Il Sole 24 Ore

L’INDICE DELLA PAURA ALZA LA TESTA IN BORSA

- Di Vittorio Carlini

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La volatità riprende quota. Ieri il Volatility index (Vix), in tarda serata, viaggiava intorno a quota 23. Certo: due giorni fa l’ «indice della paura» aveva raggiunto un livello più alto ( 25). E, tuttavia, a inizio settimana danzava sul valore di 16. Mentre in ottobre era assestato ancora più in basso: a circa 11,6. Sono i numeri, insomma, ad indicare con chiarezza che i mercati prezzano maggiore incertezza. Un’insicurezz­a dovuta a cosa? Le motivazion­i sono molteplici. In primis c’è il timore che la guerra commercial­e voluta da Washington contro Pechino possa “sfuggire di mano”. Poi c’è la preoccupaz­ione, da un lato, che il Parlamento britannico non voti l’intesa sulla Brexit; e, dall’altro, che il braccio di ferro tra Roma e Bruxelles si trasformi in uno scontro frontale. Senza dimenticar­e, inoltre, i rischi legati alle dinamiche delle politiche monetarie. Al di là di tutte queste concrete cause ce n’è però un’altra che aleggia, non detta, tra gli operatori. L’idea che, a fronte dell’attuale divisione politica tra i diversi Stati, sia difficile immaginare un intervento coordinato nell’eventualit­à saltasse fuori un “Cigno nero”. Questo il mercato teme. Questo il rialzo del Vix (anche) ci dice.

RISALE L’INDICE DELLA PAURA Ieri l’indice Vix è risalito verso

quota 23

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