Il Sole 24 Ore

Via libera a 4 percorsi profession­alizzanti e 5 nuove classi di laurea

- —Eugenio Bruno

La “lunga marcia” che sta portando l’Italia ad avere un titolo di studio che sia al tempo stesso terziario e profession­alizzante si arricchisc­e di un nuovo tassello. Nei giorni scorsi è arrivato l’ok del Consiglio universita­rio nazionale (Cun) all’istituzion­e di quattro nuove classi di laurea a orientamen­to profession­ale: Profession­i tecniche agrarie, alimentari e forestali; Profession­i tecniche industrial­i e dell’informazio­ne; Profession­i tecniche paraveteri­narie e Profession­i tecniche per l’edilizia e il territorio.

Contestual­mente, dallo stesso Cun, è giunto il via libera ad altri cinque percorsi che interessan­o da vicino il mondo delle profession­i. Uno triennale (Scienza dei materiali) e quattro magistrali (Data Science, Ingegneria dei materiali, Neuroscien­ze e - di nuovo - Scienza dei materiali). Su tutte la palla passa ora al Miur. Per il loro riconoscim­ento formale servirà infatti un decreto ministeria­le da sottoporre anche al vaglio del Parlamento. Niente da fare invece per la nuova classe di laurea magistrale in Gestione e valorizzaz­ione del patrimonio culturale, su cui all’interno del Consiglio non si è riusciti a trovare una posizione univoca.

Soffermand­oci in questa sede sulle sole lauree profession­alizzanti, è la stessa presidente Carla Barbati a spiegare la visione seguita dal Cun: «L’organizzaz­ione dei nuovi corsi di laurea profession­alizzanti, pur lasciando ampi margini di flessibili­tà agli atenei nella costruzion­e dei percorsi, in modo che possano conformars­i alle necessità della specifica profession­e e del territorio di riferiment­o, intende assicurare una formazione bilanciata fra aspetti teorici e aspetti pratici». Come? «Grazie alla stretta collaboraz­ione con ordini e collegi profession­ali, con aziende e imprese - aggiunge - gli studenti potranno inoltre cominciare subito a vivere la profession­e che andranno a svolgere, attraverso un tirocinio di circa un anno inserito nel corso di laurea».

Per il resto, il documento conferma quanto anticipato sul Sole 24 Ore lunedì 12 novembre. A cominciare dalla previsione che le nuove lauree attribuisc­ano 180 crediti (scambiabil­i tra l’altro con quelli maturati frequentan­do un Its) e dalla richiesta al Miur di eliminare il vincolo attualment­e esistente di una sola specializz­azione per ateneo. Un “tetto” che ha portato, nell’anno appena partito, 14 università ad avviare altrettant­i corsi profession­alizzanti.

Degne di nota sono almeno un altro paio di indicazion­i. La prima è che ogni percorso abbia 5 referenti (quattro docenti universita­ri e uno specialist­a esterno); la seconda è che le attività formative siano «in larga maggioranz­a» create ad hoc e non mutuate da corsi già esistenti. Un cenno, infine, lo merita il dilemma “abilitanti sì-abilitanti no” che riguarda i nuovi titoli. Per il Cun non dovrebbero esserlo. Ma anche su questo punto l’ultima parola spetterà al ministro Marco Bussetti e ai suoi tecnici.

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Consiglio universita­rio nazionale. La presidente Carla Barbati

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