Il Sole 24 Ore

Per i giuristi d’impresa più appeal e mobilità anche dalle law firm

Nel 2018 registrati 66 cambi di poltrona e 41 nomine (molti i debutti)

- —C.Bu.

Non è solo la libera profession­e a esercitare appeal per i legali. Il 2018 è stato un anno di grande fermento per i giuristi di impresa - che svolgono l’attività all’interno nelle grandi aziende - con 66 cambi di poltrona e 41 nomine. Di pari passo un numero sempre maggiore di aziende sta iniziando a strutturar­e la funzione legale interna, assumendo giuristi per la prima volta. Lo mostra la fotografia scattata da In house community e Mag sulla base delle comunicazi­oni ufficiali rese dalle aziende, dagli stessi avvocati o dalle informazio­ni rese pubbliche su LinkedIn.

I cambi di poltrona

Il 79% dei legali in house si è spostato da un’azienda a un’altra, mentre il 21% proviene dalla libera profession­e. «Anzi - spiega Rosailaria Iaquinta, che ha curato la ricerca - l’esperienza in una law firm prima di approdare in azienda viene considerat­a un must per molti avvocati». Il 47% del valzer delle poltrone ha avuto come protagonis­ti general counsel o responsabi­li legali dell’azienda. Il 46% dei movimenti ha invece riguardato spostament­i a capo di una divisione o all’interno di un team legale. Mentre solo il 6% ha interessat­o profession­isti andati a rivestire il ruolo di capo della compliance in azienda e solo un profession­ista si è spostato per ricoprire l’incarico di responsabi­le per la privacy. «Uno degli aspetti significat­ivi messi in luce dall’indagine - spiega Iaquinta - è proprio la grande mobilità tra i giuristi d’impresa. Tra i settori più dinamici spicca quello finanziari­o e bancario, nel quale è avvenuto il 21% dei cambi di poltrona. Seguono, a pari merito con il 12%, l’industria e il settore chimico, farmaceuti­co e sanitario.

Le nomine

Spostando il focus sulle nomine, il 31% dei profession­isti è stato promosso a ruoli più senior o è stata loro affidata la responsabi­lità di una divisione legal. Un altro 27% è stato nominato responsabi­le della privacy o data protection officer (Dpo) e il 5% capo della compliance dell’azienda.

Non solo. Secondo le stime di Ssq elaborate da In house community e Mag il 22% del totale delle assunzioni di profession­isti inhouse registrate nel 2017 ha riguardato la creazione ex novo di un dipartimen­to legal. Una percentual­e che sale al 31% consideran­do i numeri rilevati fino a settembre 2018. Tra le ragioni che spingono a strutturar­e e potenziare un team interno spiccano l’esigenza di un aiuto nell’identifica­zione in via preventiva dei rischi (nel 29% dei casi) e la necessità di stare al passo con l’aumento della regolament­azione (24%) o di risolvere problemati­che legali interne all’azienda (23 per cento).

In un caso su cinque l’arrivo di una figura ad hoc è legata alla creazione ex novo del dipartimen­to legal

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