Evasione sotto tiro con e-fattura e banche dati
Controlli 2019. Il decreto fiscale dà più poteri alla Gdf su frodi nazionali e con l’estero Un ruolo determinante per la compliance Professionisti. Per l’81% la nuova fatturazione avrà un forte impatto sul lavoro nello studio Il 59,2% chiederà compensi m
La lotta all’evasione nel 2019 ricomincia da tre. Sempre più dati a disposizione da incrociare per promuovere la compliance e l’analisi di rischio. Controlli sempre più mirati sulle frodi nazionali ed estere. Gestione della pace fiscale per chiudere il pregresso e svuotare il magazzino, soprattutto per riscossione e liti. Gli ultimi interventi contenuti dal decreto fiscale, che dopo l’approvazione del Senato in prima lettura attende in settimana il via libera della Camera, contribuiscono a ridisegnare il quadro in cui si muoverà il contrasto al sommerso.
Gli alert su Iva ma non solo
Un quadro che può già contare su due punti fermi “ereditati” dalla scorsa legislatura. Da un lato, il debutto dell’obbligo di fattura elettronica tra “privati” che dovrebbe portare a un flusso di 1,8 miliardi di file a regime. Una volta risolti i problemi sollevati dal Garante della Privacy, l’agenzia delle Entrate si troverà una miniera di informazioni fiscali da elaborare soprattutto per l’incrocio delle informazioni. A maggior ragione se resterà in vita anche la comunicazione dei dati sulle liquidazioni Iva. Quindi proprio l’Iva rappresenterà il core della strategia di compliance, nel solco di quanto è già avvenuto nel 2017, quando quasi il 60% delle lettere inviate per sollecitare il ravvedimento hanno riguardato questo specifico ambito di intervento, seppur nelle sue diverse declinazioni.
Un altro fronte della compliance riguarda le pagelle fiscali o, in gergo tecnico, gli Isa: i nuovi indici di affidabilità che prenderanno il posto degli studi di settore. Nella prima fase gli alert serviranno come conferma dei dati dichiarati da autonomi, imprese e società interessate perché non ci si avvarrà di database interni.
Il contrasto alle frodi
Non tanto in chiave di prevenzione ma di vero e proprio contrasto all’evasione va letto, invece, l’allargamento dell’utilizzo della Superanagrafe dei conti correnti anche alla Guardia di Finanza. E non è tutto, perché le Fiamme gialle potranno anche chiedere alle Entrate le informazioni arrivate in base al country by country report dalle multinazionali. Informazioni che serviranno a supportare sempre di più il contrasto alla grande evasione ed elusione. Considerato anche che sempre il decreto fiscale elimina il numero minimo di controlli obbligatori verso le Pmi (quelle con fatturati da poco più di 5 fino a 100 milioni euro), si liberano energie per scardinare fenomeni di frodi con architetture spesso molto complesse.
La pace fiscale
Giocoforza, però, l’amministrazione finanziaria nel suo complesso dovrà fare i conti anche con la pace fiscale, che attende ancora un assetto definitivo con l’annunciato inserimento al Senato del «saldo e stralcio» in legge di Bilancio. Il successo in termini di adesioni di tutte le sanatorie, oltre a portare vantaggi all’Erario potrebbe anche avere l’effetto di svuotare un po’ i cassetti e i magazzini del Fisco per concentrarsi su un nuovo rapporto con i contribuenti.