Il Sole 24 Ore

È tornata (in mostra) la collezione Walpole

- Nicol Degli Innocenti

Una giovane storica dell’arte italiana è riuscita in una missione quasi impossibil­e. Silvia Davoli ha rintraccia­to in musei e collezioni private in giro per il mondo le opere d’arte colleziona­te nel Settecento da Horace Walpole, grande scrittore, considerat­o il padre della storia dell’arte inglese, per arricchire la sua residenza a Strawberry Hill.

Horace, figlio del primo premier inglese Sir Robert Walpole, aveva acquistato la casa nel 1747 trasforman­dola in un castello neogotico pieno di oggetti, quadri e sculture, che nella seconda metà del Settecento era diventato una grande attrazione turistica. Dopo la morte senza eredi di Walpole e anni di declino e abbandono della casa, nel 1842 la preziosa collezione era stata venduta in quella che era stata

definita “l’asta del secolo” e le opere

erano andate disperse.

Attraverso puntiglios­e, pazienti e difficili ricerche, Davoli è riuscita a convincere oltre 49 proprietar­i pubblici e privati a concedere in prestito oltre 150 delle loro opere e ha organizzat­o una mostra straordina­ria e irripetibi­le. «I tesori perduti di Strawberry Hill» ricrea la collezione esattament­e come l’aveva voluta Walpole, che fortunatam­ente aveva scritto in dettaglio dei suoi piani per mostrare le opere nel modo migliore. Per la prima volta da oltre 170 anni, ogni oggetto è tornato al posto giusto negli interni per i quali era stato acquistato. L’eclettica collezione riflette perfettame­nte la personalit­à di Walpole: ci sono quadri di Holbein, Rubens e Van Dyck e una colossale e rarissima statua di un’aquila romana del primo secolo DC; delicate porcellane di Sèvres e pregiati mobili; una ciocca di capelli di Mary Tudor e uno specchio magico che il necromante di Elisabetta I usava per evocare gli spiriti.

L’unico spirito che aleggia oggi nelle sale di Strawberry Hill è quello di Walpole, autore de Il castello di Otran

to, eccentrico e geniale amante dell’arte, sicurament­e lieto che la sua collezione sia tornata, anche se solo per pochi mesi, nel palazzo da lui creato e nelle sale da lui immaginate. Un’occasione eccezional­e per una full immersion nel mondo di uno dei grandi del Settecento inglese.

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