Boccia: confronto aperto con il governo, attendiamo i risultati
«Correggere la manovra per evitare l’infrazione Ue e rafforzare la crescita»
«Ci auguriamo che il confronto aperto con il governo porti risultati sulla crescita». È l’auspicio di Vincenzo Boccia dopo l’incontro di domenica mattina con il leader della Lega e ministro dell’Interno, Matteo Salvini. Oggi sarà la volta del ministro dello Sviluppo, Luigi Di Maio. Gli imprenditori hanno avviato il dialogo con l’esecutivo, dopo la manifestazione di Torino che ha riunito oltre 3 milioni di aziende, da Confindustria ai commercianti agli artigiani alle cooperative, all’agricoltura e ai costruttori per chiedere di intervenire sui nodi di sviluppo del paese, mettendo al centro la questione industriale. «A Torino c’era un messaggio urgente: dare una legittimazione politica forte per la trattativa con la Ue. Una procedura di infrazione comporterebbe un rientro forzato del debito di un ventesimo e un blocco dei fondi di coesione», ha sottolineato ieri il presidente di Confindustria, invitato al Canova Club di Roma. «Meglio correggere di pochi miliardi la manovra, piuttosto che avere danni ancora più consistenti. Confidiamo che questo possa accadere». L’attenzione alla crescita è determinante per il governo: «Lo ripeteremo a Di Maio. Il governo ha previsto un incremento del Pil del 1,5% per il 2019. Ma con questa manovra è difficile da raggiungere. Meglio correggerla in corsa, conviene intervenire sui punti essenziali, equilibrandola sulla crescita e rafforzando questo pilastro. Con risorse per gli investimenti pubblici e conservando gli strumenti che stimolano quelli privati come Industria 4.0».
Se vogliamo mettere al centro il lavoro, ha detto ancora Boccia, non si può prescindere da ciò che facciamo sull’economia reale: molte aziende grandi di costruzioni sono in crisi e ci sono molti piccoli a rischio di fallimento. Dilazionare l’apertura di cantieri, se queste aziende chiudessero, potrebbe voler dire riservare la partecipazione ai bandi di gara alle aziende straniere. «La criticità del settore delle costruzioni – ha sottolineato Boccia - non si può ignorare». Con il governo c’è convergenza sul metodo: non si può fare una politica solo sui saldi di bilancio prescindendo dagli effetti sull’economia. La sfida, ha aggiunto, è trasformare il patto di stabilità e crescita in patto di crescita e stabilità. «Ma se riduci Industria 4.0, riduci il credito di imposta, ritardi bandi di gara sulle infrastrutture difficilmente ci sarà la crescita dell’1,5%. Rischiamo di perdere credibilità se la crescita non c’è». Accanto ai temi del contratto di governo, reddito di cittadinanza, flat tax e pensioni, occorre agire su ciò che può fare crescere il paese. Mettendo al centro la questione industriale, Confindustria, ha ricordato Boccia, ha presentato a Salvini una serie di proposte e le ripeterà oggi a Di Maio tra cui il pagamento dei debiti della Pa, non depotenziare industria 4.0, non ridurre il credito di imposta per il Mezzogiorno, usare i Pir anche per le aziende non quotate. Inoltre vanno detassati i premi di produttività, per spingere sullo scambio salari produttività, che è fatto redi competitività del Paese e delle imprese. Bisogna immaginare una grand emissione per l’ Italia: diventare uno dei più forti Paesi industriali al mondo, obiettivo possibile, ha concluso Boccia, se rimuovessimo parte dei deficit di competitività che abbiamo.