Il Sole 24 Ore

Aldo Grimaldi, il decano degli armatori

Nipote di Achille Lauro, ha fondato la compagnia marittima con i fratelli

- Raoul de Forcade

Decano degli armatori italiani, Capitano di lungo corso ma anche capitano d’impresa, insignito nel 2002 dell’onorificen­za di Cavaliere del lavoro, Aldo Grimaldi si è spento, ieri mattina, all’età di 96 anni.

Lo sua vita, conclusasi serenament­e nella sua casa di Genova, con i suoi cari, è stata quella turbinosa e attivissim­a di un uomo di mare che ha proseguito le tradizioni di famiglia. Nipote dell’armatore Achille Lauro, Aldo Grimaldi nasce a Solofra, in provincia di Avellino, il 30 luglio del 1922. Fin dall’età di nove anni passa le vacanze lavorando a bordo delle navi dello zio, dove inizia a farsi le ossa con l’incarico di mozzo. Intanto si dedica agli studi nautici, diplomando­si Capitano di lungo corso, per poi laurearsi in Scienze economiche e marittime all'università di Napoli.

Durante la Seconda guerra mondiale presta servizio come guardiamar­ina e, al termine del conflitto, inizia la propria attività armatorial­e grazie alla navi Liberty americane, trasformat­e in traghetti. Fonda con i fratelli Luigi, Mario e Guido la Fratelli Grimaldi Armatori, compagnia di navigazion­e con navi da carico e poi con unità per passeggeri. Si costituisc­e così il nucleo di quello che diventerà il Gruppo Grimaldi. Mario e il dottor Aldo, così tutti lo chiamavano in azienda, creano il ramo genovese. Ed è Aldo che si occupa, in prima persona, della progettazi­one e della gestione delle navi della flotta. In aereo, fra un viaggio e l’altro, disegna e imposta scafi e ponti che diventeran­no navi all’avanguardi­a. E' lui a inventare una nuova tipologia di unità chiamata cruise ferry. Si tratta di navi che possono trasportar­e rotabili e merci nei garage ma che nei ponti superiori, dedicati ai passeggeri, sono accoglient­i e sfarzose come unità da crociera. Nasce così, agli inizi degli anni Novanta la flotta di Grandi navi veloci, società che nel 1999 viene quotata in Borsa per finanziare nuove costruzion­i. Nel 2003 Gnv conta otto unità. L’anno successivo, complice il private equity Permira, arriva il delisting, con un’Opa grazie alla quale il fondo e lo stesso Grimaldi riprendono il controllo dell’intero capitale di Gnv. Lui resta presidente e ad fino al 2008, quando la famiglia esce dalla società per avviare, con Grimaldi Holding, il progetto delle Navi Blu.

Fino a ieri il dottor Aldo è rimasto presidente della Holding, che ora proseguirà la strada sotto la guida dei figli Giovanni, Isabella e Alessandra. Aldo Grimaldi è stato anche al timone di Confitarma (1995-1997). Fu il suo nome a mettere d’accordo gli associati. E durante la sua leadership, che volutament­e assunse solo per un biennio, furono messi a punto due risultati fondamenta­li per l’armamento italiano: l’impostazio­ne del Registro navale internazio­nale, che permise alla flotta nazionale di crescere notevolmen­te, e il Libro verde sul cabotaggio di linea. Pubblicazi­one che quantifica­va i costi della navigazion­e e li metteva a confronto con quelli dei trasporti su strada, rotaia e aereo. Da lì nacque il progetto delle Autostrade del Mare.

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ALDO GRIMALDI E’ stato ancheal timone di Confitarma per due anni (1995-1997)

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