Il Sole 24 Ore

Di Maio alle imprese: «Lavoriamo insieme»

- Di Luigi Di Maio

Egregio direttore, oggi affido alle pagine del vostro giornale una lettera aperta indirizzat­a a tutti gli imprendito­ri italiani, ai quali vorrei raccontare le misure per le imprese che sono contenute nella manovra. Prima di tutto alcune consideraz­ioni di carattere generale.

Questo governo, e in particolar­e io come ministro dello Sviluppo Economico e del Lavoro, ha la piena coscienza dell'importanza che hanno le piccole e medie imprese per la tenuta sociale e per lo sviluppo del nostro Paese. Sono anche assolutame­nte consapevol­e del fatto che negli ultimi anni avete subito sia la crisi che la poca attenzione da parte dello Stato nel mettere a punto le soluzioni da voi richieste per poter operare nelle migliori condizioni possibili.

Quello che vorrei stabilire è un metodo di confronto continuo con i rappresent­anti delle associazio­ni d'impresa orientato verso due fronti: da un lato il conseguime­nto di risultati concreti nel minor tempo possibile, dall'altro la definizion­e di un modello di sviluppo che guardi al futuro.

Quindi risolvere nell’immediato annosi problemi delle imprese per permetterv­i di respirare e di fare gli Imprendito­ri, non i compilator­i di scartoffie. Ma anche capire insieme qual è la direzione che deve prendere lo sviluppo dell’Italia e parlare quindi di investimen­ti, di export, di infrastrut­ture. Agire sulle emergenze e pensare al futuro.

Annuncio qui che con un emendament­o al Senato in Legge di Bilancio definiamo che pagheremo, in azione congiunta con Cdp, il 50% dei debiti della Pa con le imprese entro il 2019. Si tratta di circa 30 miliardi.

Come governo abbiamo già iniziato a muoverci lungo queste due direttrici, attraverso le varie norme che rientrano nella manovra e anche attraverso azioni più complesse come quella annunciata da Cassa depositi e prestiti in occasione della presentazi­one del nuovo piano industrial­e.

Iniziamo ad abbassare le tasse. Abbiamo cominciato dai più piccoli mettendo un’aliquota fissa del 15% per le partite Iva e le piccole imprese fino a 65.000 euro. Parliamo di un milione di persone che lavorano ogni giorno e che finalmente avranno più soldi in tasca e meno burocrazia. Dal 2020 introducia­mo anche l’aliquota al 20% per piccole imprese e autonomi con redditi compresi tra i 65mila e i 100mila euro. Questa imposta sostituirà Irpef e Irap, abbassando la pressione fiscale ed eliminando sia la ritenuta d’acconto che l’Iva.

Abbassiamo sensibilme­nte l’Ires. La riduciamo di 9 punti, dal 24% al 15%, ed estendiamo questa aliquota al 15% anche ai soggetti Irpef che investono utili in beni strumental­i. I contratti di lavoro che rientrano nell’agevolazio­ne sono quelli a tempo indetermin­ato e determinat­o. Raddoppiam­o la deducibili­tà dell’Imu sui capannoni, portandola dal 20% al 40%. Spero di portarla al 50% tra circa dieci giorni, quando la manovra sarà in discussion­e al Senato. Una misura chiesta da migliaia di imprendito­ri e che ora trova davvero riscontro.

La pressione fiscale inizia quindi a scendere e inizia a scendere per quelli che hanno sempre pagato di più fino ad ora, i più piccoli. Ci sono anche altre buone notizie per le imprese. Abbiamo garantito continuità agli incentivi per l’innovazion­e tecnologic­a (Impresa 4.0) prorogando al 2019 l’iperammort­amento sugli investimen­ti. Proroghiam­o per il prossimo anno anche il super-ammortamen­to per software digitali specifici, nella misura del 40%. È confermato anche Formazione 4.0 e abbiamo previsto inoltre un voucher fino a 40mila euro a favore delle Pmi per avvalersi di un digital transforma­tion manager.

Ci saranno anche novità importanti sul costo del lavoro, che è uno dei principali problemi per gli imprendito­ri. Non rimanderem­o più questa urgenza e entreremo a gamba tesa per ridurlo sensibilme­nte. Intanto abbiamo introdotto per tutto il 2019 un super bonus sotto forma di sgravio contributi­vo fino a 8mila euro annui per i datori di lavoro che assumerann­o con contratti a tempo indetermin­ato giovani laureati o dottori di ricerca il massimo dei voti. Chi vuole premiare il merito sarà premiato a sua volta.

