Arriva lo sconto sulle tariffe Inail Saldo e stralcio con aliquote più alte
Riduzione di 600 milioni al cuneo con un emendamento Sì della Camera alla fiducia Monito di Visco sullo spread: il costo del debito non è sostenibile nel lungo termine
Atteso dalle imprese da anni, arriva il taglio delle tariffe Inail per 600 milioni nella manovra: con un emendamento che il governo presenterà al Senato, si prevede una sforbiciata del 32,72% delle tariffe ferme al Duemila. Novità anche sul reddito di cittadinanza: all’impresa che assumerà un disoccupato da un centro per l’impiego percettore del sussidio verranno riconosciute fino a 5 mensilità dell’assegno in caso di stabilizzazione, che salgono nel caso di una donna o di un disoccupato di lunga durata. Torna in versione light, con aliquote più alte, il “saldo e stralcio” delle cartelle per chi è in difficoltà economica: dovrebbe entrare con un emendamento sempre al Senato al ddl di Bilancio su cui ieri la Camera ha votato la fiducia.
Da Napoli arriva un monito del governatore Visco sullo spred elevato:il costo alto del debito «nel lungo termine tende a determinare una caduta delle attività finanziarie» detenute dai risparmiatori.
Atteso dalle imprese da diversi anni, arriva il taglio delle tariffe Inail per 600 milioni nella manovra economica. Con un emendamento che il governo presenterà al Senato, si prevede una sforbiciata del 32,72% delle attuali tariffe che sono ferme al Duemila e calibrate su 1,1 milioni di infortuni, mentre attualmente se ne registrano tra i 600 e i 650mila. In virtù del mancato aggiornamento del sistema tariffario, dunque, le imprese da anni si trovano a pagare più di quanto dovrebbero, ma con questo intervento si riduce il sovraccosto che grava sul mondo produttivo.
Con il taglio del cuneo fiscale il governo prova a rispondere alle richieste delle imprese, che hanno lamentato una mancata attenzione nella prima versione della legge di Bilancio 2019. Il taglio delle tariffe Inail è un cavallo di battaglia della Lega, ieri è stato il vicepremier Luigi Di Maio ad annunciare a Radio 24 che nella legge di bilancio «stiamo lavorando alla riduzione del costo del lavoro e ad un ulteriore incentivo alle imprese che assumono a tempo indeterminato».
Un’altra novità arriverà con l’avvio del reddito di cittadinanza programmato da marzo: all’impresa che assumerà un disoccupato da un centro per l’impiego percettore del sussidio verranno riconosciuti fino a 5 mensilità dell’assegno in caso di stabilizzazione (l’ipotesi precedente era al massimo di 3 mensilità). Se ad essere assunta è una donna o un disoccupato di lunga durata, le mensilità riconosciute all’azienda salgono a 6.
Queste misure saranno oggetto del primo incontro in programma martedì prossimo al Mise, tra il ministro Di Maio e i rappresentanti delle piccole e medie imprese. Altra misura del “pacchetto lavoro” della legge di Bilancio è il taglio di 9 punti percentuali dell’aliquota Ires (dal 24 al 15%), per chi reinveste gli utili in beni strumentali e nell’incremento dell’occupazione che, in virtù delle modifiche presentate in commissione Bilancio alla Camera, si estende agli utili reinvestiti anche in ricerca e sviluppo.
Sempre alla Camera è stato recuperato, con un emendamento M5S, il “bonus” per la formazione 4.0 per il 2019 (250 milioni di euro), la cui assenza dalla prima versione della manovra aveva provocato forti critiche dal mondo produttivo.
Confermato anche uno sgravio contributivo fino a 8mila euro per un anno alle imprese che assumono a tempo indeterminato giovani eccellenze, a favore dei laureati magistrali under 30 con 110 e lode tra il 1° gennaio 2018 e il 30 giugno 2019 in regola con la durata legale del corso di studi. Completa il pacchetto di interventi, il rifinanziamento per il 2019 e il 2020 del bonus Sud per le assunzioni di giovani e disoccupati senior da almeno sei mesi, con 500 milioni annui di dote.
Vale la pena di ricordare che le imprese avevano lamentato la cancellazione dell’aiuto alla crescita economica (Ace), introdotto per stimolare lo sviluppo e la capitalizzazione delle aziende. Il malcontento era stato manifestato anche per la mancata proroga del superammortamento di industria 4.0 e la rimodulazione al ribasso dell’iperammortamento, per la mancata presenza nella prima versione della manovra del credito d’imposta per la formazione, e per il ridimensionamento del bonus ricerca.