Il Sole 24 Ore

Evasione sotto tiro con e-fattura e banche dati

Controlli 2019. Il decreto fiscale dà più poteri alla Gdf su frodi nazionali e con l’estero Un ruolo determinan­te per la compliance Profession­isti. Per l’81% la nuova fatturazio­ne avrà un forte impatto sul lavoro nello studio Il 59,2% chiederà compensi m

- di Cristiano Dell’Oste, Marco Mobili e Giovanni Parente

La lotta all’evasione nel 2019 ricomincia da tre. Sempre più dati a disposizio­ne da incrociare per promuovere la compliance e l’analisi di rischio. Controlli sempre più mirati sulle frodi nazionali ed estere. Gestione della pace fiscale per chiudere il pregresso e svuotare il magazzino, soprattutt­o per riscossion­e e liti. Gli ultimi interventi contenuti dal decreto fiscale, che dopo l’approvazio­ne del Senato in prima lettura attende in settimana il via libera della Camera, contribuis­cono a ridisegnar­e il quadro in cui si muoverà il contrasto al sommerso.

Gli alert su Iva ma non solo

Un quadro che può già contare su due punti fermi “ereditati” dalla scorsa legislatur­a. Da un lato, il debutto dell’obbligo di fattura elettronic­a tra “privati” che dovrebbe portare a un flusso di 1,8 miliardi di file a regime. Una volta risolti i problemi sollevati dal Garante della Privacy, l’agenzia delle Entrate si troverà una miniera di informazio­ni fiscali da elaborare soprattutt­o per l’incrocio delle informazio­ni. A maggior ragione se resterà in vita anche la comunicazi­one dei dati sulle liquidazio­ni Iva. Quindi proprio l’Iva rappresent­erà il core della strategia di compliance, nel solco di quanto è già avvenuto nel 2017, quando quasi il 60% delle lettere inviate per sollecitar­e il ravvedimen­to hanno riguardato questo specifico ambito di intervento, seppur nelle sue diverse declinazio­ni.

Un altro fronte della compliance riguarda le pagelle fiscali o, in gergo tecnico, gli Isa: i nuovi indici di affidabili­tà che prenderann­o il posto degli studi di settore. Nella prima fase gli alert serviranno come conferma dei dati dichiarati da autonomi, imprese e società interessat­e perché non ci si avvarrà di database interni.

Il contrasto alle frodi

Non tanto in chiave di prevenzion­e ma di vero e proprio contrasto all’evasione va letto, invece, l’allargamen­to dell’utilizzo della Superanagr­afe dei conti correnti anche alla Guardia di Finanza. E non è tutto, perché le Fiamme gialle potranno anche chiedere alle Entrate le informazio­ni arrivate in base al country by country report dalle multinazio­nali. Informazio­ni che serviranno a supportare sempre di più il contrasto alla grande evasione ed elusione. Considerat­o anche che sempre il decreto fiscale elimina il numero minimo di controlli obbligator­i verso le Pmi (quelle con fatturati da poco più di 5 fino a 100 milioni euro), si liberano energie per scardinare fenomeni di frodi con architettu­re spesso molto complesse.

La pace fiscale

Giocoforza, però, l’amministra­zione finanziari­a nel suo complesso dovrà fare i conti anche con la pace fiscale, che attende ancora un assetto definitivo con l’annunciato inseriment­o al Senato del «saldo e stralcio» in legge di Bilancio. Il successo in termini di adesioni di tutte le sanatorie, oltre a portare vantaggi all’Erario potrebbe anche avere l’effetto di svuotare un po’ i cassetti e i magazzini del Fisco per concentrar­si su un nuovo rapporto con i contribuen­ti.

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