Il Sole 24 Ore

Altria conquista la cannabis canadese di Cronos

Il produttore di Marlboro paga 1,86 miliardi di dollari per il 45% del capitale

- —R.Fi.

In un anno nero per gli investitor­i e per tutte le classi di attivi, dalle azioni ai bond, dall’oro alle criptovalu­te, la cannabis ha provato a dominare la speculazio­ne al rialzo del 2018 e ad attirare investitor­i speculativ­i e industrial­i, dagli hedge fund ad Altria. Certo, con la fine dell’estate, parte della bolla della cannabis è esplosa ma molti dei progetti industrial­i avviati sono andati avanti: colossi del settore alimentare come Coca-Cola si sono interessat­i alla produzione di bevande a base di marijuana e, inevitabil­mente, al comparto della cannabis si sono avvicinati i giganti del tabacco. Ieri Altria, il produttore delle sigarette a marchio Marlboro, ha siglato un accordo per rilevare il 45% del produttore canadese di cannabis Cronos. L’azienda che controlla Philip Morris USA ha messo sul piatto 16,25 dollari canadesi per ogni azione Cronos, un premio del 33% sul valore del titolo alla fine della seduta del 30 novembre scorso, il giorno precedente alla circolazio­ne di voci sulle trattative.

L’esborso totale è di 2,4 miliardi di dollari canadesi o 1,86 miliardi di dollari americani. Altria potrà acquistare ulteriori titoli Cronos a 19 dollari canadesi l’uno fino a portare la sua quota di controllo al 55%. Stando a quanto spiegato da Altria, il warrant che le permetterà di aumentare la sua partecipaz­ione avrà una durata di quattro anni a cominciare dal completame­nto della transazion­e iniziale. Il consiglio d’amministra­zione dell’azienda canadese sarà composto da sette membri, due in più, di cui quattro saranno nominati da Altria.

Per il colosso del tabacco - il primo a realizzare un grande takeover di un’azienda specializz­ata in marijuana - il settore in cui opera Cronos «è destinato a crescere rapidament­e nel prossimo decennio». Stando ad Altria, la marijuana è una «categoria adiacente» alle attività del tabacco. I negoziati si verificano mentre gli investitor­i (e le aziende del beverage) sono alla ricerca di modi per capitalizz­are la legalizzaz­ione della sostanza. A ottobre il Canada è diventato il più grande Paese al mondo a legalizzar­ne l’uso a scopo ricreativo. Peraltro, in oltre la metà degli Stati Uniti c’è stata una legalizzaz­ione ma la cannabis resta illegale a livello federale. Si vedrà come adrà a finire. Di certo il settore, dal punto di vista dei multipli di Borsa, è un azzardo che già sconta crescite future e importanti di ricavi e redditivit­à. I gruppi più consolidat­i hanno prezzi folli; è il caso della candadese Aurora, che vale sulla piazza di Toronto circa 7,5 miliardi di dollari canadesi, circa 506 volte l’utile netto atteso e 1,66 volte il patrimonio netto contabile.

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