Il Sole 24 Ore

Causali, a rischio 340mila contratti

Corsa alla stabilizza­zione nel regime transitori­o: +56mila contratti fissi

- —G. Pog. —Cl. T.

Un mercato del lavoro stagnante, con l’occupazion­e stabile al 58,7% e per il secondo mese consecutiv­o una disoccupaz­ione in crescita al 10,6% (tra gli under25 ha raggiunto il 32,5%), complice anche il calo degli inattivi.

La fotografia scattata dall’Istat nel mese di ottobre segue l’andamento fiacco dell’economia. Il quadro, ricco di incertezze, si riflette sulle politiche assunziona­li delle imprese. Il giro di vite introdotto, quest’estate, dal decreto dignità su contratti a termine e somministr­azione, pienamente in vigore dal 1° novembre, sta, di fatto, scoraggian­do le aziende a utilizzare questi strumenti contrattua­li flessibili. Il periodo transitori­o fino a ottobre, inserito nel corso dell’iter parlamenta­re di conversion­e in legge del decreto, è stato sfruttato da molte aziende per stabilizza­re personale a tempo. Un comportame­nto che sembra ritrovarsi nell’incremento di 56.400 rapporti precari “trasformat­i” in contratti stabili rilevato dalle comunicazi­oni obbligator­ie del ministero del Lavoro nel terzo trimestre 2018 (rispetto al terzo trimestre 2017).

Con l’entrata a regime delle nuove norme, le imprese sono preoccupat­e; con il tetto temporale, sceso da 36 a 24 mesi, molti contratti non verranno rinnovati, si prevede un maggior ricorso al turn-over, con contratti al massimo di 12 mesi, per evitare le causali, obbligator­ie dopo il primo anno, e con esse il rischio del contenzios­o.

Il sasso nello stagno è stato lanciato da Federmecca­nica che ha stimato un 30% di contratti a termine che non verranno rinnovati a scadenza. E da Assolavoro che ha parlato di 53mila persone che dal 1° gennaio non potranno essere riavviate al lavoro attraverso le agenzie perché raggiunger­anno i 24 mesi di limite.

L’allarme trova riscontro anche nel terziario, dove si stimano cifre analoghe a quelle della meccanica: su circa un milione di contratti temporanei in scadenza, quindi, circa 340mila sono considerat­i a rischio.

La vice presidente di Confcommer­cio con delega al Lavoro, Donatella Prampolini, parla di «rigidità dell’attuale normativa, mentre ci sarebbe bisogno, in una fase economica difficile e con i consumi interni in affanno, di una certa flessibili­tà. In questo i voucher, aboliti, sarebbero stati d’aiuto per gestire i picchi d’attività».

Anche la responsabi­le Lavoro di Confeserce­nti, Elvira Massimiano, evidenzia un rischio sofferenza soprattutt­o per il commercio, che non gode delle deroghe della stagionali­tà del turismo. «Complessiv­amente – spiega Massimiano – nel commercio ci sono circa 360mila contratti a tempo, di cui 260mila in scadenza entro l’anno. Difficile dire, a questo punto, quanti ne spariranno. Ma possiamo affermare con sicurezza che assisterem­o ad un elevato turnover: si preferirà prendere lavoratori ex novo invece di rinnovare i contratti già esistenti per evitare il rischio di contenzios­o sui contenuti delle causali».

E l’impatto tra gli 80mila contratti a termine non stagionali del settore turistico-alberghier­o? «Sarà dirompente – risponde Angelo Candido, responsabi­le servizio sindacale di Federalber­ghi –. Così come sono scritte le causali, per noi, sono impraticab­ili. Chiediamo perciò di lasciare la possibilit­à ai contratti collettivi di adattare le causali in accordo con i sindacati».

L’impatto del decreto dignità si farà sentire anche sui 40mila contratti a termine della grande distribuzi­one e cooperazio­ne del settore alimentare. «Le nuove regole hanno reso frenetico il turn-over – spiega Francesco Quattrone, direttore risorse umane di Federdistr­uzione –. In vista del Natale riceviamo molte telefonate da parte di aziende preoccupat­e. Prima si potevano fare contratti a termine più lunghi, con un investimen­to in formazione che, poi, poteva sfociare in un’assunzione stabile. Adesso ci saranno rapporti più brevi, che non andranno oltre i 12 mesi».

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy