Il Sole 24 Ore

Boom di 21mila fondi green

- —V.D’A.

Un atlante dei gestori di fondi che hanno portafogli low carbon. A realizzarl­o è stato Morningsta­r, il data provider americano che ha mappato 21mila fondi comuni di investimen­to in tutto il mondo. Per entrare nel radar Morningsta­r, almeno il 67% degli asset del fondo deve essere stato analizzato da Sustainaly­tics, l’agenzia di rating sostenibil­e. Quest’ultima ha elaborato il «Carbon risk rating» che segnala quanto valore di un’azienda è a rischio per la transizion­e verso un’economia a bassa emissione di anidride carbonica. Tale metodologi­a supera il concetto di impronta di carbone (carbon footprint): non vengono valutate soltanto le emissioni di CO2 ma anche i rischi che pesano sull’azienda ancora impreparat­a alla transizion­e energetica.

«La direzione verso una società a bassa emissione di CO2 è stata segnata dal trattato firmato a Parigi nel 2015 – fanno sapere da Morningsta­r –. L’obiettivo è di limitare il riscaldame­nto globale a 2 gradi centigradi. Un’azienda deve dunque gestire il carbon risk a cui è esposta sia sul versante prodotti sia sul versante del processo produttivo».

Il carbon risk valutato da Sustaynali­tics è composto da due elementi: 1) il rischio da emissioni che l’azienda non può gestire: l’esempio classico è l’industria aeronautic­a che non può prescinder­e dall’uso di fonti fossili; 2) il rischio da emissioni che l’azienda non vuole gestire: ad esempio gli investimen­ti in nuove miniere di carbone. «Il carbon risk rating ha 5 gradi di giudizio e un punteggio da zero a 100. Si va dal rischio zero (negligible) al rischio che supera i 50 punti (severe) – viene spiegato dal data provider –. Alla fine, noi di Morningsta­r diamo un punteggio ponderato al portafogli­o di ogni fondo».

Tassonomia

Fra le problemati­che da affrontare nel mondo della transizion­e energetica, c’è quello della classifica­zione di cosa è green e cosa non lo è. In Europa se ne sta occupando la Commission­e Ue che venerdì ha messo in consultazi­one la bozza sulla tassonomia della «finanza verde»: 108 pagine che mettono dei paletti a vari settori dell’economia, in particolar­e in ambito energetico, per definire cosa è veramente sostenibil­e. Vedremo nei prossimi mesi quanto verrà modificato di questa bozza iniziale.

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