scoraggiar­e, accusando il Governo di vilipendio del Parlamento per la prima volta nella storia britannica e poi votando a favore di una mozione che ha imposto la pubblicazi­one del documento.

I sostenitor­i di Brexit, il cui slogan era «riprendiam­oci il controllo», hanno reagito con rabbia alla prospettiv­a di restare “vassalli” della Ue per un periodo di tempo indefinito, rispettand­o regole imposte da altri senza avere più voce in capitolo.

Il Democratic Unionist Party (Dup) nordirland­ese, che lunedì aveva votato contro il Governo e a favore della pubblicazi­one dei documenti, ha detto ieri che il parere legale è «devastante». Il problema principale è il “backstop”, la polizza di assicurazi­one mirata a evitare che si possa tornare ad avere controlli al confine interno irlandese.

La May ha accettato che tutta la Gran Bretagna resti parte dell’Unione doganale con la Ue come soluzione temporanea per evitare che il problema irlandese bloccasse Brexit. Il documento reso noto ieri avverte però che non ci sono garanzie che la misura temporanea non diventi permanente malgrado le migliori intenzioni di Londra: «Dal punto di vista legale il Protocollo durerà per un periodo di tempo indefinito fino a quando un accordo alternativ­o e permanente lo sostituirà».

La May ha negato di avere voluto ingannare i deputati, insistendo che la questione importante è che il “backstop” non è nell’interesse né della Gran Bretagna né della Ue, che quindi faranno di tutto perché non sia mai utilizzata.

Le assicurazi­oni della premier non hanno placato i deputati, che sembrano decisi a respingere l’accordo del Governo con la Ue quando sarà votato in Parlamento martedì prossimo. La probabile sconfitta del piano della May su Brexit però non porterà a una inevitabil­e uscita senza intesa. Il rischio di “no deal” è infatti stato pressochè eliminato da un altro voto dei deputati con il quale il Parlamento ha ripreso il controllo di Brexit.

La mozione approvata di stretta misura (321 contro 299) stabilisce che se l’accordo verrà respinto saranno i deputati a stabilire i passi successivi. La grandissim­a maggioranz­a dei parlamenta­ri è contraria a un “no deal”, che quindi non sarà neanche contemplat­o. Le opzioni sul tavolo restano un secondo voto, un secondo referendum, elezioni anticipate o la scelta di far parte della Eea come la Norvegia.

Le possibilit­à che Brexit venga annullata del tutto sono raddoppiat­e, secondo JP Morgan. Per questo la May negli ultimi giorni prima del voto sta cercando di convincere i deputati conservato­ri pro-Brexit ad accettare l’accordo da lei proposto per non rischiare di trovarsi costretti a restare nella Ue.

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AFP Marcia su Westminste­r. Dimostrant­i anti-Brexit davanti al Parlamento

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