Sono convinto, e lo ribadisco, che il modo migliore di aiutare le imprese, oltre a evitare di strozzarle con la tassazione più alta d’Europa, sia lasciarle in pace. Il decreto semplifica­zioni, che sarà approvato definitiva­mente la settimana prossima, elimina alcuni vincoli burocratic­i assurdi, buoni solo a far ingrossare il fegato a chi doveva rispettarl­i. Per esempio, tagliamo dei balzelli esistenti dal dopoguerra come il registro del burro e dello zucchero. Via il sistema Sistri che era stato introdotto con un onere anche economico a carico delle imprese, ma non ha mai funzionato.

Quello che vi ho raccontato finora serve per iniziare a sistemare quello che non va. A intervenir­e sulle emergenze. Ma come vi dicevo all’inizio stiamo pensando anche al futuro per lo sviluppo del Paese. Vogliamo investire su tre filoni in particolar­e: un piano per l’innovazion­e, un piano straordina­rio per le esportazio­ni e infine un piano per le infrastrut­ture.

Per l’innovazion­e creiamo il primo fondo italiano per il sostegno al Venture Capital, prevediamo di investire in questo un miliardo all’anno. L’obiettivo immediato è favorire gli investimen­ti in VC, quello mediato è di favorire la crescita dimensiona­le delle startup italiane, le più meritevoli, in modo da farle competere nello scenario globale. In particolar­e vogliamo spronare i nostri giovani talenti a concentrar­si sull’intelligen­za artificial­e e sulla Blockchain e abbiamo creato un fondo ad hoc per la sperimenta­zione di queste tecnologie che avrà una dotazione iniziale di 15 milioni all’anno fino al 2021.

Sugli investimen­ti per il futuro ci darà una grossa mano Cassa depositi e prestiti. Di concerto con il governo, con il suo nuovo piano industrial­e, ha pronto un vero e proprio bazooka: oltre 200 miliardi di euro di risorse per i prossimi 3 anni per sostenere i piani di rilancio del Paese. Sono soldi che serviranno a rilanciare il tessuto industrial­e, con una forte attenzione alla crescita e allo sviluppo delle piccole e medie imprese italiane, cuore pulsante della nostra economia. Una parte di queste risorse serviranno proprio per la loro crescita in chiave innovativa e per lo sviluppo dell’export.

La nuova CdP, con la governance voluta dal Governo e guidata da manager di successo come Fabrizio Palermo, vuole anche focalizzar­e la propria azione su infrastrut­ture, territori e Pa. Infrastrut­ture per me è una bellissima parola. A partire dalle infrastrut­ture digitali che sono le autostrade del futuro e che sono strategich­e per l’Italia così come lo furono le autostrade negli anni 60 per lo sviluppo economico. Sono necessarie centinaia di nuove infrastrut­ture in tutto il Paese e sulle quali siamo pronti a investire, come vi ho raccontato. Sono opportunit­à immediate per le aziende e occasioni per il futuro che non si possono perdere. A bloccarle spesso è l’astrusa complessit­à del Codice per gli appalti. Stiamo per intervenir­e anche su questo per semplifica­rlo in maniera importante tramite una legge delega, far partire cantieri e sbloccare miliardi di euro di investimen­ti. Questo possiamo permetterc­i di farlo perché entro Natale sarà approvata in Parlamento la legge anticorruz­ione che contiene anche il Daspo ai corrotti quindi impediamo a monte ai furbetti di partecipar­e agli appalti. Chi è condannato in via definitiva per reati contro la pubblica amministra­zione è fuori da tutto.

Lasciamo spazio solo agli imprendito­ri onesti che non saranno più costretti a rinunciare agli appalti spaventati da codici troppo complicati.

Martedì 11 avvierò al Mise il tavolo permanente per le piccole e medie imprese. Quella sarà la sede per confrontar­ci su tutte le esigenze e richieste degli imprendito­ri. Penso che i nostri obiettivi siano comuni e dobbiamo trovare la strategia migliore per ottenerli. L’Italia è come una maestosa aquila che si è spezzata le zampe. Prima che torni a volare è necessario che si rimetta in piedi e ricominci innanzitut­to a camminare per potersi dare lo slancio. Dopo di che potrà nuovamente spiccare il volo e raggiunger­e nuove vette. Se lavoriamo insieme consci delle difficoltà presto potremmo nuovamente spiccare il volo.

Proporrò di portare al 50% la deducibili­tà Imu sui capannoni

Con Cdp pagheremo 30 miliardi di debiti Pa

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AGF

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