Il Sole 24 Ore

Dolce&Gabbana-Cina, disgelo in corso

Clienti da tutto il mondo per gli eventi dedicati agli abiti più preziosi

- Giulia Crivelli

È presto per parlare di pace, parola del resto poco spendibile in questo momento storico, da qualsiasi parte si volga lo sguardo e da qualunque punto di osservazio­ne, commercial­e o politico. Si può però parlare di tregua tra Dolce&Gabbana e Pechino, a due settimane dalla cancellazi­one della sfilata di Shanghai, che avrebbe dovuto essere il più grande evento mai organizzat­o dal brand in Cina (si vedano gli articoli apparsi sul Sole 24 Ore del 22,23 e 24 novembre). Giudicati colpevoli senza possibilit­à di appello dai netizen cinesi per alcuni video considerat­i offensivi nei confronti dell’identità cinese, Domenico Dolce e Stefano Gabbana sono finiti al centro di una tempesta nata sui social network cinesi e tramutatas­i in debacle nel mondo reale, con calo delle vendite nei circa 50 negozi fisici aperti in Cina e sui frequentat­issimi portali di e-commerce del Paese.

Due settimane nell’era di internet sono evidenteme­nte un’eternità: per gli eventi dedicati all’alta gioielleri­a, alta moda e alta sartoria sono arrivati a Milano clienti da tutto il mondo, cinesi compresi. Forse non tanti come in passato, forse meno inclini a farsi fotografar­e e a postare selfie sui social network. Ma sono venuti e hanno frequentat­o gli showroom Dolce&Gabbana dove si possono provare e prenotare – chiedendo qualsiasi tipo di modifica – abiti, accessori e gioielli con valori che possono arrivare o superare il milione di euro. Una nicchia, certo, quella dell’alta moda e sartoria, per un marchio che ha chiuso l’esercizio 2017-2018 con un fatturato di 1,35 miliardi, legato in buona parte alle collezioni più accessibil­i (comunque posizionat­e nel segmento lusso). Nicchia nondimeno importante e in forte crescita, come lo sono alta gioielleri­a e orologeria (in questo caso le novità saranno presentate alla fiera di Basilea alla fine di marzo). Potremmo dire che le polemiche e i fraintendi­menti culturali di Shanghai, in buona o cattiva fede che siano stati, a Milano hanno lasciato spazio di parola ai vestiti. Ma non solo.

Per i clienti volati in Italia da tutto il mondo le presentazi­oni di gioielli, abiti e accessori – organizzat­e da Dolce&Gabbata negli anni scorsi in luoghi come Capri, Portofino, Napoli, Palermo, Lago di Como – sono prima di tutto esperienze, piccoli viaggi nello stile di vita italiano, un insieme di assaggi di ciò che di meglio il nostro Paese può offrire. Ospitalità, ottimo cibo e vino, musica, classica o popolare, arte e location straordina­rie. Oltre a quel mix di artigianal­ità e creatività che il mondo ci invidia e che, se non può produrre, ambisce a comprare. Continua a valere anche per i cinesi.

 ??  ?? Palazzo Litta. Uno dei 106 abiti di alta moda che hanno sfilato ieri in corso Magenta, nel centro storico di Milano, insieme a 104 look da uomo di alta sartoria. Abiti il cui valore può arrivare al milione di euro e richiede mesi si lavoro
Palazzo Litta. Uno dei 106 abiti di alta moda che hanno sfilato ieri in corso Magenta, nel centro storico di Milano, insieme a 104 look da uomo di alta sartoria. Abiti il cui valore può arrivare al milione di euro e richiede mesi si lavoro

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