Grandi banche europee alla svolta Le perdite su crediti in calo del 12%
Dai nuovi criteri contabili 26 punti base di capitale in meno, 100 per le italiane Il credito tricolore dimezza al 5,5% il peso degli Npl rispetto al picco del 2014
Primi nove mesi positivi per le grandi banche europee. Dall’ aggiornamento di R& S-Medio banca sui 21 maggioriemerge che i ricavi aggregati sono cresciuti dell’ 1,2%,ment re il risultato netto è migliorato dello 0,8% grazie anche al calo delle perdite su crediti che è stato dell’ 11,8%.I profitti netti “normalizzati” delle due bi gita liane del campione-Intesa-San Paolo e Uni segnato rispettivamente un aumento del 26% e del 4,7%. Il risultato di Intesa non tiene conto del contributo pubblico di 3,5 miliardi per l’ acquisizione delle banche venete (2017), quello di Unicredit è depurato dagli effetti delle cessioni di Pione ere Pekao(2017)e della svalutazione della quota in Yapi (2018) e non consideragli accantonamenti addizionali perle sanzioni U saper violazione dell’embargo verso l’ Iran.
I risultati del semestre
Nel primo semestre i ricavi delle prime 21 banche europee sono aumentati dell’1,6%, riflettendo una contrazione del margine d’interesse dell’1,3% (incidenza sui ricavi al 50,8% dal 52,3%); un risultato di negoziazione in calo del 12,7%; ma un aumento delle commissioni dell’11,6%.
Tutte hanno chiuso inutile, con risultatonetto aggregato salito del 4,5% a 46,5 miliardi, più di quanto realizzato nell’intero 2016. Da segnalare che, se è migliorato il risultato corrente del 10,6%, è peggiorato invece il saldo delle voci straordinarie, passato dal saldo negativo di 1,2 miliardi nella prima metà del 2017 a -4,6 miliardi, includendo la chiusura dei procedimenti con il Dipartimentodi giustizia U saperla vendita di mutui sub prime da parte di Bar cl ays (2 miliardi di dollari) e Rbs (4,9 miliardi di dollari, di cui 3,5 già accantonati).
Roe da record al Nord
Il Roe annualizzato del campione sale dal 7,2% al 7,6% rispetto alla media del 5,5% dal 2015. Tuttavia ci sono ampie differenze: al top gli istituti del Nord Europa con Nor dea al 12,7%, in mezzo le due italiane-Intesa al 9%, Uni credi - eincoda le tedesche, con Deuts che Bankall ’1,4%( in peggioramento dal 2,9 del primo semestre 2017, ma nel 2015 il Roe dell’istituto era negativo del 9,2%).
La leva
Il leve rage ratio-tier 1 suto tale5%(5,1% nello stesso periodo 2017), con Intesa (6,2%) e Bbva (6,3%) che registrano i valori migliori. Da segnalare che negli ultimi stress test, nello scenario avverso tre istituti tedeschi Deuts che Ban k-hanno riportato un ratio inferiore al minimo del 3%.
Gli asset illiquidi
Gli attivi di livello 3, a livello contabile, sono aumentati nel complesso del 16,3%, per la valutazione al fair value di assetpr ima valutati al costo ammortizzato( effetto della prima applicazione dell’Ifrs9), mentre la variazione su basi omogenee sarebbe positiva del 4%. La media copre però situazioni molto differenti. Rispetto al patrimonio netto il valore è massimo perle due banche tedesche del campione( media 33%), Intesa è al 21,4%( nel 2017 ha classificato cometa li benistru mentali e artistici per 5,9 miliardi), Unicredit al 9,6%.
I derivati
Sostanzialmente stabile l’ ammontare dei derivatiattivi (-0,2% rispet to a fine 2017) a 3.028 miliardi di euro, pari al 2,6% del patrimonio netto tangibile. Le incidenze più elevate sono quelle di Deuts che Bank col 6,2%( ma in netto calori spetto all ’11% del 2015) e di Nor dea col 6,1%. Il valore più basso è quello di Ing (0,6%).
I crediti dubbi
Le perdite su crediti sono diminuite al 5,7% dei ricavi rispetto al 6,8% del primo semestre 2017. I crediti dubbi sul totale degli impieghi si attestano all’ 1,8%,mentre perle due italiane sono al 4,5%. Il tasso di copertura (accantonamenti in % dei crediti dubbi) si attesta al 48% in media e al 59% perle due italiane. La prima applicazione dell’ Ifrs 9 in Europa ha comportato maggiori perdite su crediti per 24,2 miliardi nell’insieme delle 21 banche.
I ratio patrimoniali
Il Cet1 medio si attesta al 13,8% (dal 14% di fine 2017), con Intesa al 12,8% e Uni Credi tal 12,6%. L’ introduzione del principio contabile Ifrs9(ch eh a cambiatola classificazione dei crediti deteriorati e attività finanziarie) è costato mediamente 26 punti base di Cet1 e circa 100 punti base per le due italiane.
Banche italiane, il dopo Lehman
Il sistema italiano non è ancora allineatoal resto d’ Europa sul fronte dei crediti dubbi. Tuttavia i progressi registrati nel dopo Lehman sono notevoli. Considerando le prime sette banche italiane, l’ incidenza dei crediti dubbi netti sul totale degli impieghi si è dimezzata al 5,5% di fine settembre rispetto al picco dell’11,2% del 2014. I ratio patrimoniali sono di molto migliorati: per le sette maggiori il coefficiente di solvibilità è passato dall’11,4% di fine 2009 al 15,6% di metà 2018. Dal 2008 a giugno 2018 le banche quotate a Piazza Affari hanno raccolto complessivamente 75 miliardi (due volte la manovra in discussione in Parlamento) con aumenti di capitale a pagamento. Ma l’innalzamento dello spread già costato 42 punti base di Cet1 alle banche italiane nel primo semestre, con il differenziale BTp-Bund di 238 punti base a fine giugno.