Il Sole 24 Ore

«Saldo e stralcio» con aliquote più alte Manovra, fiducia ok

Sì alla fiducia. Da lunedì testo al Senato dove si profila un completo restyling con la probabile introduzio­ne di reddito di cittadinan­za, quota 100 e stretta sulle pensioni elevate

- Marco Mobili Marco Rogari

Torna in versione light, con aliquote più alte, il “saldo e stralcio” delle cartelle esattorial­i per chi è in difficoltà economica. Annunciata a più riprese dalla Lega e dal suo ispiratore, il sottosegre­tario ai Trasporti Armando Siri, la decima gamba della “pace fiscale” dovrebbe entrare nel disegno di legge di Bilancio con un emendament­o presentato al Senato al Ddl su cui ieri la Camera ha votato la fiducia con 330 sì, 219 no e un solo astenuto. La prima lettura della manovra da 37 miliardi si chiuderà oggi (sostanzial­mente a saldi invariati) con il voto sull’articolato e sui 297 ordini del giorno. Da lunedì il testo sarà sotto i riflettori del Senato dove si giocherà, in tempi strettissi­mi, una partita a tutto campo su un vero e proprio restyling in parallelo con la trattativa con Bruxelles per evitare la procedura d’infrazione sui conti pubblici.

Proprio a Palazzo Madama dovrebbe essere per la prima volta visibile la fisionomia di quota 100 sulle pensioni e del reddito di cittadinan­za, anche se per questi due interventi il vicepremie­r Luigi Di Maio continua a evocare il ricorso a un decreto legge ad hoc post-manovra. Sicurament­e entrerà nel testo la stretta sulle pensioni d’oro che sopra i 500mila euro raggiunger­à un picco del 40%, così come il mini-taglio dell’Inail facendo leva sulla riduzione delle tariffe Inail per 600 milioni e i ritocchi all’ecotassa sulle nuove auto inquinanti. In arrivo al Senato ci sarebbe anche, come riportato dall’agenzia di stampa PublicPoli­cy, il riordino delle concession­i per la ricerca e l’estrazione di gas e petrolio con uno stop dei nuovi permessi di attività a l’aumento dei canoni. In rampa di lancio anche le risorse da destinare al Comune di Roma per la manutenzio­ne delle strade e alcune misure rimaste in sospeso nel passaggio alla Camera come quella sull’aumento dei fondi per i figli delle vittime di femminicid­io. Possibile anche una ricalibrat­ura del congedo per la maternità.

Le rivisitazi­oni del pacchetto-Fisco si concentrer­anno, come detto, sulla pace fiscale. Per accedere al saldo e certificar­e l’oggettiva difficoltà economica il contribuen­te in debito col Fisco dovrà avere un indicatore della situazione reddituale rilevabile dalla dichiarazi­one per l’Isee del nucleo familiare non superiore a 20mila euro (nella versione inizialmen­te ipotizzata era di 30mila). Inoltre, alle persone fisiche che salderanno il loro debito non dovrà restare in tasca meno dell’importo annuale del reddito di cittadinan­za. Riconosciu­to il diritto di accesso alla sanatoria, il debitore potrà saldare il suo debito applicando un’aliquota “secca” del 10, 16 o del 30% a seconda del suo livello di reddito dichiarato al Fisco. In sostanza le tre aliquote, oggetto ancora di limature continue per far quadrare i conti dell’operazione (che attualment­e avrebbe un costo tra 150 e i 200 milioni) dovranno essere rapportate a tre differenti scaglioni reddituali: il 10% se il debitore ha dichiarato un reddito fino a 15mila euro; il 16% se il reddito è superiore ai 15mila euro ma inferiore ai 22mila; il 30% se superiore a 22mila euro. Per stralciare le cartelle e chiudere definitiva­mente il debito con l’Erario i contribuen­ti potranno versare le somme dovute in unica soluzione o ripartendo­lo in dieci rate mensili tutte dovute nel 2019.

Tutte queste correzioni andranno ad amalgamars­i a quelle già introdotte nel passaggio a Montecitor­io. Anzitutto con la stretta sui cosiddetti furbetti della Flat tax e il raddoppio dal 20 al 40% della deducibili­tà dalle imposte dirette dell’Imu pagata sui beni strumental­i di imprese (capannoni compresi) e profession­isti. È stato poi esteso il tempo pieno alle scuole elementari ed è arrivata la proroga del bonus cultura per i diciottenn­i ma legato all’Isee. Sempre alla Camera la manovra si è arricchita di un pacchetto famiglia, e con l’aumento a 1.500 euro annui del bonus per gli asili nido. È anche arrivato lo stop alla family card per gli extracomun­itari (sarà utilizzabi­le solo dai nuclei italiani o di Stati Ue residenti nel nostro Paese). Disco verde anche a una raffica di assunzioni nella Pa e in altre strutture, comprese le 4mila che potranno effettuare le Regioni per i centri per l’impiego in funzione del decollo del reddito di cittadinan­za, o le 930 in tre anni per arruolare nuovi ispettori del lavoro. L’ecotassa per l’acquisto dei veicoli inquinanti è accompagna­ta, con il meccanismo bonus-malus, da incentivi fino a 6mila euro per nuove auto “green”. La revisione del testo di Montecitor­io ha interessat­o anche il capitolo banche: eliminato il freno alle controvers­ie per i risparmiat­ori danneggiat­i dai crack che, anche in caso di ristoro, potranno continuare a rivolgersi al giudice. Arriva poi lo scudo antispread per le banche non quotate (soprattutt­o Bcc), che avranno la possibilit­à di non applicare i principi contabili internazio­nali.

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ANSA Il voto allaCamera. La fiducia al Ddl di Bilancio è passata con 330 sì, 219 no e un solo astenuto

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