Libere farmacie contro il freno alle società
Braccio di ferro tra libere farmacie e Movimento 5 Stelle. Dopo la bocciatura – per «estraneità rispetto alla Manovra» – dell’emendamento, a firma del deputato M5s Giorgio Trizzino, che voleva ripristinare l’obbligo del 51% della titolarità di una farmacia a un farmacista professionista iscritto all’Albo (frenando così l’ingresso delle società di capitali), ieri tre grandi catene - Hippocrates Holding, Admenta Italia- Lloyds Farmacia e Dr. Max - hanno inviato una lettera aperta al presidente del Consiglio Giuseppe Conte e ai vicepresidenti, Luigi Di Maio e Matteo Salvini. I 3 gruppi, titolari di catene di farmacie in Italia, hanno evidenziato il rischio di un passo indietro nell’evoluzione del settore. Mentre l’emendamentop aveva ricevuto il plauso sia del ministro della Salute, Giulia Grillo, sia dell’Ordine dei farmacisti.
«Il problema principale per le imprese che desiderano investire in Italia – hanno spiegato le libere farmacie – è l’incertezza delle norme e le continue modifiche. La leggedell’agosto 2017 porta vantaggi anche alle farmacie indipendenti, molte delle quali in gravi difficoltà economiche, che possono così decidere se vendere, rimanere indipendenti o espandersi. I farmacisti, singolarmente o in gruppi, hanno così la possibilità di creare una propria catena, favorendo uno sviluppo della propria attività su scala più ampia».