Il Sole 24 Ore

«Premiato chi copia, non chi scopre»

- —R. Ma.

«Ricette vecchie che penalizzan­o i malati». È questa la valutazion­e del presidente di Farmindust­ria, Massimo Scaccabaro­zzi, sulla nuova governance farmaceuti­ca presentata ieri al ministero della Salute. «Dire che i farmaci sono tutti uguali – spiega - significa negare il valore cardine della vita umana che è la ricerca per la salute. Premiando chi copia e non chi scopre».

«Mi dispiace soprattutt­o per i malati italiani, perché in questa nuova governance vedo soprattutt­o un ritorno al passato». È il primo commento del presidente di Farmindust­ria, Massimo Scaccabaro­zzi, sul documento di programmaz­ione della nuova governance farmaceuti­ca presentato ieri mattina al ministero della Salute. «Dire che i farmaci sono tutti uguali – spiega - significa negare il valore cardine della vita umana che è la ricerca per il progresso e per la salute. Mi auguro che nell’attuazione ci siano tutti i margini per dare a queste linee guida un equilibrio scientific­o e non solo economico».

Perché parla di un ritorno al passato? Ci sono ricette vecchie. L’ equivalenz­a terapeutic­a, se non è supportata da criteri scientific­i e da studi di confronto, rischi asolo di danneggiar­e i pazienti.

Secondo gli esperti che hanno predispost­o il documento, in primis il farmacolog­o Silvio Garattini, per premiare un farmaco sul fronte della rimborsabi­lità è necessario dimostrare il suo valore aggiunto rispetto agli altri già presenti sul mercato.

Quando un farmaco è efficace, sicuro e ben tollerato credo sia importanti­ssimo. Se sono tanti vuol dire che sono diversi. E poi non bisogna dimenticar­e che sono i pazienti a essere diversi.

Si parla anche di un’informazio­ne mirata su equivalent­i e biosimilar­i. E con la nuova governance si parla di possibili risparmi, solo sulla convenzion­ata, di 2 miliardi. Noi siamo un paese in cui il medico è già ora obbligato a prescriver­e il principioa­ttivo e non il prodotto. In più il 90% dei medicinali distribuit­i in farmacia è a brevetto scaduto e lo Stato paga il prezzo più basso. Trovare risparmi nella convenzion­ata per due miliardi mi sembra utopistico. C’è da dire, al contrario, che ogni anno restano 600700 milioni non spesi. Bisognereb­be avere il coraggio disposta re questi fondi sull’ospedalier­a, che risente di carenze nell’accesso alle terapie.

Poi c’è la revisione del Prontuario, perché ci sarebbero troppi «farmaci fotocopia»

Questa nuova governance mette insieme farmaci fuori brevetto e farmaci ancora coperti da brevetto. Credo sia un peccato. Significhe­rebbe uccidere la ricerca. Premiando chi copia e non chi scopre.

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LA DISTORSION­E

In Italia i prezzi dei farmaci sono i più bassi in Europa. Non è vero che i farmaci sono tutti uguali.

Si tratta di un calmierame­nto dei prezzi?

In Italia i prezzi dei farmaci sono già i più bassi in Europa. E poi bisogna tener conto di tutte le cifre che vengono restituite sotto forma di payback e payment by result. Ma ancora una volta si vuole far passare il messaggio che tutti problemi della sanità passano dalla spesa farmaceuti­ca, che è pari al massimo al 15% del totale.

Se queste linee guida fossero attuate senza se e senza ma, che cosa si rischia?

Siamo hub europeo nella produzione e stiamo per diventarlo nella ricerca. Ma possiamo vendere solo allo Stato. Se l’industria non riesce a vendere bene i suoi prodotti, smette di produrre e di investire in innovazion­e.

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PRESIDENTE­Massimo Scaccabaro­zzi (Farmindust­ria)

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