L’INDICE DELLA PAURA ALZA LA TESTA IN BORSA
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La volatità riprende quota. Ieri il Volatility index (Vix), in tarda serata, viaggiava intorno a quota 23. Certo: due giorni fa l’ «indice della paura» aveva raggiunto un livello più alto ( 25). E, tuttavia, a inizio settimana danzava sul valore di 16. Mentre in ottobre era assestato ancora più in basso: a circa 11,6. Sono i numeri, insomma, ad indicare con chiarezza che i mercati prezzano maggiore incertezza. Un’insicurezza dovuta a cosa? Le motivazioni sono molteplici. In primis c’è il timore che la guerra commerciale voluta da Washington contro Pechino possa “sfuggire di mano”. Poi c’è la preoccupazione, da un lato, che il Parlamento britannico non voti l’intesa sulla Brexit; e, dall’altro, che il braccio di ferro tra Roma e Bruxelles si trasformi in uno scontro frontale. Senza dimenticare, inoltre, i rischi legati alle dinamiche delle politiche monetarie. Al di là di tutte queste concrete cause ce n’è però un’altra che aleggia, non detta, tra gli operatori. L’idea che, a fronte dell’attuale divisione politica tra i diversi Stati, sia difficile immaginare un intervento coordinato nell’eventualità saltasse fuori un “Cigno nero”. Questo il mercato teme. Questo il rialzo del Vix (anche) ci dice.
RISALE L’INDICE DELLA PAURA Ieri l’indice Vix è risalito verso
quota 23