È tornata (in mostra) la collezione Walpole
Una giovane storica dell’arte italiana è riuscita in una missione quasi impossibile. Silvia Davoli ha rintracciato in musei e collezioni private in giro per il mondo le opere d’arte collezionate nel Settecento da Horace Walpole, grande scrittore, considerato il padre della storia dell’arte inglese, per arricchire la sua residenza a Strawberry Hill.
Horace, figlio del primo premier inglese Sir Robert Walpole, aveva acquistato la casa nel 1747 trasformandola in un castello neogotico pieno di oggetti, quadri e sculture, che nella seconda metà del Settecento era diventato una grande attrazione turistica. Dopo la morte senza eredi di Walpole e anni di declino e abbandono della casa, nel 1842 la preziosa collezione era stata venduta in quella che era stata
definita “l’asta del secolo” e le opere
erano andate disperse.
Attraverso puntigliose, pazienti e difficili ricerche, Davoli è riuscita a convincere oltre 49 proprietari pubblici e privati a concedere in prestito oltre 150 delle loro opere e ha organizzato una mostra straordinaria e irripetibile. «I tesori perduti di Strawberry Hill» ricrea la collezione esattamente come l’aveva voluta Walpole, che fortunatamente aveva scritto in dettaglio dei suoi piani per mostrare le opere nel modo migliore. Per la prima volta da oltre 170 anni, ogni oggetto è tornato al posto giusto negli interni per i quali era stato acquistato. L’eclettica collezione riflette perfettamente la personalità di Walpole: ci sono quadri di Holbein, Rubens e Van Dyck e una colossale e rarissima statua di un’aquila romana del primo secolo DC; delicate porcellane di Sèvres e pregiati mobili; una ciocca di capelli di Mary Tudor e uno specchio magico che il necromante di Elisabetta I usava per evocare gli spiriti.
L’unico spirito che aleggia oggi nelle sale di Strawberry Hill è quello di Walpole, autore de Il castello di Otran
to, eccentrico e geniale amante dell’arte, sicuramente lieto che la sua collezione sia tornata, anche se solo per pochi mesi, nel palazzo da lui creato e nelle sale da lui immaginate. Un’occasione eccezionale per una full immersion nel mondo di uno dei grandi del Settecento inglese.