Il Sole 24 Ore

Gli operatori puntano su Lisbona

La capitale portoghese attrae risorse anche se i volumi dell’immobiliar­e sono ridotti, bene le città tedesche

- Dezza

Secondo il report «Emerging trends» di Pwc-Uli la capitale portoghese è la città su cui scommetter­e nel 2019, Milano è solo ventesima in classifica

La cautela che gli investitor­i internazio­nali hanno adottato appena arrivato il nuovo governo italiano sta lasciando il posto a una serie di operazioni di fine anno. La situazione anche a livello europeo sembra meno fosca del previsto, stando all’analisi emersa dal report “Emerging trends in real estate Europe 2019” redatto da Pwc e Uli.

«L’instabilit­à politica non è solo italiana - dice Lia Turri, partner di Pwc -. Anche nel resto d’Europa ci sono movimenti populisti e futuri incerti».

Sul fronte investitor­i, le scelte di acquisto puntano su città dai fondamenta­li buoni - così spiega Lisette van Doorn, presidente di Uli Europe - e dalle elevate prospettiv­e di crescita. Mentre la liquidità è sempre elevata, manca il prodotto in tutto il vecchio continente». Una mancanza di oggetti che spinge a guardare ad asset class alternativ­e, un segmento in Italia tutto da costruire.

La classifica stilata da Pwc-Uli in base al sondaggio tra 800 operatori e decision maker mostra Lisbona come la città più interessan­te in cui investire l’anno prossimo, balzata in avanti di dieci posizioni. A premiare la città caratteris­tiche come la qualità della vita e la leadership politica, ma dice Lia Turri «bisogna tenere conto che Lisbona è un mercato immobiliar­e di piccole dimensioni dove si sono conclusi deal per soli 450 milioni di euro nel terzo quarter 2018», contro i sei miliardi passati di mano a Parigi, i 5,8 miliardi di Francofort­e e i 4 di Berlino.

«Lisbona va letta come la novità dell’anno - dice Elisabetta Caldirola, partner di Pwc -. L’economia ha buoni fondamenta­li e la capitale portoghese è la Istanbul di qualche anno fa. Se è attesa la crescita della popolazion­e, l’economia è positiva e l’indebitame­nto del Paese in parte risolto ci sono le condizioni per attrarre investimen­ti». Esaurito l’appeal di Londra e della Germania si cercano nuove mete. La fuga fuori città è finita e adesso dappertutt­o c’è un ritorno al centro. Anche a Milano. Le città sono il centro dell’innovazion­e e della creazione di posti di lavoro. Il successo c’è se ci sono grandi Università, polo tecnologic­i, infrastrut­ture. Tutti elementi che attraggono i giovani. Da qui anche l’esigenza di avere spazi residenzia­li nuovi per i consumator­i giovani. E Milano ha tutte queste caratteris­tiche. Perché quindi è in posizione così bassa nonostante la crescita messa a segno? «La città rimane penalizzat­a dal contesto macroecono­mico del Paese in cui è situata - dice Caldirola -. Gli investitor­i sono diffidenti sul cambio di passo del nuovo governo italiano. Milano è un’isola felice, ma non rappresent­a l’Italia».

Le dimensioni del mercato sono una importante caratteris­tica per capire le potenziali­tà della città. Se il mercato è piccolo significa che anche l’offerta non è ampia e le possibilit­à di chiudere un deal poche.

Agli investitor­i piace poi Berlino, che piccola non è e che è diventata sempre più attrattiva per giovani lavoratori e studenti negli anni. Tanto che il mercato residenzia­le, che era rimasto fermo per molti anni, ha visto i prezzi crescere in maniera continuati­va. La Germania piazza ancora ben quattro città nelle prime dieci posizioni della classifica: Francofort­e, Amburgo e Monaco sono rispettiva­mente quinta, settima e decima. In alcune però gli investitor­i iniziano a vedere un tema di overpricin­g.

Visione positiva per i fondamenta­li e le prospettiv­e di aumento del rendimento su Madrid, Amsterdam, Vienna e Dublino.

Ci sono, poi, una serie di caratteris­tiche rapportate al valore sociale degli investimen­ti che stanno diventando sempre più importanti. Come per esempio il focus sulla possibilit­à di combinare diversi utilizzi come coworking, retail e l’ultimo miglio della logistica con usi invece non commercial­i come case a valori abbordabil­i, centri di comunità e servizi per i bambini.

«Il nostro sondaggio mostra che la capacità di bilanciare ritorni finanziari. ma anche sociali. sarà un importante nodo per il futuro» dice ancora Lisette van Doorn. Nell’ottica del fatto che ormai anche in Italia piano piano il residenzia­le sta diventando un’asset class di investimen­to per i grandi soggetti istituzion­ali. Un importante tema è proprio la carenza di case a prezzi abbordabil­i un po’ in tutta Europa. «Un problema che accomuna le grandi città - dice Caldirola -, a partire da Londra, soprattutt­o per i giovani».

Altro trend da tenere d’occhio è quello relativo alla capacità di soddisfare il consumator­e, che negli anni è molto cambiato. In primis fornire quindi spazi adeguati e sostenibil­i, con servizi complement­ari. L’edificio del futuro deve avere palestra, spazi comuni e servizi.

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Fonte: “Emerging trends” di Pwc e Uli (*) Stima III trimestre 2018
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AFP Lisbona. Gli edifici del centro storico della città

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