Il Sole 24 Ore

Bentivogli: «Il piano Fca così diventa carta straccia»

- Matteo Meneghello

«Con questo emendament­o il piano di 5 miliardi di euro che Fca ci ha presentato nei giorni scorsi rischia di diventare carta straccia». Il segretario della Fim, Marco Bentivogli è stato tra i primi a denunciare i rischi che potrebbe comportare, per tutta la filiera italiana dell’automotive, l’adozione dell’ormai famigerato 79 bis.

In che senso carta straccia? Per voi non avrebbe più valore?

No, è diverso: può non avere più significat­o, essendo cambiate le condizioni che l’hanno permesso. È il Governo che rende carta straccia questo piano, costruito su determinat­i presuppost­i. Da tempo abbiamo incalzato i produttori sulla necessità di accelerare la transizion­e verso l’elettrico: ora che abbiamo raggiunto un’intesa, Fca e i lavoratori hanno bisogno di almeno 20 mesi per mostrare i primi risultati, ma se gli tagliamo le gomme alla svolta in questo modo, sottraendo mercato e risorse finanziare, non raggiunger­emo mai l’obiettivo finale.

Il Governo punta sulla mobilità elettrica: non è condivisib­ile?

Io sono d’accordo sul bonus per l’elettrico, ma è il malus che è sbagliato, perchè impone un’accelerazi­one che è irrealisti­ca in un mercato già in difficoltà, ed è dannosa in questa delicata fase di transizion­e di ventiquatt­ro mesi. Chi ha scritto questo emendament­o non ha cognizione del peso della filiera automotive in Italia sul Pil: questo governo sovranista ha proposto una politica che non fa che depotenzia­re la nostra sovranità industrial­e. I soldi del malus andranno, prevalente­mente, ai produttori asiatici.

Cosa dovrebbe fare il Governo? A mio giudizio dovrebbe occuparsi di ecosistema, infrastrut­ture, occupazion­e.

Mi spiego: va organizzat­a la rete elettrica per caricare le batterie, vanno posate le colonnine, c’è il tema dello smaltiment­o delle batterie, va gestita una transizion­e che rischia di produrre una disoccupaz­ione del 20% se non si affronterà insieme il tema delle competenze.Si insegue una idea moda i ola che non aiuta a raggiunger­e obiettivi industrial­i.Questo sta avvenendo, perla verità, non solo in Italia. An chela campagna anti-diesel è ridicola: l’ inquinamen­tonelle città deriva soprattutt­o dalle caldaie, da euro 4 aeuro6l’ emissione di Nox si è già ridotta del 40%, e l’Euro6 d-final è ancora più ecologico, emette meno co2 degli altri combustibi­li.

In due anni anche l’Italia potrebbe essere pronta con l’elettrico?

Vanno rispettati i tempi del piano, una transizion­e accelerata non porterà alla rivoluzion­e dell’elettrico, che oggi ha una quota mondiale del 2%, ma al massimo a una costosissi­ma adozione dell’ibrido. Alla fine dell’anno prossimo, però, da Melfi saranno prodotte la Renegade ibrida e poi la Compass, due modelli che agganceran­no le nuove norme ambientali. Poi in 18 mesi Mirafiori dovrebbe tenere a battesimo la 500 full electric, un gioiellino di tecnologia autoaggior­nabile. Le fughe in avanti non servono: tagliare le gambe alla transizion­e non impoverirà il ceo di Fca, Michael Manley, ma andrà a scapito di lavoratori e componenti­stica. Ci auguriamo che l’azienda confermi gli investimen­ti anche con questi presuppost­i, altrimenti non ci sarà nemmeno spazio per gli ammortizza­tori, visto che sono legati alla riorganizz­azione.

Crede che il decreto possa essere corretto in Senato?

Me lo auguro, ma è singolare che abbiamo dovuto battere i pugni sul tavolo, sindacati e costruttor­i, per avere una presa di coscienza. Questa è disattenzi­one, e un Governo non può essere così distratto. Non possiamo perdere altro tempo: accumulare ancora ritardi significa morire.

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MARCO BENTIVOGLI Segretario­della Fim

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