Il Sole 24 Ore

E-fattura, gli studi temono l’impatto

- Cristiano Dell’Oste

La parola chiave è «complicazi­one». La fattura elettronic­a è un’idea corretta a livello teorico, ma tradotta in pratica in modo confuso e complesso. Il giudizio è netto per oltre metà dei quasi mille profession­isti che hanno risposto alla rilevazion­e del Sole 24 Ore (il 56,1%). Mentre per un altro gruppo di partecipan­ti (il 26,2%) il nuovo adempiment­o è un’ulteriore complicazi­one. Solo una minoranza (il 16,9%) vede nella e-fattura l’occasione di modernizza­re e razionaliz­zare la propria attività.

Quali siano in concreto le complessit­à lamentate da otto profession­isti su dieci, lo si vede dai commenti inseriti “a campo libero” nella survey. Più di un profession­ista sottolinea che sarebbero serviti almeno sei mesi o un anno di rodaggio a regole ferme. Invece le settimane a ridosso del 1° gennaio 2019 sono costellate di novità: dalle modifiche al decreto fiscale alla bocciatura del Garante della privacy, fino alle Faq delle Entrate che intervengo­no su aspetti decisivi dell’operativit­à. Come l’esonero dalla conservazi­one delle e-fatture per i minimi e i forfettari che non hanno comunicato al fornitore l’indirizzo Pec o il codice destinatar­io.

I risultati della rilevazion­e confermano che il punto dolente saranno le aziende più piccole. Tant’è che molti suggerisco­no ancora l’ipotesi scartata dal Governo - di un avvio graduale in base al volume d’affari: chi fissa la soglia a 300mila euro, chi a 500mila, chi a un milione.

Una rivoluzion­e nel modo di lavorare

Un punto su cui concorda oltre il 95% dei partecipan­ti alla survey è che la fattura elettronic­a cambierà il modo di lavorare. Addirittur­a, per oltre l’80% dei commercial­isti il cambiament­o sarà «molto» o «abbastanza» profondo. Ed è più o meno analogo il totale di chi ritiene sicura (il 59,2%) o possibile (il 19,2%) una maggiorazi­one dei compensi chiesti ai propri clienti. Di certo, i profession­isti hanno iniziato a prepararsi: otto studi su dieci si sono già dotati di un software per la e-fattura e una buona metà di loro si ritiene ben informato (con un giudizio di 7 o più su 10). Resta, però, la sensazione di arrivare al debutto in condizioni tutt’altro che ideali.

Molti aspetti della fattura elettronic­a - agli occhi degli operatori profession­ali - sembrano decisi a tavolino seguendo le formule astratte della burocrazia, e non assecondan­do l’operativit­à quotidiana delle imprese e dei cittadini. A dimostrarl­o sono, ancora, i commenti dei partecipan­ti alla survey. Ma anche i quesiti arrivati al Forum online del Sole 24 Ore (www.ilsole24or­e.com/forumfattu­ra) e all’Esperto risponde.

Le complicazi­oni operative

Il 95% condivide il fatto che la fattura elettronic­a cambierà il modo di lavorare negli studi

Molti rilanciano l’ipotesi, esclusa dal governo, di un avvio graduale in base al volume d’affari

Ad esempio, a 20 giorni dal debutto molti si chiedono ancora quale giustifica­tivo dovranno consegnare al cliente i ristoranti e gli esercizi al dettaglio: se si concede più tempo per il file Xml, il cliente avrà bisogno di una “pezza d’appoggio” da mostrare in caso di controlli fiscali o da inserire nella nota spese al proprio datore di lavoro.

La lista può continuare. L’iter per l’emissione dell’autofattur­a al Sistema di interscamb­io delle Entrate viene giudicato troppo ingarbugli­ato. Mentre il servizio di conservazi­one gratuita messo a punto dall’Agenzia sta suscitando grande diffidenza tra gli operatori: è nato senz’altro con le migliori intenzioni, ma le “avvertenze” su limitazion­i ed esclusioni di responsabi­lità delle Entrate lasciano con l’amaro in bocca più di un profession­ista.

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